Cassino non si accontenta: l’università che risale la classifica e guarda lontano

L'Università di Cassino ha guadagnato 13 posizioni nella classifica Almalaurea 2025, evidenziando il suo impegno verso la qualità dell'istruzione e il successo occupazionale. Il dato non è solo tecnico. È politico, educativo, strategico. È la dimostrazione che anche nella provincia si può costruire un’università che non imita, ma innova; che non rincorre, ma anticipa.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Chi pensava che l’Università di Cassino si limitasse a vivere all’ombra della sua più celebre abbazia, dovrà aggiornare il proprio GPS culturale: l’ateneo cassinate ha appena scalato 13 posizioni nella classifica Almalaurea 2025 e, come dicono dalle sue parti, “mica per caso”.

Il dato non è solo tecnico. È politico, educativo, strategico. È la dimostrazione plastica che anche nella provincia profonda si può costruire un’università che non imita, ma innova; che non rincorre, ma anticipa. Mentre molti atenei inseguono la quantità, Unicas ha scelto di investire sulla qualità e sul rapporto diretto con gli studenti. E i risultati si vedono.

La fotografia scattata da Almalaurea è impietosa per chi resta fermo e generosa con chi si muove. Cassino lo ha fatto, e bene. In un anno il tasso di occupazione dei laureati triennali è salito di oltre 13 punti, sfiorando l’83%. Per i magistrali, a cinque anni dalla laurea, si tocca quota 86,3%. Ma il dato che davvero dovrebbe far sobbalzare le segreterie accademiche della penisola è quello sulla qualità del lavoro: il 68,1% dei laureati triennali ha un contratto a tempo indeterminato. Numeri che non mentono. Chi studia a Cassino, poi lavora.

Strategia studiata

E non è solo una questione di sbocchi professionali. Il 94,2% degli studenti si dice soddisfatto dell’esperienza universitaria complessiva. E se lo dicono gli studenti — quelli veri, che ci passano giornate intere in aula o dietro a uno stage — c’è da crederci più che a un post motivazionale su LinkedIn.

Marco Dell’Isola

Il successo di Cassino non arriva per caso. È frutto di una regia coerente, che ha puntato su un’alleanza tra territorio e visione globale. Il Rettore Marco Dell’Isola lo dice chiaro: personalizzazione dei percorsi, apertura internazionale, tirocini reali, non finti paraventi per i crediti formativi. Qui l’università ha scelto di essere utile, concreta, profondamente umana.

Altro che periferia. Cassino oggi è una frontiera: dell’integrazione tra sapere e lavoro, tra aula e azienda, tra formazione e cittadinanza. Una fabbrica di futuro con vista sull’Europa — grazie anche a Erasmus, all’alleanza Eut+ (quella che ha messo in rete dieci università europee) e a quel 13% di studenti internazionali che non scelgono Cassino per caso, ma perché ci vedono qualcosa che altrove non trovano.

È la smentita più elegante al pregiudizio provinciale che vorrebbe le università del sud come Cenerentole. Cassino, silenziosamente, è diventata principessa. E ora non ha nessuna intenzione di perdere la scarpetta.

Senza Ricevuta di Ritorno.