Il Liceo di Ceccano incontra Roberto Saviano con la libreria Ubik al Dream Cinema di Frosinone. Presenta il suo ultimo romanzo, gli studenti lo "bombardano" di domande. Lui vede e accende la "luce": «Questo territorio non è intoccato dal crimine»
È salito sul palco alle ore 09.59 per l’evento fissato alle dieci al Dream Cinema di Frosinone. Roberto Saviano non lo ha minimamente lasciato attendere mezzo Liceo di Ceccano: 25 classi, 350 studenti ed i loro professori. Erano lì per il nuovo appuntamento della serie “Incontro con l’autore”, in collaborazione con la libreria frusinate Ubik.
L’autore di turno, proprio quello che ha scritto e sceneggiato Gomorra e La Paranza dei Bambini, ha presentato il suo ultimo romanzo: Cuore Puro, che parla di quattro amici e altrettanti destini, ma di una sola passione, il calcio.
A quei quattro amici non pare vero essere pagati per giocare a calcio nel piazzale sotto casa. Basta soltanto tirare lontano il Super Santos e gridare “O’ pallon’” quando arrivano macchine sconosciute o fin troppo conosciute nella periferia nord di Napoli. Dario, Giovanni, Giuseppe e Rino, tutti di dieci anni, vengono pagati dalla Camorra per avvisarla dell’arrivo delle Forze dell’ordine.
Li pagano per giocare a pallone
Quei quattro ragazzini, in fondo, stanno semplicemente giocando a pallone. Ma ce n’è uno che a un certo punto la vede una macchina strana nel quartiere. Ma non la vuole proprio fermare quell’azione: vuole fare gol. Non sapendo ancora che potrebbe essere l’unica salvezza. Saviano, parlando di Cuore Puro, l’ha definito «la parte migliore di noi, che non pensa che fuori sia tutta una chiavica». E le scelte da bambini, secondo Saviano, «determinano profondamente quello che si diventa da grandi». Ha raccontato cosa significa la paranza dei bambini: boss a sedici anni e cadaveri dopo altri due.
Roberto Saviano, per dirla come la referente del progetto Rita Irene Cipriani, è stato «bombardato di domande precise e interessanti». Dall’incontro con l’autore di Cuore Puro, come sottolinea la preside del Liceo Francesca Ardolino, «è scaturito un dibattito interessantissimo, con la partecipazione attiva di alunni e insegnanti».
L’unico mezzo attivo rimasto, del resto, «è la lettura, un atto personale e intimo – ha accentuato Saviano -. Quando mi sento solo vado a cercarmi nei libri, l’esperienza più incredibilmente potente. Il cinema e il teatro non sono di certo attività minori, ma manca l’essere attivo. Se ti addormenti, il libro si ferma, il film o lo spettacolo no».
La bella vita con la scorta
A Saviano gli studenti hanno chiesto perché l’ha fatto e se lo rifarebbe ancora, visto che gira ormai con la scorta da più di sedici anni: da quando ne aveva ventisette, per essersi messo contro il clan camorristico dei Casalesi. Altri hanno voluto sapere perché è uno dei bersagli preferiti degli haters: gli odiatori che lo ricoprono di insulti da anni perché «sta facendo la bella vita con la scorta».
Ha commentato Saviano: «Come se fosse un merito avere la scorta». Ha aggiunto: «Non sapevo a cosa stessi andando incontro, Gomorra l’ho scritto a 25 anni. Se un libro passa di mano in mano, diventa un bestseller, emana luce e dà fastidio che venga letto». A lui è venuto in mente Matteo Salvini, leader della Lega, quand’era Ministro dell’Interno: «Disse che le priorità erano due, chiudere i porti e togliere la scorta a Saviano – ha sferzato lo scrittore -. Alla fine non ha fatto né l’una né l’altra cosa».
I liceali gli hanno anche chiesto come può essere che un boss latitante della Mafia venga arrestato a casa sua dopo venti o trent’anni. A tutto Saviano ha risposto con un sorriso, orgoglioso che venissero poste proprio quelle domande. Lui si rimetterebbe eccome contro la Camorra, «anche se con strategie diverse da giovane». La motivazione è semplice: proprio perché un boss della Mafia viene arrestato a casa sua dopo venti o trent’anni. È diventato famoso: «La fama è uno schifo – ha detto Saviano -. Essere riconosciuto è terrificante, vieni amato o schifato basandosi su una foto, un frame, un video di dieci secondi».
