Nel 1917, molti giovani morirono per poche terre tra Italia e Austria. Oggi, un comitato italo-svizzero deve aggiornare i confini a causa del ritiro dei ghiacciai. In Sicilia manca l'acqua e si adottano misure draconiane. Ci siamo ammazzati per nulla. Priorità sbagliate nelle spese globali. Perché continuiamo ad ucciderci per niente: in Ucraina, in Libano, nella Striscia
Nel 1917 quasi un’intera generazione di ragazzi è stata decimata. Morti nell’età in cui oggi si prende la patente e si cerca di sfilare le chiavi della macchina a qualcuno in casa per infrattarsi. Loro morirono letteralmente per pochi metri di terra: anzi di roccia. Sassi che segnavano il confine tra Italia ed Austria.
La natura è impietosa: segue il suo corso. Cento anni dopo: per capire se siano tanti o pochi basta dire che cent’anni fa ad ammazzarsi sui monti c’erano i bisnonni ed oggi a parlare di sassi e infrattamenti ci sono i pronipoti.
Il confine che si muove
Una commissione Italo – Svizzera sta aggiornando i confini: verranno spostati di 150 metri, sotto la cima del Monte Cervino, tra la regione svizzera di Zermatt e la Valle d’Aosta. Senza guerre e senza spargimenti di sangue. Ma non per un eccesso di civiltà né perché, dopo avere venduto l’argenteria, ci vendiamo ora pure le montagne.
La ragione è che siccome sui monti ci sono i ghiacciai perenni il confine passava sulla loro cresta. Oggi la natura ci ha detto che i ghiacciai ‘pensavamo’ che fossero perenni: invece sono quasi del tutto scomparsi. E si deve aggiornare la linea del confine.
È la stessa ragione per cui poco più a sud, in Sicilia, stanno patendo la sete. Non per modo di dire. A Caltanissetta per ridurre le presenze in città stanno facendo lezione all’università tenendo la gente a casa, come ai tempi del covid. Ad Enna si preparano a valutare la stessa soluzione: non c’è acqua.
Le priorità in dubbio
Nel Lazio, i Consorzi di Bonifica da alcuni anni combattono una battaglia per assicurare l’acqua agli agricoltori. Tutti i giorni. In queste ore, ad esempio, stanno salvaguardando i fossi Vadisi, Tosca e Pantano Suricone, nella zona industriale di Patrica.
Forse abbiamo sbagliato le priorità. Ed invece di ammazzarci in Ucraina, in Libano, nella Striscia di Gaza, avremmo potuto spendere quei soldi per cercare come salvarci: da un clima che sta per metterci fuori. Tutti.