Bambini dalla testa quadrata (Il Duro del weekend)

Luciano Duro

Narratore e Sognatore

[dfads params=’groups=105&limit=1&orderby=random’]

&nbsp

Luciano Duro
di LUCIANO DURO
Narratore e Sognatore

 

Due genitori, adagiati sul divano, guardano con grande interesse un noto programma televisivo, ma tra pochi minuti un altro canale trasmetterà la tanto attesa finale di “Champions League”. La televisione, quella grande che occupa mezza parete è una, il divano è comodo ma gli interessi sono contrapposti, la madre vuol vedere “Ballando con Le Stelle”, il padre la partita di calcio, entrambi si contendono il telecomando. Il bambino Luigi , terminati i compiti, cerca l’attenzione degli adulti, mentre sua madre fa valere con forza le proprie ragioni:
“Sei un prepotente, un tiranno, vuoi sempre vedere quello che piace a te, sempre le stesse cose: partite o western, western o partite, mai che io possa scegliere.”

Il padre replica stizzito mentre il telecomando passa da una mano all’altra:
“Avrò il diritto di vedere un po’ di televisione, dopo una giornata di lavoro ! E’ che mi rilassa … mi estranea … mi fa dimenticare l’ufficio, le carte, i clienti …”

La contesa è aspra: Il ballo o il calcio? Luigi assiste in un angolo della stanza, non è interessato alla TV, vuole l’affetto e l’attenzione dei genitori, si fa coraggio e si avvina.
“Papà oggi a scuola …”
“Maledizione il portiere è proprio fortunato! Scusami piccolo, questa partita, è davvero incerta…”

Il bambino mortificato dall’indifferenza del padre, si rivolge alla mamma che nel frattempo, soddisfatta, ha riconquistato il telecomando.
“Mamma, la maestra ha raccontato la storia di un popolo che…”
“Oh …che uomo … bello, prestante… e lei ha la grazia di una farfalla, che coppia straordinaria! Scusami caro… dopo …”

Luigi triste si avvia verso la sua cameretta, proverà a dormire:
“Gesù, ti prego, fa che la mia testa diventi quadrata, come una televisione, così i miei genitori mi guarderanno.”
Cade pesantemente sul letto, in un sonno profondo, ma qualcosa di strano, come un malefico incantesimo accade…
Tanti bambini dalla testa quadrata lo circondano e lo portano via nella città Spotlandia, un moderno paese dei balocchi dove si impiega il tempo vedendo una gigantesca TV, giocando con dei videogame, mangiando prodotti pubblicizzati.

Gli adulti di quella strana città hanno il volto inespressivo, vestono con una tuta argentata e dispensano gadget promozionali. Luigi è incredulo, catapultato in una dimensione irreale.
“Che strano sogno è questo? In quale mondo sono? Mi sembra di essere dentro un videogioco, questi bambini sono mostriciattoli!” Si tocca lentamente la testa e si accorge che anche la sua è quadrata: “ Mio dio, non volevo… era solo per dire… fatemi uscire da questo incubo!”

Un ragazzino, intento freneticamente a premere i pulsanti di un infernale videogame, si ferma e porge l’attenzione sul nuovo arrivato.
“Vuoi giocare è uno sballo! Bisogna uscire dalla prigione, avvelenare i cani, ammazzare le guardie, incendiare macchine, aprirsi un varco con il maxi cannone superlaser, fermare con il gas immobilizzante tutte le persone, entrare nel megamarket di giocattoli dove si potrà virtualmente prendere tutto ciò che vorrai.”
“Potrò prendere tutto ciò che voglio?” ribatte Luigi
“ Certo! Virtualmente si intende, in questo gioco ti avvicini talmente alla realtà che tutto ti sembra vero, possibile, a portata di mano… Ma tu da quale mondo arrivi ?”
“Io vengo da un mondo dove il tempo non ha più valore, le montagne sono diventate pietre ed i fiumi fango, tutti corrono senza guardarsi intorno e le parole non sono più musica, non è un mondo per bambini, i grandi stanno facendo del tutto per distruggerlo, sono sempre in guerra tra di loro, i miei genitori addirittura per un telecomando, e tu?”

Il piccolo non sembra così sorpreso da quelle parole:
“Il mio mondo non era diverso dal tuo, ma io avevo una mia, personale televisione nella cameretta, a 48 pollici, e guardavo programmi bestiali: Mostri volanti ed extraterrestri che invadevano la terra, bande di uomini duri che combattevano tra loro, senza esclusione di colpi. La mamma non mi sgridava, l’importante era che io stessi buono e zitto, con il volume ovviamente basso. Poi un giorno ero così proiettato dentro un film che fui attirato da un vortice magnetico e mi svegliai qui.”

Un altro bambino dalla testa quadrata si avvicina con aria confidenziale e supplichevole.
“ Sei nuovo, vedo, giochiamo insieme con Criptonik? il nuovo mostro della Giostik, pubblicizzato dalla TV, in una maxi offerta speciale? ”

Il piccolo Luigi è incuriosito da quel gioco.
“Non lo conosco è nuovissimo ?”

L’altro sorridendo, risponde con tono berffardo .
“Non nuovissimo è sul mercato da ben 15 giorni! E ’ addestrato alla mia voce e riceve comandi solo da me, ha negli occhi due raggi laser folgoranti e sputa un liquido verde che incolla.”

