
Ci sono piccoli segnali che non vanno mai trascurati. Perché possono portare ad un'enorme differenza.
Silenzioso. E per questo più subdolo e micidiale: come il nemico che striscia nel tuo campo e si prepara a pugnalarti. Un colpo secco e via. Nemmeno il tempo di capire cosa succede. L’ictus è così.
È differente dall’infarto, che spesso si annuncia con segnali chiari e riconoscibili: il dolore al petto, acuto e profondo, intenso e spesso si irradia al braccio sinistro, alla mandibola o alla schiena. Cominciamo a sudare, abbiamo un senso di nausea ed una sensazione di oppressione. Il corpo, insomma, lancia segnali chiari di pericolo. E se riconosciuti in tempo, questi sintomi permettono di agire. Poco tempo per salvare la vita del paziente, non sempre. Un’altra differenza chiave sta nella causa. L’infarto è un problema di circolazione coronarica: un’arteria che porta sangue al cuore si blocca, causando la sofferenza e la morte del tessuto cardiaco.

L’ictus, invece, è un problema cerebrale: o un’arteria che porta sangue al cervello si ostruisce (ictus ischemico) o si rompe (ictus emorragico). E lo fa senza preavvisi. Un solo istante. La debolezza è improvvisa, la difficoltà nel parlare immediata, perdita dell’equilibrio o della vista. Il problema è che questi sintomi vengono facilmente scambiati per stanchezza o malessere passeggero. Il tempo, quel tempo, sono tutto in caso di ictus.
Nel 1985, quando su questa rete raccontavamo i casi di ictus c’erano due possibilità: o si moriva o si restava su una sedia a rotelle. Ogni minuto che passa può compromettere in modo irreversibile le funzioni cerebrali: la testa, istante dopo istante, non viene rifornita di sangue e muore. Oggi a Frosinone c’è un’Unità di Trattamento Neurovascolare: che non è a Roma, non prendi il Raccordo, non ti devi raccomandare. Basta che arrivi in tempo.

Riconoscere un infarto è spesso più facile perché il dolore ti urla contro. L’ictus, al contrario, sussurra o resta in silenzio e poi colpisce.
Per questo non bisogna avere paura di andare al Pronto Soccorso: come accaduto otto giorni fa, quando mia moglie ha detto “Tra tanti Codici Verdi, uno in più o in meno non farà differenza”. Aveva ragione.