Notarcola, il diario di un rivoluzionario di professione

Storie nella Storia. I ricordi, i racconti ed i libri con cui ricostruire la storia di questo territorio. Gli scioperi al rovescio, i grandi partigiani, la decisione di aderire al Pci, il viaggio a Mosca, la scuola di Partito...

Giovanni Giuliani

Giornalista malato di calcio e di storie

IL RIVOLUZIONARIO DI PROFESSIONE

Nella vita ha scelto di fare il “rivoluzionario di professione”. Dalla militanza nel Partito Comunista Italiano all’esperienza nel sindacato, dagli anni in cui alle assemblee dei lavoratori c’erano i fiancheggiatori delle Brigate Rossead oggi… Quando lo raggiungiamo nella sua abitazione di  Colle Cottorino a Frosinone lui ci accoglie con gli occhi vispi a dispetto delle 87 primavere vissute intensamente.

Non facciamo in tempo a sederci sul divano della sua abitazione che Francesco Notarcola apre il suo immenso libro di ricordi e, come un fiume in piena, parla e ricorda: aneddoti, tragedie, grandi conquiste per un uomo che è uno degli storici esponenti della sinistra ciociara.  Il tutto a fianco e per i lavoratori perché  si fa presto a dirsi di sinistra, molto più difficile esserlo o viverlo questo concetto a volte un po’ troppo eterogeneo: «Essere di sinistra è un valore che si porta avanti se si combatte per il futuro e per i diritti sociali».

Questo hanno insegnato a Francesco Notarcola gli  anni di del sindacato, gli anni di infuocate assemblee nelle fabbriche, gli anni nel Partito Comunista… Gli anni a fronteggiare i  fiancheggiatori e gli infiltrati delle Brigate Rosse nelle assemblee degli operai come alla Fiat di Piedimonte San Germano… Gli anni insieme agli “umili”, quelle persone silenziose  che, con i loro sforzi, hanno contribuito a rialzare la Ciociaria nel secondo dopoguerra…

Ed allora questo libro sfogliamolo assieme, pagina dopo pagina…ricordo dopo ricordo..

 

L’IMPEGNO ED IL PARTIGIANO GIANNETTI

87 anni di vitalità  e di impegno politico. E alla politica molti giovani come Francesco Notarcola nel Secondo Dopoguerra si affacciano con i valori fondanti delle Resistenza. Lo spirito delle vittorie partigiane che dal ’44 conducono dritte dritte fino al 25 Aprile del 1945.

In Ciociaria in quei tempi  c’è un personaggio che fa la storia della Resistenza in Ciociaria, ma lo si saprà solo più tardi.  Lui si chiama Enrico Giannetti e viene da Paliano.

Francesco Notarcola lo ricorda bene avendo vissuto esperienze in comune. Ma  le gesta di Giannetti, le sue imprese sul campo nel nome della Resistenza,  vengono alla luce solo due anni fa grazie ad un libro:  quello di Roberto Salvatori stampato per i tipi di Annales.

È così che esce dal buio la storia di quest’uomo perseguitato dai fascisti, esule in Francia, militante nel Soccorso rossodurante la guerra di Spagna, confinato politico, comandante partigiano, sindaco di Paliano e dirigente comunista. Enrico Giannetti, durante la lotta di liberazione,  fu referente del Partito Comunista Italiano e del Comitato di Liberazione Nazionale. Da loro ebbe l’incarico di raccordare militarmente tutto il segmento territoriale che da Palestrina – Monti Prenestini arrivava fino a Frosinone.

Enrico Giannetti  è colui che organizza le formazioni partigiane con grande impegno…si muove da Paliano a Palestrina, da Collepardo a Frosinone a piedi o in bicicletta. È colui che quando il Governo gli offre il vitalizio, riservato ai combattenti antifascisti,  ribatte : No signori, quello che ho fatto l’ho fatto perché ci credevo, per gli ideali…

 

GLI SCIOPERI ALLA ROVESCIA

Finita la guerra c’è da ricostruire: ma gli anni della ricostruzione sono duri, difficili e a volte pieni di  tensioni. Il problema è come ricostruire e farlo alla svelta.

Sono gli anni, questi,  in cui  vede la luce una forma di protesta contro i ritardi nel rimettere in moto la Ciociaria:

«In molti Comuni della provincia, da est a sud, ci sono gli scioperi alla rovescia. Operai e contadini iniziano a ricostruire strade, ad esempio, e si annotano la giornata lavorativa per essere pagati successivamente.  Insomma si sciopera lavorando….».

Scrive Angelino Loffredi nel suo libro “Gli scioperi a rovescio: una lotta di 60 anni fa”

In provincia di Frosinone la scintilla scoppia il due di aprile ad Amaseno, in contrada Vettia. L’obiettivo è la realizzazione della strada (per la quale esisteva un finanziamento) per superare l’isolamento dal paese. L’organizzazione è curata  dalla Federterra. Quel giorno, secondo la testimonianza di Oreste Di Girolamo (protagonista della lotta), sotto la guida di Mario Piroli di Ceccano, 260 disoccupati armati solamente di pala e piccone incominciarono a lavorare. Immediatamente Piroli e Di Girolamo vennero portati in caserma dai carabinieri . Per  tutta la durata dello sciopero il paese rimase  occupato dalla Celere.

