Cassino non ammaina la “bandiera” Grossi

Il tecnico di Caira confermato dal presidente Nicandro Rossi dopo l’ottimo campionato appena portato a termine. Sarà l’ottavo torneo come allenatore della squadra della sua città. “Per me è soprattutto un onore lavorare qui, sono molto legato alla piazza, alla società e ai tifosi”, ha commentato il mister che tra il 2004 ed il 2006 ha trascinato il club dall’Eccellenza alla Serie C2.

Alessandro Salines

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Se nel calcio di oggi le “bandiere” sono quasi tutte ammainate, a Cassino si va controcorrente. Sulla panchina dello stadio “Salveti” continua a sventolare alta e fiera la “bandiera” di Alessandro Grossi che allenerà gli azzurri per l’ottavo campionato.

Un piccolo record. Il presidente Nicandro Rossi in queste ore lo ha confermato dopo l’ottimo torneo di Serie D appena portato a termine. Il Cassino infatti si è salvato senza troppi patemi e soprattutto è riuscito a valorizzare tanti giovani, il vero obiettivo della società. “Per me allenare questa squadra è soprattutto un onore”, ha commentato Grossi al sito gazzettaregionale.it subito dopo la notizia.

PROFETA IN PATRIA

Sandro Grossi

Alessandro Grossi, 56 anni, non è solo una “bandiera”. Ma è anche profeta in patria. E’ nato e vive a Cassino nella frazione di Caira. L’azzurro per lui è una seconda pelle.

Ringrazio il presidente per la fiducia accordatami per il prossimo anno – ha aggiunto Grossi – Tutti sanno quanto abbia a cuore questa società, la piazza e i tifosi”.  Ha infatti legato buona parte della carriera alla squadra della sua città per la quale ha sempre dato tutto se stesso. Mettendoci la faccia nei momenti più difficili. Più di quanto dovrebbe fare un allenatore.

Il prossimo campionato sarà l’ottavo in 3 parentesi. La prima dal 2004 al 2008 è stata quella della grande scalata dall’Eccellenza alla Serie C2 in tre stagioni. Poi il ritorno nel 2014. Ed infine il Grossi-ter nel 2020-2021. Insomma come canta Venditti “certi amori non finiscono, fanno giri strani e poi ritornano”. 

PROGETTO GIOVANI

Sandro Grossi

È sempre stato un tecnico vincente che ha guidato organici importanti. Lo è stato ad esempio ad Isola del Liri dove ha allenato per 6 stagioni raccogliendo tante soddisfazioni. Ma stavolta a Cassino ha sposato il progetto-giovani. Una politica che di questi tempi è forse la più idonea per cercare di navigare nelle acque agitate del calcio italiano. E i risultati stanno premiando il club azzurro e Sandro Grossi.

Ancora una volta il Cassino si è piazzato primo nella graduatoria del progetto “Giovani D valore“, promosso ogni anno dalla Lega Dilettanti. Tanti i ragazzi che si sono messi in luce, attirando le attenzioni di club professionisti. L’esempio emblematico è il difensore centrale del 2003 Kevin Miranda ceduto a gennaio alla Primavera del Sassuolo. “Nell’ultima stagione abbiamo lavorato bene salvandoci con anticipo (4 giornate ndr), ma soprattutto abbiamo continuato a portare avanti il nostro progetto-giovani – ha sottolineato Grossi su gazzettaregionale –  Ho sposato in pieno questa linea e quindi ripartiamo da un’ottima base. Sono diversi i giocatori che hanno esordito nell’ultimo campionato e spero di fare altrettanto nel prossimo. Con qualche innesto d’esperienza potremo toglierci tante altre soddisfazioni. Con il presidente e la società siamo in sintonia”.

SERGENTE DI FERRO E NON SOLO

Sandro Grossi

Grossi è un allenatore ma anche un personaggio di grande temperamento. A volte può essere anche scomodo ed impopolare.

Generoso, appassionato del suo lavoro come pochi, ha il coraggio delle idee (una virtù rara). Schietto, quasi mai diplomatico, ruvido: i giocatori lo amano o lo odiano. Ed i suoi “pretoriani” sono capaci di buttarsi nel fuoco per lui. Le squadre di Grossi devono avere il fuoco negli occhi ed il sangue nelle vene.

Ma non è solo un sergente di ferro ed un eccezionale motivatore. Il tecnico di Caira sa insegnare calcio come pochi. L’ultima esperienza con i giovani del Cassino è la riprova. Le sue formazioni sono in grado di esprimere un buon gioco, alternando più di un modulo (3-5-2 e 4-3-3). 

Sandro Grossi, la bandiera che resiste.      

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