Caro Babbo Natale tifoso onorario del Frosinone

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

 

di GIOVANNI LANZI
Giornalista temporaneamente senza carta

 

 

Caro Babbo Natale, avevamo tante cose da chiederti ma… ti vogliamo un bene infinito e non abbiamo mai smesso di credere che esisti. E’’ giusto anche che tu debba essere ‘insignito’ honoris causa tifoso onorario del Frosinone. Meglio di così non avresti potuto fare. Hai regalato ai supporters giallazzurri che si apprestavano ad attendere a braccia aperte e al calduccio di casa il tuo arrivo qualche ora dopo, il sogno di ogni sostenitore di calcio: vincere la partita più sofferta, vincere uno scontro diretto all’’ultimo tuffo, all’’extra-time come dicono gli inglesi, dopo aver spedito il pallone della speranza ‘in the box’ proprio come fanno i nostri odiati cugini anglosassoni. Ah, divagazione a proposito di inglesi: nel giorno di Santo Stefano hanno popolato gli stadi del Regno Unito dove si sono disputate appena 109 partite. Una cosetta da niente… A Frosinone il ‘boxing day’ –- ed in tutta la serie B che il 24 dicembre ha collezionato il record di presenze negli stadi grazie ad una media di 7.028 spettatori a gara – è stata una vera esaltazione di partecipazione, in un clima che ha riavvicinato tanta gente al Comunale.

BABBO NATALE ‘FEDERICO’, FACCI SOGNARE – A proposito, caro Babbo Natale permettici per una sola volta di non essere così buoni come tu vorresti: smentite le Cassandre che avevano iniziato a ‘ciurlare nel manico’ dal mese di agosto. Niente danno procurato, solo una grande presenza al fianco della squadra canarina perché il Frosinone si ama senza ‘se’ e senza ‘ma’. Prima, durante e dopo. Perché al fischio finale del signor Ghersini di Genova, le tavole erano già imbandite, i negozianti avevano già ampiamente azzerato gli scaffali e riempito le casse mentre i tifosi canarini erano impazziti di gioia per quel gol all’’ultimo secondo utile. Sì, caro Babbo Natale, tu che arrivi dalla lontanissima Lapponia non immagini che gioia hai regalato ai tifosi del piccolo-grande Frosinone. Che oggi grazie a te, magnifico a mimetizzarti dietro le sembianze di Federico Dionisi, sono come quei bambini di una volta, quelli per intenderci che non davano mai niente per scontato, quelli che non chiedevano mai e che sognavano sempre ad occhi aperti.

ARRIVEDERCI TRA UN ANNO, ORA CI PENSA MARINO – Caro Babbo Natale, ti chiediamo scusa se proviamo a parlare un po’ di calcio? Non ti arrabbiare… Veramente vorremmo sussurrarti ad un orecchio di rimanere da qui alla fine del campionato ma sappiamo bene che dovremmo rivederci tra un anno. Magari, perché no, in un altro campionato ma incrociamo le dita senza farlo sapere troppo in giro. L’’unica cosa che non vorremmo immaginare è un Frosinone che ha dato spettacolo sapendo che stavi per arrivare tu, caro Babbo Natale. Sappiamo però che non sarà così. E siamo abbastanza tranquilli. Ci lasci in buone mai, sì sappiamo cosa vuoi dirci mentre risali sulla slitta. Anche perché don Pasquale Marino non alza mai il volume e sa il fatto suo. Il tecnico del Frosinone dopo una vittoria al cardiopalmo ha tenuto le luci della ribalta soffuse. Non gli interessa il titolo di inverno, non gli interessano i titoloni, gli interessa l’’obiettivo finale. Stavolta non è meglio l’’uovo oggi ma la gallina domani.

BOTTI ANTICIPATI, ‘PLEASE’ MANEGGIARE CON CURA – Ma per arrivare a metterla in pentola questa benedetta gallina bisognerà proseguire nella corsa ad ostacoli senza tentennamenti. Prestando attenzione alle trappole disseminate, a quello che combina la terza in classifica (oggi la Spal, a -3 dal duo di testa) e guardando a se stessi prima ancora che altri altri perché il Frosinone ad un turno dal ‘pit stop’ è arbitro di se stesso. A cominciare da venerdi sera, alla vigilia dei botti di Capodanno da maneggiare con cura, nel profondo nord-ovest, in quel di Vercelli (nuova patria calcistica degli ex La Mantia e Altobelli) dove i canarini dovranno sfidare la disperazione della squadra di Longo (out Castiglia e Mustacchio, torna lo specialista sulle punizioni Mammarella, ex Lanciano e si attende a gennaio il torinista Vives), il freddo glaciale e la possibile nebbia che da quelle parti è in agguato. Tra piemontesi e canarini ci sono 17 punti di differenza ma la maturità del Frosinone dovrà portare a non commettere gli errori compiuti due settimane fa dalla Spal che rimediò un sonoro 3-1 al ‘Robbiano Piola’.

PRECEDENTI E SCONGIURI – Il titolo di campione d’’inverno vale per la statistica, non c’’è dubbio. Il Carpi (43 punti, seguito a 34 dal Frosinone) nella stagione 2014-’15 salì in A con i giallazzurri, lo scorso anno stesso discorso per il Cagliari (primo con 45, seguito a -1 dal Crotone) che venne promosso seguito dai pitagorici sempre ad 1 punto. Ancora prima, nella stagione 2013-’14, il Palermo chiuse il girone di andata a 40 punti, seguito dall’’Empoli a 39 ed entrambe furono promosse in A. I recenti precedenti fanno ben sperare ma non basta. Frosinone e Verona viaggiano a braccetto, forse l’’antipasto di quello che potrebbe essere il girone di ritorno. La squadra di Pecchia ha un compito sensibilmente più agevole per effetto del fattore campo (ospita il Cesena che però ha ritrovato ‘colore’) ma il Frosinone ha anche la possibilità di giocare conoscendo il risultato della Spal impegnata a Bari giovedì sera.

Caro Babbo Natale ti vogliamo sempre un bene infinito, anche se sei andato via sappiamo che tifi Frosinone.

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Foto: copyright Mario Salati, per gentile concessione dell’autore
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