Il bambino non è a suo agio in quel mondo più caotico dell’altro da dove è venuto.
“Voglio tornare a casa, non posso più sostenere il peso di questa testa quadrata, se resterò ancora qui, diventerò come loro ed al posto del cervello avrò schede e microchips.”

Mentre si dispera, compare, avanzando lentamente, la figura pallida di un vecchio signore.
“Nonno cosa fai, fuori dal tuo mondo ?”
“Sono entrato nel tuo incubo, il vento mi ha portato il tuo lamento … ti ricordi quando, seduto sulle mie ginocchia, ascoltavi favole? Mi chiedevi sempre perché … perché nonno?… perché? … Continua Luigi a chiederti il perché di ogni cosa e non lasciare che altri inaridiscano la tua fantasia…”
“Oh nonnino, portami a casa, non lasciarmi qui.”
“Non andrò via, aspetta, chiudi gli occhi… Siamo sul treno, è velocissimo, guarda dal finestrino la verde pianura, gli alberi… Ecco ci sono anche i cavalli che galoppano e quasi gareggiano con la locomotiva… Su uno di quei cavalli c’è un bambino, aspetta lo conosco, sei tu Luigi e non hai la testa quadrata.”
“ Nonno, continua, a raccontare la tua favola…”

Ma il vecchio uomo scompare avvolto dalle nebbie di un tempo lontano e la magia è interrotta dal suono di un campanello che annuncia l’entrata degli adulti: “ È l’ora del pranzo ! Il pranzo di oggi è offerto dalla ditta Foodstar. Foodstar è amica dei bambini, produce cibi sani e nutrienti, non si cucina e si consuma in fretta. Foodstar è il pranzo ideale per crescere e vincere, diventerete forti e belli e sarete sempre primi.”
I bimbi mangiano voracemente, perchè si continuerà a giocare fino a sera, poi dormiranno nei lettini a forma di scatole, l’intero arredo è fornito dallo sponsor.

L’ora è tarda un adulto, con voce autoritaria, impone ai bambini dalla testa quadrata di dormire
“Bambini è ora! Domani la Giostik, giocattoli per grandi e piccoli, vi presenterà in anteprima il nuovo videogame Apocalypse, potrete simulare la guerra che distruggerà il mondo intero ed in omaggio gli occhiali di Harry Potter.”

Increduli i piccoli saltano di gioia … tempi di guerra totale, virtualmente si intende, ma poi è tutto così virtuale?…
Si spengono le luci e una “dolce” ninna nanna si diffonde…
“Dormi caro, mio monello
Come Potter sarai bello.
Sogna pure la tua guerra
Sarai forte mai a terra.
Vincerai oh mio spavaldo
Forte sarai come Ronaldo
E se alto vuoi volar
Mangia, mangia Foodstar.”

Mentre dormono, qualcuno trasporta nella grande stanza una gigantesca scatola che dovrebbe contenere il gioco per il mattino successivo. I bambini, svegliati dal rumore si alzano e incuriositi aprono l’enorme pacco regalo, ma sorpresa! Nella scatola c’è un grande pupazzo inanimato.
“Cos’è quest’affare? Dovevamo dichiarare guerra all’umanità, disintegrare il mondo, questo non è un robot, non ha armi super atomiche ed ha la faccia del buon cretino. Ho il sospetto! Potrebbe essere una spia, un sabotaggio per distruggere Spotlandia e tutti noi.”

Luigi cerca di dare una ragionevole spiegazione
“Probabilmente è un errore, il corriere del tempo ha scambiato inavvertitamente i regali ed ha depositato qui un giocattolo del 1968 di produzione polacca.”

Come in una fiaba, il pupazzo si anima, lentamente incomincia a muoversi ed a parlare: è un cantastorie! Si muove con eleganza ed agita le mani come un prestigiatore.
“Io sono un lago nella pianura, un vento sulle acque profonde, un’onda nell’oceano, un lucente raggio di sole, l’albero più bello, io sono una divinità che accende il fuoco, la pietra preziosa della montagna”.

Non capiscono le parole di quell’uomo che cammina come se ballasse un valzer, salta e sorride.
“Ma tu chi sei?” Insiste un bambino con gli occhioni spalancati da quell’inattesa sorpresa, non è uguale agli altri personaggi che scorrono veloci sul videogame.
Il cantastorie lo cinge alla vita, lo alza fino a guardarlo negli occhi, poi sorridendo e con voce rassicurante:
” Io sono la parola dei poeti !… Ecco mi spiego meglio, io canto storie, filastrocche… ascoltate con attenzione…”
C’è una guerra!
Piovono bombe sulla terra!
Facciamo una magia
Bim Bum Bam e le bombe vanno via
Si trasformano in confetti
Viva gli sposi, il prete e i chierichetti
Adesso chiudete gli occhi liberate la fantasia ed insieme si parte”
sciolto l’incantesimo i bambini volano nella stanza, come rondini nel cielo, volteggiano e si inseguono. Il cantastorie continua…
“volare verso il sole
portando le parole
in alto nell’azzurro splendente
fino all’orizzonte
giungere alla meta
con una notizia lieta
portare parole di pace
in un mondo che tace”
E’ come un magico rito che libera le piccole teste da tutti i condizionamenti di Spotlandia.

Non hanno più la testa quadrata e assaltano il grande video che trasmette, balbuziente, una sequenza confusa di immagini.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright