Il Comune di Frosinone non può farsi trovare impreparato di fronte al nuovo dialogo nato tra le Province di Frosinone e Latina. Ne andrebbe del suo futuro. E del suo peso strategico. Ecco tutti i nodi.
L’istantanea scattata con lo smartphone li mostra seduti nel salotto di rappresentanza del Palazzo della Provincia di Frosinone. I mobili sono stati spostati ma non è quello dell’arredo il cambio più evidente. I presidenti Luca Di Stefano (Provincia di Frosinone) e Gerardo Stefanelli (Provincia di Latina) l’altro giorno si sono incontrati per parlare di sviluppo e definire una road map sulla crescita dell’intero Sud Lazio. Da realizzare insieme. Il futuro passa da lì.
A distanza, nelle stesse ore e senza sapere di quel vertice, gli stessi concetti venivano lanciati dal presidente della Camera di Commercio Giovanni Acampora. (Leggi qui: Life Grace: l’alleanza sui pascoli tra allevatori e ristoratori).
È proprio questa concomitanza a dover far scattare un warning nel Comune di Frosinone. In quel dibattito non può restare spettatore, non può farsi trovare impreparato.
Lo scatto da protagonista
La città di Frosinone in questi anni ha saputo costruirsi un ruolo nello scacchiere provinciale. Ha preso le redini del dibattito su temi centrali per tutto il territorio. È stato il Comune di Frosinone con il sindaco Nicola Ottaviani ad arrivare per la prima volta a dama nella partita contro AceaAto5 e la rescissione del contratto; obbligando il gestore a d un confronto su basi diverse dal passato. Allo stesso modo è stata Frosinone ad avviare il braccio di ferro sulla tariffa dei rifiuti. Altrettanto è innegabile che il capoluogo abbia assunto un ruolo guida sul tema della Sanità.
Allo stesso tempo però stenta ancora a ritagliarsi quel ruolo da protagonista e di riferimento nelle dinamiche di sviluppo. È proprio questo a rischiare di tagliarlo fuori da una partita tutta Provinciale ora che il nuovo presidente Luca Di Stefano ha fatto capire di voler giocare da protagonista.
Non potrà essere né marginale né escluso non per un malcelato desiderio di grandeur. Ma perché ha nel cassetto progetti concreti che si intersecano con l’azione allo studio ora delle Province di Frosinone e Latina. Primo su tutti quello che passa per l‘Area Vasta cioè la collaborazione e la divisione dei ruoli tra tutti i Comuni intorno al Capoluogo, generando così una piattaforma da circa centomila abitanti.
Protagonismo parziale
Quella massa critica di centomila abitanti è indispensabile per dare maggiore peso ai progetti Europei, alle strategie che passano per i tavoli Regionali e ministeriali, laddove Frosinone non risulta quasi mai una priorità in termini di investimenti e infrastrutture, rispetto ad altri.
Questo protagonismo solo parziale potrebbe essere attribuito, da un lato, al fatto che il Capoluogo ha perso nel corso degli anni alcuni punti di riferimento, politico e strutturale. Era da diverso tempo che il Comune di Frosinone non esprimeva un proprio parlamentare di sicuro riferimento: viceversa lo esprimevano aree confinanti.
Tanto per capire l’importanza della cosa, basta guardare Ferentino. Che se non avesse avuto per circa vent’anni un asse Comune – Regione – Parlamento guidato dal senatore Francesco Scalia ben difficilmente avrebbe potuto giovare dello sviluppo innescato a lungo termine dal prolungamento della superstrada Sora – Frosinone, dal nuovo casello autostradale, dal progetto per la stazione dell’Alta Velocità.
Oggi, la penalizzazione è stata colmata dall’elezione di Nicola Ottaviani: potrebbe portare i dossier di Frosinone nella stanza dei bottoni del Governo centrale. Così come è avvenuto per l’emendamento che ne raddoppierà l’ospedale Spaziani. Tutto Made in Ottaviani che venne preso per matto quando solo lo accennò.
Lì dove si prendono le decisioni
Frosinone ora ha la possibilità di giocarsi la partita dove vengono decise le strategie di sviluppo. E dove viene deciso a quali progetti destinare i soldi necessari alla crescita dei territori. Ad esempio, quelli del PNRR. La mancanza o insufficiente dotazione di investimenti sulla città di Frosinone, risulterebbe ancora di difficile comprensione.
