
La storia di Adamo ed Eva illustra la perdita causata da una scelta proibita. Come i giovani calciatori finiti oggi sotto indagine. Che, nonostante il successo, rischiano di perdersi a causa della mancanza di supporto e gestione nella loro vita.
In questi giorni Aldo Cazzullo, una delle penne migliori del giornalismo contemporaneo, sta portando sugli schermi di La7 il suo libro “Il Dio dei nostri padri” con il quale ripercorre il Vecchio Testamento.
Nella Genesi c’è il racconto di Adamo ed Eva, la loro cacciata dal Paradiso e l’inizio della storia dell’umanità. Avevano tutto. E nulla di più potevano desiderare. Tranne un albero, dal quale nasceva il frutto della sapienza. Uno solo tra migliaia. Eppure proprio quel solo frutto proibito li portò a perdere tutto.
Se qualcuno pensa che sia una favola, gli basta guardare la Cronaca di queste ore: in 12 (ironia della sorte un numero biblico) sono finiti indagati per avere mangiato l’unico frutto che gli era vietato.

Dodici ragazzi arrivati al successo, che calciano un pallone in Serie A ed in Nazionale, con uno stipendio da favola e non da metalmeccanico o da precario. Che possono comprarsi qualsiasi cosa e placare qualunque capriccio.
A loro è vietato scommettere: su qualunque disciplina sportiva. È quello che hanno fatto: non si sono venduti le partite, non hanno scommesso sul calcio. Ma è vietato lo stesso perché sono professionisti. E lo sanno dal momento che non sono degli ingenui e vivono in un contesto ultra-professionale, con entourage, procuratori, dirigenti, avvocati.

Chi arriva al successo da giovanissimo spesso non ha gli strumenti per gestirlo. Guadagnano milioni, vivono in bolle dorate, ma restano ragazzi. Il gioco d’azzardo può diventare una valvola di sfogo, una scarica di adrenalina. Una trappola.
Non è solo una violazione sportiva, è un campanello d’allarme. I club investono milioni su questi giocatori, ma spesso li lasciano soli nella gestione della loro vita personale. Non basta insegnare a tirare un rigore. Bisogna anche insegnare a riconoscere un rischio, a dire no, a chiedere aiuto. A diventare uomini. E non ragazzini che ora rischiano di bruciarsi: per una mela, come Adamo ed Eva.