L'analisi del mese di aprile in Serie B. Tra pause ed errori (di tutte) che tengono in vita le speranze alle spalle dell’Empoli. Che ha mollato tutte ed è volato in A.
Oltre ogni ragionevole dubbio è davvero arrivato il momento, per il Frosinone di Moreno Longo, di ‘dare fiato alle trombe’. Di aprire rapidamente le porte dei sogni il 18 maggio. Da martedi 1 maggio a Brescia, dove nel frattempo, visto che le rondinelle si erano avvicinate alla salvezza con Boscaglia, è stato avvicendato per la quarta volta il tecnico e chiamato in panchina Pulga che patron Cellino aveva avuto nel Cagliari dal 2012 al 2014, ultima esperienza dell’ex mediano modenese.
LA ‘RISERVA AUREA’
Occhi aperti ma è il caso di dire ‘adesso o mai più. Anche perché non si potrà ringraziare ancora a lungo il famoso combinato disposto di pause ed errori (di tutte). Che tengono in vita le speranze alle spalle dell’Empoli che ha mollato tutte ed è volato in A.
Dai 58 punti di Perugia (ma Breda ha gettato al vento 4 potenziali punti in 2 turni) e Cittadella (con un finale leggermente più abbordabile) si lanciano segnali chiari: non dissotterriamo l’ascia di guerra, le ‘chances’ di arrivare secondi. Buon per loro.
Proprio per quell’andamento lento, la ‘gambina’ corta della mini-pattuglia oltre quota 60, è un campionato che non fa annoiare.
Ma è anche un campionato che fa arrabbiare. E’ un campionato che assegnerà il secondo posto e poi il terzo più in là alla squadra che avrà la riserva ‘aurea’ (psico-fisica) sopra il livello di guardia e non certo alla squadra che esprimerà il miglior gioco o saprà interpretare al meglio questo o quel modulo.
Soprattutto è un campionato che non potrà non dipendere anche dagli incroci testa-coda e dagli incroci testa-testa. Il Parma ad esempio, caduto sul campo di una Pro Vercelli all’ultima spiaggia e alle prese con una diffusa emergenza, dovrà vedersela in casa con una Ternana che ha dilapidato l’ultimo mese e mezzo di risultato squagliandosi in casa con il Pescara.
Ternana che la settimana successiva riceverà il Palermo dove si è appena accasato l’ex canarino Stellone, con buona pace di quelli che ne auspicavano un ritorno ignorando per questo le parole nette del presidente Stirpe nell’ultima conferenza stampa a tal riguardo. Quindi due cambi di panchina alla 38.a giornata la dicono lunga sui 19 avvicendamenti fino a sabato scorso.
ULTIMO MESE TERRIBILE
La classifica dell’ultimo mese di campionato per le prime 9 squadre purtroppo è impietosa: il Frosinone è all’ultimo posto con 4 punti. Ma è anche l’unica formazione che con il Cittadella (8 punti) ha giocato 5 partite perché tutte le altre hanno dovuto recuperare una gara (per la neve o per la scomparsa del viola Davide Astori).
Se rapportiamo quella classifica di aprile invece alle 22 squadre, hanno fatto peggio del Frosinone il Carpi (6 partite e 3 punti), la Cremonese (5 partite e 2 punti) e il Novara (5 partite e 3 punti).
Ma c’è un particolare che non è affatto insignificante: Longo in queste 5 partite ha dovuto più volte cambiare spartito, le ha giocate tutte senza Daniel Ciofani. Che si infortunò prima della rimonta sul Venezia.
Ma quella gara fu un laboratorio di speranze. Che poi non si concretizzarono, se è vero che i canarini sono stati in ritiro dopo Parma.
TRE STAGIONI DA ‘GRANDE’ NON SONO CASUALI
A proposito delle parole del presidente Maurizio Stirpe. Probabilmente andrebbero lette e rilette ancora, anche di notte. (leggi qui Stirpe, fioretto e sciabola: «No al gioco al massacro, Longo con noi altri due anni») Da chi vede fantasmi e che poco contribuisce a creare meno incertezze e più solidità mentale. Ma anche dalla squadra al completo che fa parte del gioco.
Una squadra che nel suo zoccolo duro allenatori a parte, vale sempre ricordarlo, nelle ultime tre stagioni di serie B ha ottenuto 207 punti che non sono solo un dono di Dio: se non vuoi andare in serie A – come sovente a Frosinone si sente blaterare quando le cose non vanno bene – ti fermi molto prima, non combatti, non sgomiti, non cerchi di vincere anche finendo per perdere malamente. Come sabato a Cesena.
Domani a Brescia però è arrivato il momento di ‘dare fiato alle trombe’. O cominciare a guardarsi le spalle.