A Brescia una squadra in difficoltà sotto tutti i punti di vista al di là della seconda sconfitta in 5 gare. Un momento delicato ma c'è tempo e modo per rifarsi
Allo Stadio Rigamonti di Brescia il punto più basso di un inizio stagione da cancellare per il Frosinone. Al di là della seconda sconfitta stagionale in 5 partite preoccuta soprattutto per l’atteggiamento proposto in campo, a tratti quasi svogliato e remissivo nei confronti degli avversari.
La partita del “Ferraris” di Genova tra Sampdoria e Cosenza, uniche inseguitrici del Frosinone, evita quantomeno l’ultimo posto in classifica.
Le statistiche del match
Complice un primo tempo negativo su tutti i fronti ed una seconda frazione macchiata indelebilmente dal rosso ad un ingenuo Darboe, le statistiche del match vanno tutte, o quasi, contro i canarini. Il Brescia, infatti, oltre al netto 4 a 0, riesce ad imporsi, in particolare, sul numero di tiri verso lo specchio (14 a 7 per i lombardi).
Poi i tiri in porta (7 a 2), i calci d’angolo (6 a 2) e i tocchi in area avversaria (32, contro i 20 dei canarini), con gli uomini di Vivarini che vengono graziati con due legni e un gol annullato, che evitano al Frosinone un passivo ancor più pesante.
La difesa fa acqua da tutte le parti
Nei 3 gol con cui il Brescia chiude in vantaggio il primo tempo, c’è un minimo comune denominatore: la sufficienza sulle palle vaganti, sinonimo di una squadra entrata mentalmente nel match in maniera sbagliata. La difesa vista nella gara del “Rigamonti”, è indubbiamente il reparto più in difficoltà.
Con Sorrentino (all’esordio stagionale, al posto dell’infortunato Cerofolini) che non riesce a sopperire alle voragini di una retroguardia che, per l’assenza di Cichella a centrocampo, torna a tre ed entra in partita con un atteggiamento totalmente insufficiente su tutti i fronti. Nove i gol subiti in 5 gare, 2 in più rispetto alla stagione scorsa in Serie A nello stesso arco temporale.
Centrocampo in confusione
Il peggiore è Darboe. Il cartellino rosso ad inizio secondo tempo, lascia i compagni in inferiorità numerica in una situazione già di enorme difficoltà (con il punteggio già sul 3-0 in favore delle rondinelle).
Un’espulsione che, vista anche la reazione di Vivarini in panchina, probabilmente peserà anche sulla stagione dell’ex Roma. Male anche Gelli, colpevole sul secondo gol di Juric e autore del fallo da rigore per il definitivo 4-0 con cui il Brescia mette la parola fine sul match.
Un attacco mai pericoloso
Il reparto offensivo continua nel periodo di sterilità realizzativa, con 2 soli gol realizzati nelle ultime quattro giornate. In totale sono 4 le reti segnate, la metà di quelle siglate un anno fa in A sempre dopo 5 turni. Vivarini cambia gli interpreti per la terza volta nelle ultime 3 partite.
Con il fin qui inamovibile Ambrosino che, contrariamente alle scorse uscite, parte inizialmente dalla panchina ed entra al 1′ del secondo tempo, quando ormai il punteggio era compromesso.
Tra i sei giocatori impegnati (tra titolari e sostituti). L’unico che riesce quantomeno a sporcare i guantoni di Lezzerini è Tsadjout. Davvero troppo poco.
Una prova che fa pensare
Una prestazione che deve far assolutamente riflettere. Al Frosinone di Brescia è mancato tutto: le idee, in primis, con un gruppo dove ognuno sembra giocare per sé stesso e quasi mai in maniera corale. L’intensità, soprattutto sulle occasioni nel primo pressing dopo aver perso palla; il carattere, di una squadra che dopo essere andata sotto getta la spugna ed esce virtualmente dal campo.
Spunti di riflessione da cui ripartire per migliorare, certo, ma che pongono interrogativi sulla gestione di quest’inizio di stagione. È ovvio, rispetto allo scorso anno il cambiamento è stato radicale: il tempo per rilanciarsi c’è e il campionato è ancora lunghissimo, ma questo inizio di stagione, purtroppo, non lascia presagire nulla di buono.