Mosillo, appuntamento all’Historiale per decidere chi votare

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L’appuntamento è per le ore 18.30 all’Historiale. Poi, dove andranno, ancora non si sa. L’imprenditore Francesco Mosillo ed i referenti delle liste che lo hanno sostenuto nel primo round della corsa per il municipio di Cassino, tenteranno di prendere una posizione comune e decidere se fare una dichiarazione di voto per il ballottaggio di domenica prossima.

Lunedì viene Nicola Zingaretti. E lui potrebbe decidere di esserci. O di non esserci.

I voti degli uomini di Mosillo sono merce fondamentale per il prossimo turno.

L’ala Pd dello schieramento è più propensa ad appoggiare il sindaco uscente, mentre l’ala vicina al centrodestra intenderebbe andare con Carlo Maria D’Alessandro. Ma nessuno si fida di nessuno. Perché entrambi hanno la fama di non rispettare gli accordi politici: «Mignanelli – rivela una fonte – ha sempre raccontato di un patto sottoscritto con Mario Abbruzzese negli studi di Teleuniverso, testimone Antonello Iannarilli e del quale si fece garante l’allora coordinatore Adriano Roma, che però non venne mai rispettato». Allo stesso modo, sull’altro fronte si rimprovera alla squadra di Petrarcone di «non avere rispettato l’impegno preso cinque anni fa con Marrocco per farlo diventare assessore».

E’ vero che tutti sono stati contattati da tutti. Il più votato in assoluto, Massimiliano Mignanelli, è stato contattato sia dal fronte di Giuseppe Golini Petrarcone (tramite Marino Fardelli) che da quello di Carlo Maria D’Alessandro, rivela la fonte.

Lui non parla, ma – alla fonte – mister 624 preferenze avrebbe confidato di avere ricevuto una telefonata dell’ex sindaco Bruno Scittarelli . Il quale sarebbe avrebbe confermato di essere stato sondato da entrambi i fronti.

Cosa farà Scittarelli? «E’ tentatissimo – rivela la fonte – perché da un lato odia Mario Abbruzzese perché gli rese un inferno la sua seconda consiliatura da sindaco, fino a farlo cadere con qualche mese di anticipo sulla scadenza naturale». Ma c’è un odio politico forse ancora maggiore: «In questo momento Bruno odia ancora di più Petrarcone perché non accetta la storia dei debiti, per lui è diventata un’ossessione: è sicuro di non avere lasciato debiti quando è uscito dal Comune. E poi c’è la storia dei beni che gli sono stati bloccati dalla Corte dei Conti per via della strategia messa in campo da Petrarcone una volta diventato sindaco. Questa non gliela perdona, lo odia a morte: ha le carte e vuole giustizia».

C’è poi un altro dei colonnelli che nel suo intervento sosterrà questa tesi: «Sia Petrarcone che D’Alessandro sono due armate Brancaleone. Noi dobbiamo restare uniti ed appoggiare quello che resiste di più. Per questo dobbiamo capire se la presenza di gente come Fardelli, Dragonetti, Fontana, rischia di far tornare al voto dopo due anni oppure garantisce altri cinque anni di amministrazione. Così come dobbiamo capire se la presenza di Abbruzzese potrebbe essere un collante oppure un elemento di rottura perché non farà capire niente a nessuno e come sempre vincerà sempre lui stando al banco».

Anche la seconda voce ha la stessa convinzione della prima fonte: «Nessuno dei due rispetta gli impegni politici: dovunque ci buttiamo non ci sarà un patto scritto e anche se ci fosse sarà carta straccia.»

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