Frosinone, sette partite per sognare in grande

La missione-risalita, a cominciare da La Spezia dopo la sosta, riparte dalle parole di Nesta: "Questa squadra ha un suo dna". Il raffronto con le ultime tre stagioni giallazzurre tra i Cadetti: il Frosinone andò in A speculando nel gioco, 'la grande bellezza' con Marino portò record di punti ma anche una cocente delusione

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Missione-risalita e gran finale di 2019 nell’obiettivo giallazzurro. Due blocchi di partite per un totale di 7. E una tabella di marcia fino al 29 dicembre al ‘Romeo Anconetani’ di Pisa. Nonostante la pausa per gli impegni delle nazionali, il Frosinone si prepara a raddoppiare gli sforzi per colmare un gap che lo tiene ancora ai margini della zona playoff anche se la classifica resta sempre molto corta.

Foto © Emiliano Grillotti

Intanto per effetto della vittoria sul Chievo la media sulla base delle ultime 7 partite è salita da 1.8 a 1.9 punti, quando nelle prime 5 era stata di 0.8. Ma su base totale è ancora a 1.3 punti a partita. Questo significa che il Frosinone non dovrà avere pause per aumentare la media-punti. A cominciare dalla difficilissima trasferta di La Spezia, alla ripresa.

Anche le parole del tecnico Alessandro Nesta sono state eloquenti: “Bisogna vince due-tre partite di fila per dare uno strappo significativo alla classifica…”.

LA TABELLA FINO AL GIRO DI BOA

Dicevamo appunto della tabella: 4 partite lontano da casa (Spezia alla ripresa, Juve Stabia, Benevento e Pisa) e 3 in casa (Empoli, Pescara e Crotone il giorno di Santo Stefano). Se la squadra di Nesta, come auspicabile, dovesse riuscire a restare sulla media attuale (1.8), alla fine del girone di andata il Frosinone si attesterebbe a 30 punti.

Un viatico sicuramente importante per entrare nel ranking playoff, senza per questo precludersi una marcia diversa. Considerando che nel 2014-’15 (allenatore Stellone) il Frosinone girò a 34 punti, nel 2016-’17 (allenatore Marino) girò a 38 punti e nel 2017-’18 (allenatore Longo) al giro di boa aveva 37 punti.

LE ULTIME TRE STAGIONI IN SERIE B
Foto © Emiliano Grillotti

C’è comunque da considerare che la capolista attuale, il Benevento è a 25 punti, a +8 dal Frosinone 11° in classifica.

Graduatoria corta che non deve assolutamente far pensare ad un campionato livellato in basso, probabilmente è il contrario. Lo dicono i numeri degli ultimi tre campionati di serie B disputati dal Frosinone.

Nel 2014-’15 il Carpi primo in classifica alla 12.a giornata aveva 24 punti (il Frosinone 22), nel 2016-’17 il Verona alla stessa giornata ne aveva 27 (il Frosinone 21) e nel 2017-’18 il Palermo ne aveva 21 (il Frosinone 20). Solo il Verona, alla stessa giornata, aveva un  +2 sul Benevento di oggi.

Il Frosinone di oggi ritarda di 3 punti su quello del 2017-’18, 4 su quello del 2016-’17 e 5 sul Frosinone che poi ottenne la prima promozione in serie A.

IL GIOCO, I PUNTI E LA ‘RAGION DI STATO’

Ma ci sono delle innegabili differenze proprio con le formazioni che conquistarono poi la promozione in serie A. E tutto questo si riallaccia alle parole di Nesta, sempre nella conferenza stampa post-partita di domenica sera quando ha dichiarato che “il Frosinone ha un dna ben preciso e che un allenatore deve saper guidare la normalità e fare anche un passo indietro”. 

Significa non certo che un allenatore deve scansarsi, deve lasciare tutto in mano all’anarchia. Questo no. Significa invece che se i risultati si ottengono anche speculando nel gioco, anche non essendo sempre belli, alti e biondi e all’olandese, in tal caso va benissimo. Deve prevalere la famosa ‘ragion di Stato’.

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Questo Frosinone è nell’ossatura la squadra che, pur nelle grandi difficoltà di quella gara, mise alle corde il Palermo nella finale per la serie A dopo che i rosanero avevano dettato calcio nei primi 20’. E lo seppe fare alzando il livello della tensione agonistica, mettendo sul campo intensità e cattiveria prima che gli schemi.

