La lezione che viene dal Filetico di Ferentino. Con i ragazzi che per una volta salgono in cattedra. E danno un insegnamento alla generazione dei genitori
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C’è un merito che va riconosciuto ai liceali del Filetico di Ferentino.
Il giorno dopo la lite tra due loro compagni sedicenni finita a coltellate (ed un omicidio sfiorato) hanno demolito con una semplice azione buona parte dei luoghi comuni sui giovani, dimostrando quanto sia in errore chi li considera amorfi e disimpegnati. Soprattutto, quei ragazzi hanno dato una lezione di civiltà alla generazione dei loro genitori.
Sono scesi in piazza: non per sfogare la tensione, non per giustificare un giorno di assenza dalle lezioni.

Lo hanno fatto per prendere posizione, denunciare, lacerare quell’insopportabile velo di ipocrisia che avvolge buona parte delle cose intorno alle quali si muovono.
Con chiarezza hanno detto che si sapeva benissimo di uno studente che andava a scuola armato di coltello. E che lo aveva usato per spaventare altri compagni.
Siamo nell’epoca in cui nessuno muove qualcosa e tutti cercano di lasciare le cose come stanno. Nessuno firma, neanche se è un atto dovuto; nessuno dichiara, nemmeno se è un’evidenza. Ad ogni livello si attende che sia un magistrato a dire quello che va fatto. Ed a scanso di contestazioni, si attende la Cassazione. Nel frattempo tutto resta immobile.
I liceali di Ferentino hanno rifiutato questo sistema. E messo il mondo degli adulti di fronte alle sue ipocrisie.
Quelli con la testa sulle spalle sono loro: non noi.



