Il tecnico romano aveva 81 anni ed ha guidato i canarini dal 1983 al 1986 sfiorando la promozione in Serie C1. Con 100 gare, è tra i 5 allenatori più longevi del club giallazzurro alle spalle di Minnocci, De Angelis, Stellone e Mari. Personaggio storico del calcio regionale e non solo, è stato anche responsabile del settore giovanile della Lazio. Il cordoglio di Stirpe
Il baffetto inconfondibile, uno stile d’altri tempi, un certo savoir faire. Protagonista di un calcio antico e genuino, prima da mezzala, poi da tecnico e dirigente. Mario Santececca, morto a Roma ad 81 anni, è stato un vero “signore della panchina” e ha legato la sua storia al Frosinone. In Ciociaria ha giocato e soprattutto allenato entrando nel club dei mister centenari: 100 gare alla guida dei giallazzurri dal 1983 al 1986 in Serie C2, sfiorando la promozione in C1. Santececca è stato anche il direttore generale del Frosinone nella stagione 1998-99. Inoltre ha militato ed allenato pure al Sora a conferma di un feeling particolare con la provincia.
Il Frosinone nel destino
Il legame tra Mario Santececca ed il club giallazzurro nasce negli anni ’60 quando giovanissimo approda a Frosinone proveniente dalla De Martino (l’attuale Primavera) della Lazio e da un’esperienza al Foligno. Resta in Ciociaria dal 1965 al 1967 giocando però pochissimo. Poi a distanza di tre lustri l’incrocio di destini lo riporta a Frosinone come allenatore. Siede sulla panchina dei canarini per 3 campionati di Serie C2. E’ la squadra dei vari Cari, Davato, Pellegrini, Viviani, Perrotti, Gaudino, Pietrantoni, Benini, Martini, Berardi, Sesena e via dicendo. Tutti nomi di giocatori che i tifosi più “grandicelli” ricordano con nostalgia ed affetto.
La stagione migliore è la seconda, nel 1984-85: il Frosinone si piazza terzo sfiorando la promozione in C1 sfuggita per 1 punto nei confronti del Sorrento. Un torneo con tanti rimpianti per Santececca che senza qualche sconfitta inattesa avrebbe potuto festeggiare il salto in un torneo che all’epoca valeva la B di oggi. All’ultima giornata il pari proprio a Sorrento in un clima infuocato (aggressione negli spogliatoi a Giacalone e sassaiola al pullman) condanna i giallazzurri.
Un ottavo ed un settimo posto gli altri piazzamenti del Frosinone di Santececca. Il tecnico romano comunque valorizza giovani come Benini, Martini, Perrotti, Berardi e Mancini approdati nelle serie superiori. Giocatore, tecnico e dirigente: Santececca non si fa mancare nulla e torna a Frosinone nel 1998 come direttore generale al seguito dell’imprenditore Giacomo Carbone che affianca il presidente Massimo Conti. Un torneo disgraziato culminato con la retrocessione in Serie D dopo i playout col Tricase.
Santececca nella storia, il cordoglio di Stirpe
Con 100 panchine il tecnico romano è tra i 5 allenatori più longevi. Solo Umberto Mannocci (120), Umberto De Angelis (130), Roberto Stellone (159) ed Alberto Mari (219) hanno collezionato più presenze al timone del Frosinone. Insomma una figura storica del calcio frusinate che ha lasciato un bel ricordo al di là dei risultati. Uno di quei personaggi che hanno contribuito alla causa giallazzurra in anni difficili dove la società non navigava in acque tranquille ed un allenatore spesso doveva fare i conti con problemi non propriamente tecnici.
E non è mancato il cordoglio del Frosinone e del presidente Maurizio Stirpe in una nota pubblicata sul sito internet della società: “Il presidente del Frosinone Calcio, Maurizio Stirpe, e tutto il club giallazzurro, sono vicini al dolore della famiglia Santececca per la scomparsa dell’indimenticato Mario, storico allenatore ed ex calciatore dei canarini. Dopo aver vestito la nostra maglia nella stagione 1965/‘66. guidò il Frosinone in panchina dal 1983 al 1986, in serie C2″.
Un monumento del calcio laziale
Santececca non è legato solo alla storia del Frosinone. E’ stato uno dei personaggi più in vista del calcio regionale. Bandiera dell’Almas Roma con cui ha vinto un campionato di Promozione, una Coppa Italia Dilettanti ed una Coppa Internazionale Ottorino Barassi nella duplice sfida con gli inglesi del North Shields a loro volta vincitori della Coppa d’Inghilterra dilettanti. Prodotto del vivaio della Lazio, ha giocato pure nel Foligno, nel Ravenna, nell’Allumiere e nel Sora.
Come allenatore ha iniziato al Bari. Poi Nocerina, Messina, Crotone e Frosinone. Dal 1987 al 1991 lavora alla Lazio: tecnico della Primavera e responsabile del settore giovanile. Dopodiché il ritorno all’Almas dove conquista 2 volte la promozione in Eccellenza. Si divide tra la panchina e la scrivania da dirigente. Altre esperienze alla Narnese, alla Fortis Terni, alla Gabelletta Ternia, al Pomezia, al Lepanto Marino ed alla Garbatella.
Sempre con il baffetto inconfondibile, uno stile d’altri tempi, un certo savoir faire.