
Il caso della neonata morta. I medici indagati. E quello di loro che ha deciso di andare via, congedandosi dalla vita a soli 39 anni
Uno dei più grandi successi nella sfida ai nostri limiti ci ha consentito di sollevarci da terra e non solo volare ma anche raggiungere lo spazio. E viaggiare tra quei puntini luminosi che sono stelle e pianeti.
La grandezza della scienza umana ha rubato all’immensità della volta celeste una parte dei suoi segreti più intimi. Siamo andati su Marte dopo essere stati sulla Luna, il mitico Voyager I ha superato gli spazi conosciuti e seppure a fatica trasmette ancora le sue informazioni.
Intorno a noi solo roccia, deserto, grigiore, silenzio. Nulla a che vedere con il rigoglio di colori di una Terra segnata dalla vita. Non sappiamo come sia arrivata ma ci affascina e ci intenerisce: di fronte al cucciolo di qualsiasi specie, soprattutto quella umana.
Il controllo di volo

Aiutare ad arrivare alla vita è professione complessa, delicata, logorante: perché c’è una donna che ti si affida del tutto nel momento fisicamente più doloroso della sua esistenza. Perché c’è una creatura che deve nascere e senza di te non sempre potrebbe. Per dirla nel mondo della fantasia: c’è una cicogna che deve atterrare e serve da terra chi faccia i giusti segnali.
Il 31 gennaio a Brescia non tutto è andato bene. Ed un neonato è morto durante il parto. La famiglia ha chiesto di sapere perché e dieci sanitari sono indagati. Uno di loro non spiegherà: ha scelto una sua personalissima strada per congedarsi dalla vita e raggiungere quel neonato che non è riuscito a far nascere.
Uomini in divisa accerteranno se ci sia una relazione tra le due cose. A noi che sogniamo piace pensare che quel controllore di volo delle cicogne sia andato a consolare quel bambino mai nato. Sapendo che la mamma non si consolerà mai.
(Foto di copertina © DepositPhotos.com).