L’amore per tutti, la forma più alta del coraggio

Due uomini, un sogno: servire il Paese. Lorenzo Nucheli e Simone Mettini hanno perso la vita inseguendo il dovere più alto — esserci per gli altri, senza condizioni.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Vivere per gli altri, mettere la propria vita a rischio per chi non si conosce. È una forma di martirio civile quello di chi muore indossando una divisa. La forma di amore più intensa: perché lo fai per qualcuno che nemmeno sai chi sia. 

Il carabiniere o il poliziotto che si lanciano pistola in pugno contro un rapinatore, il pompiere che non esita ad affrontare le fiamme per quanto siano alte, il marinaio che non si ferma nemmeno di fronte alle onde di nun mare a Forza 10: non sono parenti dei clienti che stanno nella banca, o degli inquilini intrappolati nel palazzo incendiato, o dei passeggeri della nave da soccorrere. Lo fanno e basta. Perché l’amore autentico è quello che non chiede nulla in cambio. 

Lorenzo Nucheli si stava preparando a diventare questo: due braccia, anzi due ali, a disposizione del Paese. Ed il suo comandante, Simone Mettini, gli stava insegnando questo. Che amare significa servire e cioè donarsi, senza condizioni, senza paura, senza riserve.

Amore senza confini

Non c’è consolazione per chi si vede strappare dal destino un ragazzo ed un marito, un padre, capaci di amare il proprio dovere così tanto: sembra la più feroce delle ingiustizie. 

Eppure, in quella tragedia, resta una luce che non si spegne. Che continua a brillare ogni volta che qualcuno ricorderà chi erano e cosa rappresentavano quell’uomo e quel ragazzo in divisa.

Lorenzo e Simone inseguivano un sogno semplice e immenso: esserci per gli altri.

E per questo la loro è stata la vita più bella e più ricca di tutte: amore disinteressato fino a mettere in gioco la propria vita per gli altri.

Senza Ricevuta di Ritorno.