La fragilità dei campioni, la dignità di chi non si arrende

La fragilità della vita. Che colpisce anche quelli che sembravano scolpiti nel marmo. La parabola di Stefano Tacconi e della sua nuova casa popolare

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Ci sono storie che colpiscono dritte al cuore perché raccontano la fragilità della vita, anche quella di chi sembrava invincibile. Stefano Tacconi è un’icona per chi oggi ha i primi capelli bianchi: fu portiere della Juventus e della Nazionale italiana, uno di quei campioni che sembravano scolpiti nel marmo. Forte, carismatico, con la sicurezza di chi sa di poter volare da un palo all’altro senza paura di cadere. 

Oggi, però, la sua vita racconta una realtà ben diversa, lontana anni luce dai fasti di un tempo. Nel 2022: un calcio di rigore sparato fuori regolamento, come se non fosse stato rispettato il fischio dell’arbitro, all’improvviso senza nemmeno il tempo di posizionarsi tra i pali e pure subito in un istante. Un’emorragia cerebrale ha stravolto la sua esistenza. Quel corpo che un tempo lo aveva reso un simbolo del calcio si è improvvisamente fermato, costringendolo a combattere una battaglia molto più dura di qualsiasi finale. 

Ha resistito, aggrappato alla sua famiglia: pilastro saldo in una tempesta che sembrava infinita. Oggi Stefano Tacconi vive con i suoi cari in una casa popolare, ben distante dalle lussuose ville con piscina in cui molti lo immaginerebbero. Perché è quello il posto, nel nostro immaginario, dove devono stare i grandi talenti con le stelle degli scudetti sul petto e la maglia della nazionale sulle spalle. Invece, una casa semplice, fatta di sacrifici e speranza.

Giorgio Chinaglia

La sua parabola non è unica. Altri grandi campioni hanno conosciuto il lato più crudo della vita dopo il ritiro. Giorgio Chinaglia, trascinatore della Lazio, visse gravi difficoltà economiche negli ultimi anni. Paul Gascoigne, talento puro ma fragile, ha lottato contro demoni interiori che spesso l’hanno sconfitto. Persino Diego Armando Maradona, la più grande stella del calcio mondiale, ha vissuto tra gloria e tormento, inseguendo una serenità che sembrava sfuggirgli sempre di mano.

Storie che fanno male. Perché sembrano collocare i campioni fuori dal loro posto, lontani dal pantheon che in vita ed in gioventù si sono meritati. Storie che ci ricordano che dietro i campioni ci sono uomini, con le loro paure, fragilità e sogni spezzati. Ma c’è una lezione che Tacconi ci insegna: la forza di non arrendersi. Nonostante tutto, lui sta lottando. Con dignità: un nuovo trofeo, più importante di qualsiasi coppa alzata al cielo.

Senza Ricevuta di Ritorno