La forza della denuncia, contro il ricatto quotidiano

Il coraggio di non piegare la testa. Che evita di essere ricattati per sempre. E mette in moto la macchina dello Stato: che c'è e sa intervenire

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C’è un’Italia silenziosa che ogni giorno combatte una guerra senza nome. Non è fatta di eroi in divisa, ma di imprenditori, commercianti, cittadini comuni. Come il ristoratore del Sorano, che ha avuto il coraggio di dire no. 

No alla prepotenza, al ricatto, alla paura mascherata da goliardia. No a chi si presenta in ventisei, paga per quindici e pretende pure il brindisi servile del titolare, evocando allusioni di fuoco e vetri rotti.

Carlo Fucci

La storia, raccontata dalla Procura di Cassino e dai Carabinieri, ha un finale diverso da quelli che ci si aspetta e si vedono nei film: niente laghi di sangue, niente esplosioni, nessuna ingiustizia elevata a sistema. Al contrario, come nei vecchi fil in bianco e nero: arrivano i nostri. Non con la divisa del generale Custer e del VII Cavalleggeri ma dei carabinieri. 

Due arresti, accuse di estorsione, indagini partite da una semplice chiamata notturna e concluse con indizi molto precisi.  È una lezione per tutti: denunciare funziona. Ma soprattutto: lo Stato c’è, se lo si chiama.

No al ricatto

In questa provincia troppo spesso si è chinato il capo davanti all’arroganza. Il Procuratore di Cassino oggi ha voluto che la cosa fosse chiara ed ha organizzato una conferenza stampa: ogni gesto di intimidazione tollerato è un mattone nel muro della rassegnazione.

Denunciare non è solo un diritto. È un dovere civico. È la scintilla che innesca la macchina della giustizia. È l’unica risposta possibile per non restare complici di un sistema marcio.

Adesso c’è motivo di brindare. A chi ha avuto il coraggio di parlare. Ed a chi gli ha dato ascolto.

Senza Ricevuta di Ritorno.