A tal proposito, andando a curiosare nel passato, con Stellone e poi con Longo il gioco era infatti agonisticamente più elevato che bello, spumeggiante e brillante. Mentre la ‘grande bellezza’ del Frosinone di Marino che portava la squadra a ragionare calcio sin dal primo tocco, produsse il record di punti dei giallazzurri in B (74) ma anche la delusione di una mancata promozione (per un mister gol di differenza) che equivalse ad una seconda retrocessione.

LE ALTRE

Nel derby campano, il Benevento riporta un punto dalla trasferta in casa della Juve Stabia. Uno a uno il finale, all’eurogol di Calò – un giocatore di proprietà del Genoa e già nel passato attenzionato dal Frosinone – ha risposto l’attaccante Coda che brucia tutti sul tempo e batte Russo da pochi passi. Recriminazioni per le Vespe che hanno reclamato per un penalty ma il fallo di Letizia su Canotto non c’è.

A proposito di eurogol di un centrocampista, applausi per D’Urso del Cittadella che incanta a Perugia: gioco di prestigio con le gambe e destro sotto l’incrocio che sblocca il risultato al ‘Curi’, poi ci pensa Diaw che aveva ingaggiato un duello personale con Vicario, bravo ad evitare un passivo più pesante ai grifoni che tornano sull’altalena. Una traversa ancora per D’Urso che nel finale fallisce la doppietta personale. Questo ragazzo scuola-Roma, transitato anche per il Latina, farà strada.

Foto © Emiliano Grillotti

Tra il Benevento e il Cittadella si piazza il Crotone che riscatta il passo falso della settimana precedente proprio col Perugia e batte un Ascoli di nuovo fischiato dai tifosi. Zanetti è stato confermato dalla proprietà del club marchigiano.

Il Pescara pare abbia trovato la quadratura del cerchio: 2-1 ad Empoli grazie alle reti del difensore Bettella e dell’onnipresente Galano. Per gli azzurri toscani un ko che fa riflettere. Esonerato Bucchi che non vinceva dal 28 settembre, 2-0 al Perugia. L’Empoli ha sotto contratto ancora Beppe Iachini ma pare orientato a dirigersi sull’ex vice di Andreazzoli, Roberto Muzzi (ex attaccante di Roma, Cagliari e Lazio).

Il Pisa fa suo il derby del Tirreno: 3-2 allo Spezia che a 15’ dal 90’ conduceva 2-1. Il solito Gyasi fallisce un gol fatto, ribaltone e il gol di Benedetti con un colpo solo cancella la sconfitta nel derby col Livorno (autogol dello stesso giocatore) e fa uscire i neroazzurri dalle pastoie di una classifica complicata. Il tecnico spezzino Italiano, difeso dal dg Angelozzi qualche settimana fa, adesso è stato messo sul banco degli imputati dallo stesso dirigente. 

Entella-Pordenone è la partita delle prodezze: una rovesciata di Strizzolo illude i ragazzi di Boscaglia che sfiorano il 2-0 e colpiscono due legni, poi una bomba di Schenetti rimette le cose in parità. E sempre al capitolo gol dei centrocampisti, c’è quello di Aramu che risolve a favore del Venezia la partita con un Livorno che non trova continuità.

Nelle gare della domenica, la Cremonese batte 1-0 la Salernitana grazie alla prima rete in campionato di Ciofani che colpisce anche un legno. Baroni tira un sospiro di sollievo, Ventura ingoia amaro per la cifra di occasioni sprecate dai suoi ed anche per un presunto rigore non concesso. Due a due invece tra Trapani e Cosenza: il cosentino Pierini prima porta in vantaggio e poi agguanta i siciliani. Sfida con parapiglia annessa nel finale. Il turno numeri 12, con ben sei espulsi, ha visto scaldarsi gli animi.

IL PERSONAGGIO
Mirco Antenucci

Ha accettato il doppio declassamento dalla serie A alla Lega Pro ma non ha perso il vizietto del gol. Mirko Antenucci – 153 gol in carriera, 36 in tre stagioni con la Spal – con la maglia del Bari è il vice-capocannoniere del girone C della Lega Pro con 9 reti.

Davanti a lui c’è Corazza della Reggina che è salito alle cronache di questa rubrica la scorsa settimana e in gol anche domenica.

Antenucci ha messo a segno una doppietta nel derby pugliese che ha visto la squadra di Vivarini sbancare il campo del Bisceglie. Il Bari però è a -8 dal primo posto occupato proprio dai calabresi allenati da Toscano ma sconta la falsa partenza che ha portato al cambio di panchina.