
Un giorno abbiamo smesso di tingerci la faccia e ci siamo messi a costruire acquedotti. Ancora c'è qualcuno che va in tv pitturato. E crede di rappresentare il mondo
Non siamo più delle scimmie perché ci siamo evoluti: tranne pochi negazionisti, la questione risolta da Charles Darwin viene accettata da tutti. Non siamo più dei barbari perché ogni volta che venivamo a contatto con altri popoli ne abbiamo copiato le cose che funzionavano.
Ci piaccia o no, facciamo i conti con dei numeri sviluppati dagli indiani e poi diffusi dagli arabi in Europa. E sempre agli arabi dobbiamo l’Algebra, la Trigonometria, l’Ottica. In Medicina il Canone di Avicenna è stato un riferimento per secoli. Ed in Astronomia, i primi a mettere a punto l’Astrolabio per misurare con precisione la distanza dalle stelle furono loro.
È questa continua contaminazione a farci crescere. Ed è crescita per tutti: per chi dà e riceve.

Nella nostra civiltà abbiamo inserito la tolleranza: cioè accettiamo che ci sia qualcuno diverso da noi, con usi e tradizioni diverse dalle nostre, sapori e cucine del tutto differenti. È contaminandoci che abbiamo scoperto il kebab, il cus cus, il gulash.
E per stare bene tutti insieme, abbiamo imparato a limitare l’ostentazione. Forse esagerando, come la volta che la giornalista Rai che leggeva il Tg la sera è stata rimproverata per avere esibito al collo un crocefisso.
Nelle ore scorse, negli Stati Uniti d’America, il Segretario di Stato, cioè il ministro più alto in grado con competenze su Esteri e Giustizia, è apparso in televisione con una vistosa croce nera tracciata sulla fronte in occasione del mercoledì delle ceneri. Esibita, ostentata, fatta con della cenere nera anche di pessimo gusto. Imposta a tutto il pubblico.
Va ringraziato: per averci ricordato chi siamo. Noi abbiamo smesso di pitturarci la faccia tempo fa ed abbiamo iniziato a fare gli acquedotti. Lì, ancora si pitturano: e pensano di stare avanti.