O hanno sbagliato tutto in Europa quando hanno fatto i loro progetti sulle auto elettriche. O hanno capito tutto. I numeri di oggi sulla produzione Stellantis sono chiari
Innanzitutto i numeri, quelli forniti oggi dal sindacato Fim Cisl: in tutta la sua storia, lo stabilimento Stellantis di Cassino non ha mai avuto una produzione bassa come quella di oggi. Per trovare una situazione simile nel Gruppo bisogna tornare al 1956. (Leggi qui: Stellantis, mai così male a Cassino dal 1972).
I numeri dicono cose chiare ed altre più nascoste. Una su tutte: prima, i Ford e gli Agnelli fabbricavano macchine che costassero poco ed i loro dipendenti per primi potessero comprare. Si guadagnava sul numero.
In tempi recenti, per i produttori la macchina ha smesso di essere un prodotto manifatturiero ma è diventata un prodotto finanziario. Per questo, conviene fabbricarne poche per venderle a quelli che se lo possono permettere, facendo grossi guadagni. Meno fatica, più soldi in tasca. Questione di numeri.
Scegliendo questa strategia è vero che gli Elkann hanno guadagnato cifre sfacciate mentre i loro dipendenti stavano in solidarietà o in cassa o venivano invitati alle dimissioni. Altrettanto è vero che è stato rotto il giocattolo.
Perché – lo dicono sempre i numeri – oggi circolano una marea di auto Euro4 o giù di lì che inquinano. I proprietari non le cambiano non perché sono tirchi o stanno contro i motori ibridi. Non le comprano perché costano uno sproposito. Così continuano a circolare motori vecchi ed inquinanti, l’usato si sta rivalutando.
I numeri dicono che in Europa, quando hanno fatto i loro conti, se ragionavano in difesa dell’Ambiente hanno sbagliato tutto. Se ragionavano per far guadagnare i proprietari delle case automobilistiche hanno fatto centro.
Bastava dirlo.