Inoltre, il capoluogo ha perso anche l’influenza locale delle sedi. La Cgil ha unificato le Segreterie provinciali di Frosinone e Latina mettendo nel Pontino il centro decisionale; la Uil ha fatto altrettanto; la Cisl resiste e molto lo si deve al Segretario Generale del Lazio Enrico Coppotelli fautore del ruolo dei territori.
Unione industriale Frosinone oggi è Unindustria ed ha una centralità diffusa; la Camera di Commercio ha la sede centrale delle sue decisioni a Latina e solo la sensibilità di un presidente come Giovanni Acampora sta lasciando un ruolo anche alla sorella povera Frosinone.
Da un lato è un bene, perché si sviluppano sinergie a più ampio respiro e le cosiddette economie di scala. Dall’altro è però anche una perdita di importanti centri di decisioni, anche solo nominale, per Frosinone. Con tutte le conseguenze del caso.
Le grandi occasioni perdute
Dal punto di vista della competitività e delle mancate occasioni non si può negare quello che Frosinone ha perso nel corso degli anni. Come la sede Universitaria, poi realizzata a Cassino con ottimi risultati. O la Corte d’Appello di cui poi nulla si è più saputo: toccava a Frosinone dopo che a Latina era stata data la sede distaccata del Tribunale Amministrativo Regionale. Il polo logistico di Amazon è stato sviluppato a Passo Corese perché non c’è stata la volontà di realizzare l’Interporto pubblico negli anni Ottanta. Per finire con la scuola di volo elicotteri interforze dell’aeroporto Moscardini, destinata a Viterbo.
Certe “sconfitte”, alla lunga, si pagano. Eppure Frosinone può vantare una invidiabile posizione logistica, al centro praticamente di tutte le vie di collegamento, autostradali e ferroviarie. Potenzialità ancora inespresse compiutamente e che invece potrebbero essere sfruttate. Come sta già facendo una parte del mondo industriale. Nessuno si è accerto che il più grande polo del Freddo (i cibi surgelati) nel sud Europa stia nascendo a Ferentino grazie agli investimenti di una società olandese? Nessuno si è accorto che nel momento in cui il mondo ha avuto la febbre è stato il Polo Chimico Farmaceutico di cui Frosinone fa parte ad assicurare una parte strategica della risposta?
Una superstrada obsoleta
A questo proposito sarà fondamentale sviluppare il progetto dell’Alta velocità in maniera strutturale duratura. Con costi ed utenza ben diversi rispetto a quelli previsti fino ad ora. Così com’è, l’alta velocità rischia di essere l’ennesima occasione perduta per il capoluogo. Va ripensata, sviluppata ed il servizio reso fruibile in più orari.
Allo stesso modo è importante fondamentale lavorare per realizzare una via di collegamento veloce: la superstrada, che collega Frosinone a Latina. La Monti Lepini è ormai totalmente inadeguata al ruolo. Per mole di traffico, tempi di percorrenza e sicurezza. La Superstrada Frosinone – Latina è un progetto strategico ineludibile ormai: sia per il Capoluogo Ciociaro che per quello Pontino.
Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ha avuto il coraggio di dire che la città intercomunale è un progetto utile. Coraggio perché significa guardare oltre i campanili: non significa cancellare Ceccano, Ferentino, Veroli e farli divetare quartieri di Frosinone. Ma significa dividersi i compiti come se fosse tutta un’unica grande città decentrata. La crescita passa per la città intercomunale dei servizi: ambientali e di collegamento su tutti.
Il cambio di passo necessario
Per fare tutto questo, il Comune di Frosinone, il sindaco Riccardo Mastrangeli, l’intero Consiglio Comunale, non possono restare estranei al dialogo che stanno iniziando i presidenti delle Province di Latina e Frosinone.
Si tratta di un dialogo importante, strategico, di sviluppo, di coesione e di condivisione. Sarebbe certamente significativo per la Città e per le aspettative di ognuno, portare questo tema all’interno dell’Aula consiliare: nei modi, tempi e forme ritenute opportune.
Recitare un ruolo da protagonista nel progetto di sviluppo del Lazio Meridionale, sull’asse delle province di Frosinone e Latina, costituirebbe un importante traguardo, non solo per la maggioranza e l’opposizione, ma per tutta la città Capoluogo.
E non sarebbe una vittoria politica, ma di territorio.