
Quando evadiamo le tasse, lo Stato giustamente si mette sulle nostre tracce. Ma cosa accade quando è lo stato a non pagare? Come avviene per i Ministeri e Palazzo Chigi nei confronti del Comune di Roma
Immaginate quando vi arriva a casa una bolletta da pagare. E dimenticate di farlo. Oppure non potete. State certi che lo Stato o chi dei suoi Enti ve l’ha inviata, se ne ricorderà: e prima o poi vi verrà a cercare, pretenderà i suoi soldi, reclamerà gli arretrati e gli interessi. E se vi ostinate a non pagare emetterà un ruolo.
Certo: in fondo in fondo aveva ragione quel Ministro delle Finanze secondo il quale pagare le tasse è bello. Perché significa che si è guadagnato, oppure che si sta contribuendo ai servizi che andranno a beneficio di tutti.
Va bene. Diamola per buona.

Ma i cittadini prendono esempio dallo Stato. E se è proprio lo Stato ad evadere le tasse allora c’è qualcosa che non funziona. Come nel caso della Tassa sui Rifiuti che – nel loro caso – i Ministeri devono pagare al Comune di Roma. E invece, è emerso, non lo fanno. E non solo loro: nemmeno Palazzo Chigi paga.
Oggi Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, ha tirato fuori i dati: dal 2017 al 2024 Presidenza del Consiglio e Ministeri hanno accumulato un debito di 17 milioni di euro.
Il vero problema è il messaggio che viene dato ai cittadini, il pessimo esempio. Non si può chiedere di contribuire ai servizi collettivi e poi non farlo in prima persona: perché suona come un privilegio, un vantaggio ingiusto, una differenza tra la Casta ed i cittadini.
O se preferite, come il Marchese del Grillo all’uscita della bisca, mentre gli altri venivano arrestati e lui no perché era un nobile: “Io so’ io e voi siete un… ”