La forca era pronta. Il cappio è rimasto vuoto

Giustizia non è urlare al colpevole. È cercare la verità, anche quando non fa comodo. Come insegna il caso di Ceccano.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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C’è una giustizia che indaga, ricostruisce, distingue. E poi c’è un’altra giustizia – la più spiccia, la più crudele – che si consuma nelle piazze social, nei bar, nei gruppi WhatsApp. È la giustizia del “già colpevole”, quella che non ha bisogno di prove, né di udienze, né di avvocati. Basta l’arresto, o anche solo l’odore di un’indagine, per accendere le torce, brandire i forconi e immaginare il linciaggio in pubblica piazza.

Nel caso dell’inchiesta “The Good Lobby”, a Ceccano, questa giustizia parallela ha avuto il suo momento di gloria. Bastava sussurrare il nome di un amministratore, ed ecco che si scatenava la fantasia popolare: assessori in manettedeputati coinvoltiun sistema corrotto fino al midollo. Nessuno escluso.

E invece la verità – quella che cammina con passo lento ma fermo – dice oggi qualcosa di diverso.

La conclusione delle indagini

Roberto Caligiore

La Procura Europea ha concluso le indagini. E quel che ne esce non è un sistema marcio, ma un caso circoscritto, che – secondo l’accusa – ruota attorno a una persona: il sindaco Caligiore. Al quale va riconosciuto anche ora il diritto alla presunzione di innocenza. Le ipotesi di reato restano gravi, ed è giusto che si arrivi a processo. Ma tanti nomi che erano stati impiccati al palo della pubblica gogna oggi ne escono del tutto. Per alcuni di loro si va verso l’archiviazione, in silenzio. Lo stesso silenzio che, al contrario, aveva lasciato spazio all’urlo della condanna anticipata.

Non è solo una questione di diritto. È una questione di dignità e onestà intellettuale. Nessuno, tra chi gridava allo scandalo universale, oggi medita. Nessuno riconosce che la sete di scandalo ha divorato anche degli innocenti. Che il danno d’immagine, a tutta una città è stato fatto.

Sia chiaro: non si tratta di assolvere in anticipo chi deve rispondere di accuse serie. Ma tra indagine e condanna non c’è spazio per il fango indiscriminato. In questo e qualsiasi altro caso.

Oggi si chiude un capitolo, ma restano le macerie morali lasciate da chi eventualmente ha lucrato sui denari pubblici frutto delle tasse di lavoratori e pensionati. A cui si aggiungono però quelle di chi ha preferito la gogna al processo.

Senza Ricevuta di Ritorno.