Il tempo non cancellerà la verità per Serena

Il ministro Nordio invita a “lasciar perdere” le verità giudiziarie troppo lontane nel tempo. Ma la Giustizia non può avere una data di scadenza. Certe ferite non si rimarginano con l’oblio ma solo con la verità. Anche se arriva tardi.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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“È tempo di oblio” ha detto Carlo Nordio. Lo ha detto da ministro della Giustizia, non da storico, né da opinionista in cerca di provocazione. E lo ha detto al Salone della Giustizia, proprio nel luogo in cui la verità dovrebbe essere celebrata, non sepolta. Parlando di processi lunghi decenni, come quello sul delitto di Garlasco, ha invitato a voltare pagina. A smettere di cercare. A “lasciar fare agli storici”.

Garlasco come Arce ed il delitto di Serena Mollicone. Due tragedie sovrapponibili. Con un innocente finito in carcere nel caso di Serena, uno che ha scontato una decina di anni in quello di Garlasco. E, in entrambi i casi, tanti sospetti ma nessun colpevole accertato.

Ragazze ammazzate, non statistiche

Serena Mollicone

Dal punto di vista tecnico, quanto detto dal ministro ha un fondamento. Ma il fatto è che quei delitti non sono statistiche. Di mezzo ci sono due ragazze ammazzate. Ed almeno due assassini in libertà. Ci sono genitori, amici, fratelli che non hanno avuto ancora un perché ed un chi. Ci sono due persone strappate alla vita che ancora non hanno Giustizia.

L’oblio non è una cura, è una resa. E da un Guardasigilli non ci si aspetta che alzi bandiera bianca davanti al tempo. Perché sono ancora vivi quelli che nelle due storie non possono dimenticare. Perché ci sono verità che non devono essere abbandonate. La Giustizia non è una busta di latte: non ha scadenza, ha solo una missione: fare luce, anche quando è difficile, anche quando il tempo è passato.

Il timbro “Troppo tempo”

Il DC9 di Ustica

Nordio dice che dopo trent’anni non si può più ricostruire nulla. Ma allora cosa dovremmo fare di Ustica, di Bologna, di Emanuela Orlandi, di Giulio Regeni, di Marta Russo, di Ilaria Alpi. Archiviare? Cancellare? Mettere il timbro “troppo tardi” su tutto ciò che fa male e che non torna?

Le verità scomode hanno bisogno di ostinazione, non di rassegnazione. Perché la Giustizia non è un orologio che si ferma quando il tempo è scaduto. È un dovere che si rinnova ogni giorno, per chi attende risposte e per chi ha il diritto di essere scagionato, se davvero innocente.

L’oblio non è mai una soluzione: è solo la complicità del silenzio.

Senza Ricevuta di Ritorno.