I sogni interrotti nella valigia di Charles

Charles Yeboah Baffou e la sua storia. Che mette tutti di fronte ad un' evidenza. C'è chi rispetta le leggi, non è un clandestino, nonostante la pelle di colore diverso. Quel giorno è stato a lezione e poi ha lavorato. La dignità delle persone immigrate, contraddicendo luoghi comuni. Sui quali dovremmo interrogarci

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Al di là dei nomi, al di là delle situazioni. Di colpevoli ed innocenti, di attenuanti ed aggravanti. Il caso di Charles Yeboah Baffou ci mette tutti di fronte ad un’evidenza.

L’universitario morto durante un intervento chirurgico nell’ospedale di Cassino era un ragazzo di 24 anni, arrivato in Italia dal Ghana rispettando le Leggi: suo padre aveva preceduto la famiglia, si era trovato un lavoro, si era fatto apprezzare. Ed appena avuti i requisiti di legge aveva portato in Italia anche il resto della famiglia. 

Aveva scelto Cassino per studiare perché, oltre alla qualità degli insegnamenti, ha un sistema che consente ai più meritevoli di avere le borse di studio. Si è applicato, ha preso la laurea triennale con ottimi voti e l’indomani si è scritto alla specialistica in management Internazionale. E tra poco si sarebbe specializzato.

Lavorava per mantenersi agli studi Charles. Lo ha raccontato oggi la collega Angela Nicoletti:

“quel giorno era stato a lezione. Poi, senza fermarsi un attimo, aveva lavorato otto ore dentro un’azienda di Ceprano, a caricare e scaricare bidoni di rifiuti. Un lavoro duro, faticoso, che affrontava con dignità e determinazione”.

“Aveva preso il treno per tornare a Cassino. Sul suo monopattino sognava solo di arrivare a casa, mangiare qualcosa, dormire. Poi l’incidente. Poi il dolore. Poi l’inizio della fine”.

Esiste un mondo, in questo mondo, fatto di persone per bene. Come Charles, suo fratello Nana Osei, il loro padre che ha già subito la perdita della moglie. Un mondo di gente che rispetta le leggi: ricordandoci che non basta avere la pelle di colore diverso per essere dei clandestini, degli sfaccendati, dei parassiti. Come qualcuno vorrebbe farci credere. 

Un mondo fatto di persone che con la forza delle loro braccia, il talento nello studio, la dignità, il rispetto delle leggi, ha il diritto di mettere i sogni dentro una valigia. E venire in Italia, a Cassino, per cercare di realizzarli. Quello di Charles era di diventare un assistente universitario: gli piaceva il mondo accademico.

Quanti luoghi comuni sono scattati nella mente di chi lo ha visto catatonico, dopo essere stato dimesso alle 3.30 della notte? Adagiato su una sedia, in attesa che qualcuno si accorgesse di lui. Che non ha urlato, non si è ribellato, ha aspettato educatamente che cambiasse il turno.

Al di là di nomi e situazioni, colpevoli ed innocenti, giustificazioni ed aggravanti: è questo che dovremmo domandarci. Ognuno di noi.

Senza Ricevuta di Ritorno.