Dal Frosinone al Monterosi: D’Antoni è l’uomo delle favole

La storia dell’ex centrocampista protagonista 15 anni fa della prima storica promozione in Serie B dei canarini. Domenica ha guidato in panchina la squadra viterbese alla conquista della “C”: un miracolo sportivo per un club espressione di un paese di poco più di 4.500 anime. Il tecnico s’ispira ad Ivo Iaconi e il suo legame con la Ciociaria è ancora molto forte.

Alessandro Salines

Lo sport come passione

David D’Antoni è l’uomo delle favole. O dei miracoli sportivi. Con lui le missioni impossibili diventano possibili e i sogni proibiti si trasformano in solide realtà. Giusto quindici anni fa, è stato protagonista in campo (suo l’assist vincente nella finale playoff) della prima storica promozione in Serie B del Frosinone. In questa stagione ha guidato in panchina il Monterosi, paese di poco più di 4.500 anime in provincia di Viterbo, alla conquista della Serie C.

Un’impresa da record (sarà il più piccolo comune presente nel calcio professionistico) suggellata domenica dal successo contro il Latina che ha fatto gioire i suoi ex tifosi del Frosinone. 

IL MAESTRO IACONI

Ivo Iaconi

Quarantadue anni, viterbese, 302 presenze da professionista tra Serie A, B e C e 6 reti, esordio nel massimo campionato con l’Empoli il 25 ottobre del 1998, D’Antoni è stato un ottimo centrocampista in diverse squadre come Empoli, Alessandria, Vis Pesaro, Salernitana, Cesena, Genoa, Venezia, Frosinone, Rimini e Ternana.

Regista o mezzala: piedi buoni, visione di gioco e tanto dinamismo. Appesi gli scarpini al chiodo ha iniziato ad allenare in casa. Prima alla Sorianese in Eccellenza e poi nella Nuova Monterosi dove è stato promosso in Serie D e l’anno dopo ha subito sfiorato la promozione in C. Poi il ritorno a Frosinone per guidare la Primavera. Due stagioni e di nuovo a Monterosi per scrivere l’ennesima favola del calcio italiano.

Come allenatore s’ispira a Ivo Iaconi, suo tecnico in quel Frosinone promosso in Serie B. “Il mio punto di riferimento è sempre stato Iaconi con il quale ho fatto la scalata a Frosinone – ha confessato D’Antoni su calciodellatuscia.it – Oltre al livello tecnico, è una persona che ti conquista perché sa parlare di tutto e non solo di calcio. Aveva un rapporto con i giocatori mai da professore. La sua gestione mi è sempre piaciuta, ti trattava come un uomo senza grandissime imposizioni e ci ha permesso di fare calcio”.

D’Antoni ha realizzato un vero e proprio capolavoro: promozione con 3 turni d’anticipo, 74 punti in 31 gare (22 vittorie, 8 pareggi e 1 sconfitta), miglior attacco (53 gol segnati) e miglior difesa (19 reti subite).  “Un grande applauso a società, calciatori e staff. Tutti insieme abbiamo fatto una cosa grandissima”, ha sottolineato su tusciaweb.eu

DAVIDE BATTE GOLIA

Il Monterosi in festa

Il Monterosi è soltanto l’ultima di una delle tante favole del calcio italiano. Storie di piccoli club che hanno conquistato la ribalta dello sport più popolare dove il denaro o i grandi bacini d’utenza non sempre fanno la differenza. Al contrario vincono la passione, il cuore, l’entusiasmo la programmazione e la competenza.

E non è un caso che il presidente dei viterbesi Luciano Capponi – regista e autore cinematografico e teatrale, musicista e compositore – spera di emulare altre piccole squadre che hanno raggiunto i vertici del calcio tricolore.

Vorrei ripercorrere le favole di Chievo, Carpi e Frosinone”, ha rivelato il patron che punta ad un calcio sano, etico e più vicino alla famiglie con il motto “NoFair NoPlay”.

Il Monterosi 15 anni fa giocava in Seconda categoria. L’avvento di Capponi ha dato la svolta. Ha vinto un girone composto da formazioni blasonate ed espressioni di città grandi ed importanti: stiamo parlando di Latina, Nocerina, Savoia, Torres, Nola e Giugliano. Un impresa nell’impresa.

La società in questi anni ha lavorato con tanta abnegazione e mi preme ringraziarla. Come anche la squadra e lo staff – ha sottolineato D’Antoni – Con il lavoro quotidiano sul campo e fuori abbiamo costruito una grande mentalità. La svolta c’è stata nella partita d’andata a Latina dove abbiamo avuto la consapevolezza di poterci giocare la vittoria del torneo. Adesso inizia un nuovo ciclo. Parlerò del mio futuro con il presidente (Capponi comunque lo ha già confermato ndr). Dedico la promozione a mio padre che mi è stato sempre accanto da quando avevo 10 anni ed ho iniziato a giocare a calcio.

L’unico neo è la mancanza di uno stadio adeguato alla Serie C: il Monterosi sarà costretto ad emigrare dal “Martoni” e giocare forse a Viterbo. “Non hanno creduto in noi e quindi Monterosi non potrà godersi la Serie C. Si è persa un’occasione”, ha affermato amaro Capponi.

D’ANTONI E IL FROSINONE

David D’Antoni

Il legame tra l’allenatore viterbese e la Ciociaria è forte. Un feeling ancora vivo e sintetizzato in una partita, quel Juve-Frosinone del 28 ottobre del 2006. “Sono emozioni che ti rimangono tutta la vita – ha ricordato D’Antoni in un’intervista rilasciata a calciodellatuscia.it Se ci ripenso mi viene ancora la pelle d’oca. Quella giornata è stata un simbolo per tanti di noi che venivamo da una realtà come Frosinone che aveva militato sempre in Serie C1 e C2. Avevamo portato quella società al suo apice. Era un’emozione per noi ma anche per Frosinone e per tutti ciociari. E’ stato il più bel momento della mia carriera ed il coronamento di tanti sogni per noi giocatori e per una realtà come quella di Frosinone

I tifosi giallazzurri non hanno dimenticato quel centrocampista dai piedi buoni e dalla corsa fluida che nella finale playoff contro il Grosseto ha confezionato l’assist per il gol-vittoria di Martini. E domenica sui social si sono complimentati per la promozione arrivata come detto contro i rivali di sempre del Latina.

D’Antoni d’altronde ha collezionato in giallazzurro ben 141 presenze con 4 gol e 1 assist e ha indossato anche la fascia di capitano. Quattro stagioni dal 2005 al 2009 con la promozione in B e 3 salvezze che all’epoca valevano oro colato. Nel 2017 D’Antoni è tornato a Frosinone per allenare la Primavera. Il direttore Ernesto Salvini ne aveva intuito le grandi potenzialità e chissà se aveva fatto un pensierino per affidargli in futuro la prima squadra come è accaduto con Roberto Stellone.

Ma le dinamiche del calcio sono imprevedibili e D’Antoni dopo due campionati è tornato a Monterosi per scrivere una storia fantastica. Chiamatelo l’uomo delle favole.