La Chiesa dice no ai soldi sospetti

L'arcivescovo di Gaeta, monsignor Luigi Vari, ha rifiutato una donazione controversa per la festa di San Giovanni Battista, sottolineando l'importanza dell'etica e della coerenza. La decisione ha scombussolato i piani dei comitati, ma promuove una festa autentica.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Nel silenzio fragoroso delle consuetudini, ogni tanto arriva un gesto che fa rumore. È quello dell’arcivescovo di Gaeta, monsignor Luigi Vari, che ha detto no — senza tentennamenti — alla donazione promessa da una società attualmente sotto la lente d’ingrandimento per possibili irregolarità. Un rifiuto netto, fermo, che ha colpito al cuore l’organizzazione della festività patronale di San Giovanni Battista a Formia, una delle più importante nella provincia di Latina.

È difficile, oggi, rinunciare al denaro. Il vescovo aveva decine di pretesti per accettarlo. Ad esempio perché serviva a finanziare eventi religiosi molto sentiti dalla comunità, soprattutto in un anno giubilare che culminerà con l’incontro delle statue dei patroni il 2 e il 24 giugno. Eppure la Chiesa del Golfo ha scelto una strada chiara: nessun compromesso, nemmeno in nome della tradizione, nemmeno per salvare un programma tanto atteso.

Questione di coerenza

Luigi Vari

È una decisione che manda un messaggio fortissimo. Non è solo una questione di soldi: è una questione di coerenza. Di etica. Di esempio. In un tempo in cui tutto sembra negoziabile, in cui i valori vengono spesso barattati per convenienza, la posizione di monsignor Vari è una boccata d’aria pulita. Un no che vale più di mille sì.

Certo, il rifiuto ha spiazzato. I comitati, abituati a contare sull’appoggio economico di chi può permetterselo, si sono ritrovati a dover rivedere piani, bilanci e aspettative. Si parla di 50mila euro saltati. Ma questa è la sfida: fare festa, sì, ma con coscienza. Riscoprire il valore autentico della partecipazione popolare, del dono sincero, del piccolo contributo raccolto porta a porta. Meglio una festa sobria che una festa ambigua.

La processione di San Giovanni Battista a Formia

Ora anche altri parroci del sud pontino stanno seguendo la linea tracciata da Gaeta. E questa coerenza collettiva, anche se simbolica, ha un peso specifico enorme. Significa che la Chiesa non vuole solo parlare di legalità nei sermoni, ma applicarla nei fatti. Anche quando costa. Anche quando crea disagio.

È un atto rivoluzionario. Come il Vangelo. Che non chiede di organizzare grandi eventi, ma di camminare con rettitudine.

Monsignor Vari e i parroci che lo stanno seguendo ci ricordano una cosa semplice e fondamentale: la vera festa non si misura con i fuochi d’artificio, ma con la limpidezza del cuore che la celebra.

Senza Ricevuta di Ritorno.