Cosa succede con l’Europeo rinviato al 2021 ed i campionati in estate

Dopo lo stallo dei giorni scorsi, l'Uefa finalmente prende una decisione e dà il via al piano per salvare la stagione. Incertezza sulle date ma si potrà addirittura arrivare a luglio. Gabriele Gravina, presidente della Figc, auspica un ritorno in campo a maggio ed esclude categoricamente un cambio del format dei tornei. "Nessun allargamento della serie A".

Alessandro Salines

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Il dato è tratto. Salta l’Europeo, priorità ai campionati nazionali (serie B inclusa) che potranno concludersi anche in estate. L’Uefa ha dato il via libera al piano per salvare la stagione calcistica. Il “tappo” era rappresentato dalla rassegna continentale che è stata rinviata al prossimo anno (partita inaugurale l’11 giugno 2021 a Roma). A questo punto i tornei (e le coppe europee) potranno protrarsi anche fino a luglio. Tutto ovviamente dipenderà dall’emergenza coronavirus. 

In videoconferenza con campo centrale a Nyon, in Svizzera, l’Uefa ha riunito gli stati generali del calcio europeo tra i quali le 55 federazioni, le leghe, l’Eca (l’associazione dei club europei) e i rappresentanti dei calciatori. La decisione era inevitabile ed è arrivata. Anche l’Uefa si è dovuta arrendere al micidiale covid-19 malgrado fino a qualche giorno fa abbia mantenuto una posizione incomprensibile con alcune partite di Champions ed Europa League che si sono giocate regolarmente. Pur se in ritardo è prevalso il senso di responsabilità.

Il rebus delle date

Gabriele Gravina Foto © Imagoeconomica / Paolo Lo Debole

Impossibile ad oggi stabilire quando si potrà ripartire. L’Uefa ha dato delle indicazioni ma saranno le federazioni a decidere in autonomia a seconda della situazione. Varie le ipotesi emerse durante il vertice. La più ottimistica ma ad oggi la meno probabile è metà aprile. Con il rinvio dell’Europeo tuttavia si aprono più finestre (per le coppe europee il limite per ricominciare è il 13 giugno). Le finali invece sono state programmate per il 25 giugno (Europa League) e 27 (Champions). Sempre virus permettendo.

Gabriele Gravina, presidente della Figc, nelle ultime ore ha parlato di una ripresa a maggio. “Bisogna tentare di chiudere entro il 30 giugno – ha detto il massimo dirigente in un’intervista a Sportitalia – Andare oltre è difficile ma non impossibile. Servirebbero accordi di natura internazionale“. L’assemblea della Lega di Serie B aveva fissato la deadline al 9 maggio ma a questo punto è un termine che potrebbe anche spostarsi più avanti.

I format non si toccano

Senza l’Europeo, si cercherà di terminare i campionati con le formule attuali. Nessun blocco delle retrocessioni nè tantomeno allargamento della serie A con due sole promozioni dalla serie B. “Dobbiamo rispettare i format – ha ribadito Gravina a Sportitalia – Ed escludo categoricamente una serie A a 22 squadre. Andremmo ad iniziare una stagione di tensioni di cui il calcio non ha bisogno. Non mi va di penalizzare quanti hanno effettuato tanti sacrifici soltanto perché non vogliamo rispettare con decisionismo il rispetto dei format“. 

D’altronde i club cadetti nel corso dell’ultima assemblea avevano chiesto il rispetto dei regolamenti con le due promozioni dirette, la terza dopo i playoff, le 3 retrocessioni e la quarta a seguito dei playout. E a quanto pare è questa la linea che si vuole seguire a tutti i livelli. Una linea sposata in pieno anche dal Frosinone.

Playoff e playout ni, classifica cristalizzata

Calcio fermo ai tempi del Coronavirus © Imagoeconomica / Paolo Lo Debole

L’ottimismo è d’obbligo ma non è da escludere che l’emergenza coronavirus possa impedire la ripresa dei campionati. Un’evenienza che nessuno vuole prendere in considerazione. Tuttavia il rischio esiste. Inutile nasconderlo. Cosa accadrebbe? Il presidente Gravina aveva proposto la disputa di playoff e playout per chiudere la stagione e decidere i vari verdetti. Un’idea che però non ha riscosso grandi consensi e poi le classifiche non sono allineate con diverse partite da recuperare nei rispettivi tornei. 

La soluzione estrema e l’unica praticabile è la cristalizzazione delle graduatorie assegnando scudetto, retrocessioni e promozioni a seconda delle posizioni delle squadre prima dello stop. Come d’altronde accadde l’unica volta che il campionato fu sospeso, ovvero nel 1915,  a causa dell’entrata in guerra dell’Italia. Per farla breve tricolore alla Juve; in Champions Lazio, Inter e Atalanta oltre che i bianconeri; Roma e Napoli in Europa League; retrocesse Lecce, Spal e Brescia. Dalla serie B promosse Benevento, Crotone e Frosinone e così via scorrendo le classifiche fino alle categorie minori.

Uno scenario appunto estremo e triste perché significhebbe che il coronavirus non è stato ancora sconfitto.      

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