Il mistero di Marino, sparito nel nulla

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Fausta Insognata Dumano

 

di FAUSTA DUMANO
Scrittrice e insegnante
detta ‘Insognata’

 

Da bambina ogni tanto sentivo dire ”ti pozzino accide”ma in realtà accanto a me ad Arpino non avevo mai visto uccidere nessuno. Sparatorie, colpi di pistola, erano legati ai film o alla cronaca di città lontane.

Una leggenda narrava di un bimbo sparito nella vicina Santopadre, non ho mai saputo se fosse vero che era stato mangiato dai lupi, oppure rapito dai pastori. Era un mistero che ogni tanto affiorava nei racconti .

Il primo giallo della città che ha alimentato la mia immaginazione fu la scomparsa di un infermiere dell’ ospedale di Arpino, Marino Rea. Nelle foto del favoloso archivio in bianco e nero di Piero Albery, l’ infermiere compare sui camioncini durante i suoi comizi. A quel tempo i comizi si facevano in piazza, anche quando sembrava che nessuno ascoltasse. Seduti al bar o camminando avanti e indietro per la piazza tutti ascoltavano…

Ero abituata ai suoi comizi, era un’ istituzione. Il tema ricorrente era la malasanità e l’ospedale. Non aveva un gruppo politico alle spalle, era un solitario della politica. Poi un giorno all’improvviso tutti cominciarono a chiedersi dove fosse finito.

Il primo giallo e credo l’unico di questa cittadina tranquilla. Il suo corpo non è mai stato rinvenuto, lasciando tanti interrogativi. Il suo nome per molto tempo è stato ”chiacchierato”. Dicevano «E’ finito in un giro pericoloso» ma poi nessuno era in gradi di specificare quale fosse questo fantomatico giro né quanto fosse pericoloso. Altri dicevano che «E’ sparito per dei debiti non onorati». Ma anche in questo caso, nessuno era in grado di dire con chi avesse contratto eventualmente il debito, a quanto ammontasse, a cosa gli fosse servito il denaro…   Nessuno lo sapeva dire, perché erano solo chiacchiere di paese, senza fondamento.

Ogni tanto compariva un articolo sulla stampa locale, poi è sceso il silenzio. All’ inizio pensavo al ”Fu Mattia Pascal” che avesse vinto alla lotteria e avesse cercato una nuova identità. Ogni volta che dall’archivio di Piero si squaderna una sua foto, scende un ”silenzio silenzioso”: tutti ricordano i suoi comizi. E anche qualche stranezza ospedaliera: si narra di alcune gocce di Guttalax nella minestrina.

Il primo giallo non si dimentica mai. La sua scomparsa aveva acceso i riflettori in un paese dove tutti sanno di tutti. Sparire nel nulla… Ricordi in bianco e nero di chi diceva che fosse stato disciolto nell’ acido… brusio di sottofondo. La camorra fa le prime vittime, gli zingari… Tutto ovattato, quel brusio del primo giallo in biancoenero dei miei ricordi

Foto: copyright Piero Albery

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