
La Guerra Fredda, la Cortina di Ferro, l'armamentario di paura che governava le nostre vite negli Anni 80. Ora tutto rischia di tornare. Con un banale voto democratico
Era il 1980 ed avevamo paura. Paura di non poter vivere la nostra giovinezza: perché l’equilibrio nel mondo era appeso ad un filo. Un filo e la razionalità di un colonnello sovietico: Stanislav Petrov.
La sera del 26 settembre 1983, mentre era in servizio presso un centro di comando dell’Armata Rossa decise di non premere un bottone: tutti i segnali da tutti i sistemi gli imponevano invece di farlo. Perché gli Stati Uniti – dicevano – avevano lanciato un attacco nucleare. Non siamo cenere e c’è ancora vita sulla Terra perché quell’uomo non volle premere il grilletto.

All’epoca era normale che tutti a 18 anni o su di lì partissimo per imparare a sparare, attraversare i reticolati nemici a passo di leopardo, innescare una bomba, tagliare la gola ad un avversario usando la baionetta. E nessuno aveva certezza di un domani che un qualsiasi Stanislav Petrov ci avrebbe potuto negare.
Dirompente fu il cantante Sting, da poco uscito dal mitico gruppo dei Police: incise un brano di straordinaria bellezza intitolato Russians, nel quale cantava “spero che anche i russi amino i loro bambini come noi amiamo i nostri”. Poi fu Gorbaciov, la Perestrojka e tutto quello che l’attuale presidenza russa condanna.
Indietro nella Storia

Oggi la Bild scrive che I servizi segreti occidentali temono che i negoziati tra Usa e Russia a Riad sulla possibile pace in Ucraina possano portare alla fine della presenza delle truppe statunitensi in gran parte d’Europa. “Si tratta delle richieste di Putin, vale a dire il ritiro delle truppe statunitensi da tutti gli stati della Nato che hanno aderito all’alleanza dopo il 1990”.
Sarebbe la fine dell’asse che ha evitato la vittoria del nazifascismo, la fine dell’Europa con le sue democrazie, il ritorno ad una situazione di tensione che riporterebbe la cortina di ferro. Il ritorno ad una vita da incubo.
Il tutto, con un’elezione democratica: pensateci a quanto vale il voto.