L’uomo della zolletta di zucchero

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Fausta Insognata Dumano

 

di FAUSTA DUMANO
Scrittrice e insegnante
detta ‘Insognata’

 

Ricordi in bianco e nero….: te lo ricordi, l’uomo della zolletta di zucchero? Quell’uomo con il camice bianco. La sua zolletta di zucchero aveva un potere magico.

Anni Sessanta, precisamente il ’66. Ricordi con molte sfumature: ero proprio una bimba, non arrivavo neanche al bancone dei negozi, non arrivavo neanche all’altezza dei campanelli. Una mattina mi ritrovai in fila indiana, tutti bambini. Ricordi in bianco e nero… una parola suonava forte: il vaccino. In Sicilia, al mare, avevo visto sulle braccia delle incisioni, era il simbolo del vaiolo. La malattia era stata debellata qualche anno prima, ma continuava ad essere un vaccino obbligatorio. I tatuaggi sul corpo in quel periodo erano il simbolo di chi era stato in galera, quell’ incisione invece i resti del vaccino…

Ricordi in bianco e nero… lo studio del dottore era in piazza Municipio, nel palazzo comunale. In fila speravo che il mio turno non arrivasse mai , da lontano non vedevo cosa succedeva. La porta si apriva, entrava un bimbo alla volta, si chiudeva e… ops usciva fuori un bambino. Poi una bambina sorridente. Mi feci coraggio, chiesi : «Dentro c’è l’ uomo dello zucchero, un uomo che distribuisce zollette di zucchero , ci versa sopra delle gocce colorate».  Bene, la mia fantasia comincia a galoppare, l’ Uomo dello Zucchero avrà una casa fantastica, che produce zucchero, come la casa di mia zia Maria ad Arpino, che produce cioccolata, ma questa è un’ altra storia, di cui parleremo un’altra volta.

L’ Uomo dello Zucchero viene dal Sud, dall’ isola, la Sicilia. Questo particolare, per una bimba cresciuta in due mondi paralleli, Arpino e la Sicilia, è un elemento di magia. Un uomo venuto dalla Sicilia a regalare lo zucchero.

Entro finalmente. Niente mal di pancia, niente voglia di fuggire dalla finestra aperta. Lo guardo: «Uomo dello Zucchero, da quale fiaba sei uscito fuori, hai anche tu una lampada per esprimere i desideri?» Lui mi osserva e senza troppo pensarci: «Nella mia lampada l’unico desiderio che posso realizzare è impedire che i bambini abbiano una gambetta più corta. Regalo lo zucchero per fare in modo che i bimbi possano correre, andare in bicicletta».

In quell’istante pensai: «Ma puoi fare le magie? Conosco dei ragazzini più grandi che non possono correre». Lui: «Possiamo provare a fare altre magie, tu intanto quando esci fuori, parla dell’uomo con la zolletta di zucchero».

‘Ricordi in bianco e nero… Crescendo ho scoperto che la zolletta di zucchero con le gocce era il vaccino contro la poliomielite, che chi non si era vaccinato aveva quella gamba più corta. Ricordi in bianco e nero. Quel vaccino all’inizio fu boicottato, veniva chiamato il ”vaccino comunista”, fu diffuso prima in Russia, solo dopo arrivò in America e in Italia.

Ricordi in bianco e nero sono la prima generazione della zolletta di zucchero. Ricordi in bianco e nero: ai miei tempi per la rosolia, il morbillo, gli orecchioni non esisteva il vaccino. Le nonne dicevano che queste malattie bisognava prenderle da piccoli, ci mettevano a letto con il cuginetto a ”chiazze”. Non mi sono mai ammalata. Ricordi in bianco e nero, con la prima pancia ho scoperto che prendere la rosolia era pericoloso.

Ogni volta che guardo la foto dell’Uomo della Zolletta di Zucchero, penso che in diversi angoli del mondo nascono bimbi con la gambina più corta. Leggo in rete di genitori contro le vaccinazioni, business delle case farmaceutiche… Ricordi in bianco e nero: ho vaccinato i miei figli… Tempi moderni e arriva nuovamente la meningite, che fare?

Cerco l’ uomo della fiaba… non c’è più. Mille interrogativi dentro di me.

 

Foto: copyright archivio Piero Albery, per gentile concessione dell’autore
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