L’illuso, i ladri ed i fetenti

Il ristoratore che offre un posto di lavoro a chi lo ha derubato. Un illuso. Perché una cosa sono i ladri (quelli hanno un codice) ed una cosa diversa sono i fetenti

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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L’Illuso è una persona che crede in modo cieco e infondato nell’avverarsi delle proprie speranze. Sia chiaro: non è uno sciocco ma uno che ha fiducia negli altri, crede che le cose possano cambiare.

Ai tempi del KGB, il Quinto Direttorato si occupava degli affari nazionalistici e religiosi; annotava con sospetto coloro che riuscivano ad essere ottimisti. Li ritenevano pericolosi.

Se operassero ancora oggi, iscriverebbero con certezza in quell’elenco il titolare del Funé Cucina Café in Galleria Umberto a Napoli.

Questa mattina ha scoperto d’essere stato derubato: durante la notte, in due gli hanno forzato la serranda ed una volta dentro hanno preso i soldi lasciati in cassa, circa 2500 euro; uno dei due ha infilato il denaro nelle mutande, nascondendolo anche al complice per non dividere il bottino.

Tutto ripreso dalle telecamere. Oggi ha rivolto un appello ad entrambi: dichiarando. «Li vorrei prendere a lavorare da me, gli voglio far comprendere che lavorando onestamente potrebbero guadagnare di più che con questi furtarelli. Quindi che si facciano avanti e si costituiscano. Se vogliono cambiare vita da me avranno uno stipendio di 1400 euro netti al mese».

Illuso. Perché per guadagnare quei 1400 euro al mese bisogna fare una cosa: lavorare. E farlo per un mese intero. L’onestà è faticosa: richiede impegno, rinunce, sacrificio. Non è roba per tutti.

I ladri di una volta avevano un codice non scritto ed una dignità. Chi si infila il bottino nelle mutande per fregare il complice non è un ladro. Ma un fetente.

Senza Ricevuta di Ritorno