 

Sciopero alla rovescia in via Pozzarello. Archivio Gratteri

Il 28 aprile a San Elia Fiumerapido più di trecento disoccupati iniziano i lavori di arginatura del fiume Rio Secco. Sono guidati da M. Vettraino della CGIL e dallo stesso  Mario Piroli venuto da Ceccano. Entrambi saranno denunciati all’autorità giudiziaria.
Qualche settimana più tardi 75 disoccupati della contrada San Giorgio di Sora iniziano lavori di sbancamento del torrente medesimo per imbrigliare le acque del fiume Liri. In breve tempo gli scioperi si estendono a San. Giovanni Incarico, San Giorgio a Liri, Castrocielo, Colle San Magno, Vallemaio, Terelle, Belmonte Castello, Caira Cassino, dove è presente ed attivo il giovane avvocato Franco Assante.

Ricorda oggi Francesco Notarcola«Questa forma di protesta prende piede molto a sud della Ciociaria ed e’ anche un modo per protestare contro le strategie dell’Ericas , l’Ente Ricostruzione Cassino».

 

Ancora Angelino Loffredi nel suo libro ricorda

lo sciopero di San Donato Val di Comino, sia per la progettualità che profondità e  anche per la dura e pretestuosa repressione poliziesca.
Iniziata il 26 aprile con l’avvio di  lavori per la sistemazione delle strade campestri nelle contrade Valenziere, San Paolo e Santa Croce, la lotta coinvolge l’intero paese perchè  sostenuta da uno sciopero di mezzora dei commercianti.
La rivendicazione si allarga: si pone l’ obiettivo  di fare progettare la strada che da San Donato porta a Forca d’Acero, assegnando successivamente i lavori alle cooperative locali. L’11 giugno si organizza una fiaccolata chiamata Marcia per il Lavoro, che arriva fino a Grotta Campanaro, posta fra i  comuni di Settefrati e Picinisco, per chiedere la costruzione di una centrale elettrica.
Ma il 21 di giugno arriva la repressione che avviene dopo un meticoloso lavoro di schedatura ove persone serie e rispettabili vengono ritenute facinorose e pericolose.  Vengono  arrestate 14 persone con motivazioni inconsistenti e pretestuose, di cui due donne ed il segretario provinciale della CGIL Potini. Alcune di questi furono liberati dopo qualche settimana, altre dopo il primo processo, altre dopo quello di appello, solo Potini viene condannato a novanta giorni di carcere, peraltro già scontati

 

LA SCUOLA DEL PCI ED IL VIAGGIO IN RUSSIA

Gli ideali muoveranno tanti giovani come Francesco Notarcola. Ma i  giovani che hanno condiviso i valori della Resistenza prendono poi scelte diverse. Lui sceglie la”milizia Comunista” e sceglie di diventare “rivoluzionario di professione”, al servizio del PCI con il sogno  cambiare l’Italia, con il sogno di cambiare il mondo.

Per tre mesi,  a cavallo tra il 1951 ed  1952 , Notarcola e’ a Milano  alla scuola del Partito Comunista: «Non si faceva solo politica, si leggeva la  storia del movimento operaio o anche  il valore della partecipazione dei cattolici e di Don Sturzo  nella lotta contro  il fascismo, in difesa della libertà democratiche e in difesa della gente. La scuola di Partito  ci aveva inculcato  una decisa  apertura mentale che  ci fu utile nel corso degli anni».

A 26 anni, e’ il luglio del  1957, Francesco Notarcola  effettua un viaggio che in qualche modo lo segnerà per sempre.  Va in Unione Sovietica per il Festival Mondiale della  Gioventù. Notarcola la definisce un’esperienza meravigliosa con la possibilità di essere a contatto con migliaia di altri giovani di più di centro paesi del Mondo.

Notarcola ed Aurelio Pegazzani al Cremlino 1957

Tutti assieme a Mosca vistando fabbriche e scuole,  informandosi sul sistema sanitario: «Si girava tutti i giorni alla ricerca di conoscenza. Il giudizio su quanto visto da parte dei comunisti italiani era, ovviamente, positivo».

Ma con Notarcola ed i compagni a Mosca ci sono anche i non comunisti, i socialdemocratici di Cassino come l’avvocato Alberto Sacco di Roccasecca, Guido Varlese e Franco Assante di Cassino, il medico Stelio Silvestri con la moglie,  Mario Morra, Aurelio Pegazzani.

«Tornati in Italia proprio con molti di  loro ci si confrontava pubblicamente su quanto visto o analizzato», dice  Notarcola che ricorda ogni cosa di quella esperienza nell’URSS; ad iniziare dal viaggio in treno da Venezia a Mosca e poi l’accoglienza in tutte le stazioni che venivano attraversate. Il mondo dell’Est festoso ad accogliere i tantissimi giovani in viaggio.

Delegazione ciociara viaggio in Russia 1957

E poi il ritorno in nave, la Pobeda (che significa Vittoria) da Odessa a Marsiglia: quella nave che trasportava tutte le personalità che avevano partecipato alla manifestazione.  Un percorso, quello in Russia, che darà a Notarcola una grande spinta per le sfide che lo attendono. Stiamo per entrare in un periodo fondamentale, ricco di lotte, di  successi e di fatti tremendi. Stiamo per catapultarci in quei due decenni che hanno cambiato anche la Provincia di Frosinone: gli anni 60 e gli anni 70….ma questa è un’altra storia…

Prima però  c’è tempo per ospitare due compagni argentini, arrivati clandestinamente in Italia, dopo essere fuggiti dal loro Paese…ricercati, venivano protetti dai compagni italiani, e’ il 24-08 -1959….

(Continua)

 

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