Una tromba per una pistola (Il Duro del venerdì)

Luciano Duro

Narratore e Sognatore

di LUCIANO DURO

Usciti dalla cattedrale di St. Louis, la cui prima edificazione lì nel cuore di New Orleans risale al 1718, di fronte al grande fiume, nel quartiere francese, ascoltammo da lontano il suono melodioso di un sax che pareva condurci per mano lungo la riva del Mississippi. Non distante dalla piazza, ad un angolo, un’uomo di colore, con la custodia dello strumento aperta, raccoglieva le offerte dei passanti. Suonava “ ‘Round Midnight “, un famoso brano di Thelonious Monk divenuto negli anni un classico interpretato dai più grandi jazzisti.
Erano circa le dieci del mattino e l’atmosfera sembrò ancora più magica quando improvvisamente transitò nel fiume un battello d’epoca, con le grandi ruote che agitavano l’acqua. Il suonatore di sax, continuò nella sua solitaria performance senza prestare attenzione a noi che eravamo lì ad ascoltare. Era un ottimo musicista, come tanti che a New Orleans si esibiscono negli angoli delle strade. La loro è una scelta di vita, non sono meno bravi di quelli che suonano nei club o nei teatri, come tutti, sono iscritti al sindacato che li tutela perchè, comunque, sono artisti che esercitano la professione all’aperto.
Terminata l’esecuzione del brano, alzò lo sguardo verso di noi, ringraziò e ci consigliò di stare attenti perchè la città era pericolosa, per stranieri elegantemente vestiti. Non chiedemmo un altro pezzo; avevamo fretta di incontrare Alvin Batiste… Viaggiammo con un piccolo ma lussuoso autobus che ci condusse nella vechia città, lontano dall’area metropolitana, con le sue case di legno, “a doppietta” come Alvin le definiva. Erano abitazioni bifamiliari: lunghi e larghi corridoi, con le porte adiacenti.

 

Nel secolo scorso, quando c’era un regolamento di conti, per non sbagliare, con la doppietta, caricata a pallettoni, sparavano al centro delle due porte e colpivano coloro che vi abitavano, senza distinzione alcuna. In quel quartiere meticolosamente conservato e protetto avevano dimorato i più grandi musicisti del jazz e del blues….
Non era cambiato molto da allora. Fu un viaggio straordinario, c’era la casa dove aveva vissuto per qualche tempo Louis Armstrong, il cui burbero “guardiano” era un uomo di colore gigantesco con una folta chioma di capelli “Rasta “. Alvin continuò nel suo racconto :
“ Vedi, io ero un ragazzo e seguivo sempre i grandi nei loro concerti che terminavano, tra jam, risse e bevute, fino all’alba del giorno successivo. Al ritorno ci fermavamo in quella casa dove abitava un barbiere che vendeva di tutto, dagli strumenti musicali ai polli. Anche se stanchi era una tappa fissa poichè spennavamo i polli per guadagnare quei pochi cents per le bevute notturne.”

In quel quartiere abitava ancora un’umanità tormentata in un contesto sociale difficile. Il presidente della “Louis Armstrog Educational Foundation”, che era con noi, ci raccontò che d’intesa con il comune avevano in atto una campagna di recupero: “Una tromba per una pistola” Tanti ragazzi, appena adolescenti, riuniti in bande, si scontravano tra loro, in maniera violenta e spesso mortale. I volontari raggiungevano le loro case con l’intento di convincerli a scambiare la pistola con una tromba ma anche qualsiasi altro strumento ed allo stesso tempo avrebbero garantito lo studio nelle scuole di musica della fondazione affinchè avessero un futuro come musicisti. Talvolta arrivavano tardi quando il dramma si era già consumato. Era un contesto del tutto diverso dallo storico “Vieux Carré”, marginalmente colpito dall’uragano Katrina nel 2005, l’elegante quartiere francese con i negozi per turisti, le abitazioni dipinte con i colori pastello e i balconi in ferro battuto riccamente decorati .

Camminare per le strade del centro di New Orleans e nei quartieri periferici con Alvin Batiste era un evento davvero eccezionale, tutti lo salutavano e si fermavano a parlare con lui. Era un’autorità, una guida morale, la grande umanità travalicava la sua arte di eccelso musicista, pareva circondato da un alone di santità, tale era il rispetto e la devozione che la gente aveva per lui.

Se n’è andato per sempre il 7 maggio 2007 accompagnato da una banda di angeli e da musicisti, in corteo, per una commovente “street parade” in suo onore.

“I looked over Jordan , and what did I see? Coming for to carry me home, a band of angels coming after me, Coming for to carry me home.”
“Guardai oltre il Giordano e cosa vidi? Venivano per portarmi a casa, un gruppo di angeli veniva a prendermi, A prendermi per condurmi a casa”.