La civiltà ci ha portato a riconoscere i diritti degli altri. E non essere più Homo homini lupus. Per questo, ciò che sta accadendo a Cassino è incivile
Ci sono cose della natura umana effettivamente brutte. Abbiamo iniziato a liberarcene a mano a mano che ci siamo civilizzati. Tanto per fare un esempio: oggi, in questa parte di mondo, è normale considerare che le donne abbiano gli stessi diritti degli uomini e che lo stesso valga anche per tutti coloro che non si sentono né l’uno né l’altra. I bambini non vengono fatti sposare, nessun uomo imprigiona e sfrutta un altro uomo rendendolo schiavo.
Non è sempre così’. Ma proprio perché dovrebbe esserlo, questo cose sono reato e vengono perseguite.
Quando salta la civiltà saltano anche queste regole: i racconti dei corrispondenti di guerra, descrivono a qualunque latitudine il ritorno dell’inciviltà quando si rompono gli schemi del nostro vivere civile.
Homo homini lupus scriveva Plauto. Significa “ogni uomo è un lupo per un altro uomo”. I religiosi lo chiamano egoismo.
C’è molto di incivile e di egoista in quello che sta accadendo in queste ore nell’area industriale di Cassino. Si stanno mandando a casa persone ed affidando il loro lavoro ad altre persone che così salveranno il posto. Ma si sta innescando una guerra tra lavoratori. Come il mors tua vita mea medioevale, l’uccisione dell’altro giustificata per salvare la propria vita.
È altrettanto incivile, quanto la guerra tra operai, dimenticare che sono lavoratori anche quelli che hanno rischiato il loro capitale per creare posti di lavoro, facendo investimenti e prendendo impegni. Che da un momento all’altro non sono più veri. Per loro non c’è licenziamento ma il fallimento.
“Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”, insegnava Enrico Berlinguer. In questo momento stiamo assistendo al tentativo di dividere: i lavoratori che si salvano divisi da quelli mandati via, i dipendenti divisi da quelli da cui dipendevano. È un gioco a dividere per massacrare meglio.
E non è civile.