Il maestro Angelozzi ed una scuola che cambia in modo radicale. Nel metodo e nelle figure. Dalle scopette al bar in piazza fino alla scoperta che è la terra a ruotare intorno al soler.
È stato uno dei maestri più popolari di Arpino, il maestro per eccellenza, che ha cresciuto generazioni di studenti con la sua umanità. Il maestro Angelozzi stava spesso nel salotto di Arpino, seduto al Bar Sport: le sue sfide a ”scopetta” ed a briscola sarebbero state degne di un torneo mondiale con tanto di diretta televisiva.
Il maestro era solito girare con una cinquecento gialla ed aveva una passione per la musica. Ha cresciuto generazioni intere educandole all’ascolto della musica, insegnando a suonare strumenti dal pianoforte, al flauto, passando per la fisarmonica. Il maestro musicista.
Come tutti, prima di arrivare nella Scuola Elementare principale, quella in paese, era stato in quelle di campagna: per un periodo a Vano, dove in tutte le classi faceva il maestro di flauto nelle prime ore. Ma era di quelli che insegnavano anche a far di conto e la grammatica. Tradizionalista ma severo al punto giusto, aveva una grande umanità: di quei maestri che lasciano il segno e da ex continui a cercarlo. Per il suo aspetto e il suo carattere veniva affettuosamente chiamato Pupone.
Vederlo giocare a carte faceva il suo effetto: perché era come vederlo uscire dal suo ruolo. Ma il gioco delle carte ad Arpino er molto popolare e le sfide in piazza erano dei veri spettacoli. Aveva la passione per la buona cucina e qualcuno più di qualcuno è stato fortunato ad apprezzare la sua creatività ai fornelli.
Non è stato il mio maestro, ma è stato il primo a farmi accettare il principio che fosse la Terra a girare attorno al Sole: da bambina avevo molte teorie strampalate, a partire da quella secondo la quale ogni paese avesse più cieli, legato al fatto che sentissi dire dai miei parenti ”scendi giù in Sicilia”. Il mio mondo era fatto di sali e scendi in aereo attraverso le nuvole. Difficile capire che la Terra gira, alla mia età, pensando che per andare giù ad Isola si dovesse prendere la macchina.
Lui introdusse nella mia vita il ciclo dei movimenti della Terra, fu così convincente che non abbia più dubbi. E da quel momento fu la terra a girare intorno al sole, non ci furono più cieli ma uno soltanto. Spesso lo trovavo nello studio di mio padre, in piazza e ogni tanto introduceva dei concetti estranei al mio pensare di ragazzina: l’orizzonte diventò un confine illimitato, impossibile da raggiungere.
Il maestro abitava Fuoriporta, con le figlie, un’altra generazione. Arpino delle volte l’estate diventava come New York, non avevi la dimensione di quanta gente venisse in vacanza soprattutto nel periodo del Gonfalone e così Rossella una delle mie migliori amiche, invece la nipote non l’ho mai conosciuta nella folla estiva di quegli anni.
Perché ho raccontato il maestro Angelozzi. Perché è il simbolo di come sia cambiata la scuola soprattutto Elementare, un tempo circolavano i maestri, oggi sono delle mosche bianche in un universo donna. Ma soprattutto è cambiato il modello di riferimento. E francamente, paragonandoli, qualche riflessione viene da farla.