«Ciociaria toccata dal crimine»
L’intervenuto Mario Mosillo, docente di Storia e Filosofia, si è «permesso, con molta gioia – ripercorre – di consegnare una copia dei lavori multimediali sulle mafie» realizzati da studenti del quarto anno. Tra quei lavori ce n’è uno anche sull’Auricola di Amaseno, bene confiscato alla criminalità organizzata (Camorra e Banda della Magliana) e restituito alla comunità da oltre cinque anni.
Saviano, a margine dell’evento, ha parlato dei tentacoli della criminalità organizzata in Ciociaria: «Il territorio di Frosinone viene considerato come intoccato dalle questioni criminali. Purtroppo non è così. Sempre di più, negli ultimi trent’anni, ondate di crimini hanno attraversato questa zona».
Ha poi contestualizzato ulteriormente: «La crisi, legata alla disoccupazione e un territorio che va sfaldandosi, ha portato sempre più a una diffusione del potere del narcotraffico che deriva dal grande mercato romano, su cui le famiglie di periferia insistono».
Hanno sparato un ragazzo di Alatri
Nella vicina Alatri un ragazzo di 19 anni, Thomas Bricca, è stato ammazzato quasi un mese fa con un colpo di pistola in fronte. Le indagini paiono ormai nel vivo: per scoprire chi, come direbbe Saviano, ha sparato quel ragazzo. La pista più battuta, aggravata dal potenziale scambio di persona, resta l’ipotesi di vendetta dopo risse legate da affari di droga.
«L’ultimo omicidio racconta bene cosa sta succedendo in questo territorio – ha detto a riguardo Saviano -. Sta succedendo che, in mancanza del lavoro, il narcotraffico diventi l’unica vera grande risorsa. E questo è un dramma, perché non se ne parla, si pensa che riguardi solo Scampia e immigrati. Nulla di tutto questo. Il potere criminale riguarda anche questi territori e va illuminato».
Francesca Ardolino, dirigente scolastica del Liceo scientifico e linguistico di Ceccano, ha introdotto l’incontro con Saviano lanciando un appello contro il dilagante analfabetismo funzionale. «L’istruzione – ha detto dal palco – può farvi realizzare tutti i sogni che volete, può farvi realizzare un mondo migliore».
Il bombardamento di domande
A moderare il dibattito è stata la professoressa Irene Cipriani: «Il nostro interlocutore, particolarmente affascinante – dirà al termine – ci ha intrattenuto per quasi due ore con la sua capacità dialettica. È stato bombardato di domande molto precise e interessanti». C’erano alunni dell’intero ciclo scolastico, dai Primi ai Quinti del Liceo, con tutte le curiosità delle loro età e una copia di Cuore Puro per il firmacopie finale.
Al Liceo di Ceccano, del resto, le classi quarte svolgono da anni lavori multimediali sulle mafie. Li promuove il professor Mario Mosillo: «Questo Liceo ha sempre teso a sensibilizzare i giovani studenti sul problema delle mafie, sia sul nostro territorio che in generale, per le loro storie e la loro pericolosità. Abbiamo esaminato anche i campi dell’economia su cui puntano le mafie. Oltre a spaccio e attività illegali, la gestione della sanità o dell’edilizia, molto redditizie in genere con rendite pulite».
Che cos’è la Mafia, i vari tipi di mafia, chi sono gli eroi antimafia e i mafiosi di tutti i tempi. Ci si concentra, ovviamente, anche e soprattutto sulle mafie nazionali e territoriali: «In questi lavori multimediali io ho solo spiegato cosa fossero le mafie, come Camorra, Ndrangheta e Banda della Magliana – dice il Prof Mosillo a favore dei suoi studenti -. Loro hanno lavorato in maniera estremamente autonoma e hanno prodotto lavori che mi sono permesso, con molta gioia, di consegnare al dottor Saviano. Che mi ha assicurato che mi farà sapere la sua opinione in merito».
Il Professore ha solo spiegato cos’è la mafia, gli studenti l’hanno solo conosciuta come «una montagna di merda», Saviano esprimerà solo la sua opinione sul loro lavoro. Perché, anche se arriva una macchina strana, si può decidere di concluderla quell’azione da gol.