
Quasi la metà dei sindaci diserta l'incontro su Stellantis. Per due ovvie ragioni. Il rischio è che certe riunioni diventino un alibi: per non occuparsi delle cose su cui si ha competenza
Diciotto su 32: poco più della metà. È tutta da decifrare l’assenza di un così grande numero dei sindaci della Consulta del Cassinate convocati in Sala Restagno a Cassino per esaminare la questione Stellantis. Per alcuni si è trattato di sciatteria e disinteresse, snobbando un problema che rischia di travolgere l’intero sistema industriale del Cassinate e della provincia di Frosinone.
È possibile. Ma con cinica lucidità va anche detto che è possibile il contrario: che gli assenti abbiano fatto bene a non perdere il loro tempo su una questione dove non hanno la minima competenza. E dove le possibilità di incidere sono inferiori a quelle che Zelensky aveva la scorsa settimana nella Sala Ovale.

La situazione Stellantis è lo specchio di una situazione che riguarda tutti. C’è chi ritiene di essere ancora negli Anni Ottanta quando si poteva incidere sulle dinamiche dello stabilimento. E c’è chi ha capito che sono altre le cose sulle quali i sindaci dovrebbero intervenire, lasciando le dinamiche industriali a Torino, Parigi, Amsterdam o dove accidenti stanno ora i centri decisionali.
I sindaci potrebbero impegnarsi su una viabilità che non decolla, su un’illuminazione che è carente, sulla creazione di infrastrutture materiali ed immateriali che rendono in ogni caso appetibile un’area industriale. Ed a quel punto, se dentro ci fai le macchine o i trattori, poco cambia.
Queste sono le competenze dei sindaci. Ma pochi anni fa, per mettere due camion di breccia e di asfalto dovette intervenire il prefetto. Il resto sono chiacchiere.