Gli dei non muoiono. Hanno un loro personale Olimpo. Nel quale oggi hanno chiamato Matilde Lorenzi
Non devi avere paura. Nemmeno se il cancelletto si apre e ti spalanca la vista su un precipizio infinito. È proprio quel vuoto assoluto davanti ai tuoi piedi la strada sulla quale sta la tua sfida: buttandoti giù a capofitto e dominando ogni centimetro, sempre più veloce, ogni curva, piegando e fingendo di assecondare la pista.
Fingendo, si: perché alla fine, dopo una manciata di secondi la vincitrice sei tu e non lei. Tu arrivi in fondo a quella strada impossibile e ci arrivi come una freccia sparata su un numero da superare, un nuovo record da stabilire.
La paura si batte con l’adrenalina e la concentrazione. Poco importa che sia pericoloso: i miti, gli dei, non muoiono mai, al massimo arrivano nel loro Olimpo.
Meglio un sogno che un rimpianto
Tutti abbiamo un sogno. Molti muoiono con il rimpianto: per non averci provato, non avere avuto il coraggio di farlo. L’eterno dilemma: meglio una vita al limite, cercando di cavalcare una cometa? O una tranquilla ma segnata dal rimpianto?
Non ha avuto dubbi Matilde. Si è lanciata, ogni volta concentratissima, ogni volta più veloce, fino a diventare una promessa del nostro sci. Non ancora una dea ma quasi, che nel tempo libero con i suoi vent’anni amava la cucina e preparare i dolci, leggere libri e fare l’uncinetto: soprattutto prima delle gare che rilassa tanto.
Chissà se ha avuto paura l’altro giorno Matilde Lorenzi al momento di lanciarsi giù sulla ripidissima pista da sci in val Senales con la nazionale azzurra. Forse non più delle altre volte: perché tra una vita di rimpianti ed una a cavallo di un sogno non c’è paragone.
Velocissima sulla neve, elegante, perfetta, divina: gli dei non muoiono, vanno nel loro Olimpo. I numi dello sci l’hanno voluta con loro: maledettamente presto, non abbastanza da toglierle il tempo di insegnarci che non devi avere paura se hai un sogno da inseguire.