Come quando giochi in casa (di E. Ferazzoli)

Il Frosinone è bastato a se stesso. Il rientro di Ariaudo e Paganini, la bravura del tre volte assistman Rohden, il cinismo di Beghetto e l’impassibilità di Dionisi che esulta azzittendo col dito quella parte della Est sempre pronta ad “omaggiarlo” di fischi. La svolta sarà farsi trovare in tanti sugli spalti di Castellammare

Elisa Ferazzoli

Giornalista in fase di definizione

“Fin troppo alto, dinoccolato, andava e veniva col suo passo distratto di ragazzo”. L’Americano.

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Avanti e indietro, nell’instancabile ricerca di un guizzo, di un movimento, di una palla da mettere dentro. Dodici presenze ma alla fine quel primo goal in maglia giallo azzurra è arrivato. Un cross alto, teso, veloce. Un avvitamento perfetto, l’impatto di testa in elevazione, la rete che si gonfia alle spalle del portiere. La prima esultanza. La sua e quella di tutto lo stadio per il goal numero uno di Andija Novakovich. Per il momentaneo 3-0 che chiude anzitempo il match contro un Empoli che non vince più dal 28 settembre.

Frosinone-Empoli

L’americano c’è. C’è nel colpo di testa al 48’, c’è nel ruolo fortuito avuto durante le azioni che hanno portato al doppio vantaggio del primo tempo. C’è nelle aspettative del pubblico che a lui ha accordato fin da subito una fiducia rara, dettata dall’istinto, da quella confidenza che nasce spontanea, senza un perché, senza bisogno di spiegazioni. C’è nelle corde della Curva Nord che ne approfitta per trasformare l’I love you baby di Diana Ross in un motivetto immediatamente familiare, dilagante e contagioso: “L’americano lalalalalala, l’americano lalalalalala”. Tutto lo stadio prende a canticchiare. Facile.

Come facile è stato andare in vantaggio dopo pochi minuti. Una gara inaspettatamente semplice nella quale non c’è stato bisogno né di invocare la fortuna né di condannare pali e malasorte. Il Frosinone è bastato a se stesso. Il rientro di Ariaudo e Paganini, la bravura del tre volte assistman Rohden, il cinismo di Beghetto al 2’ e l’impassibilità di Dionisi che al 33’ esulta azzittendo col dito quella parte della Tribuna est sempre pronta ad “omaggiarlo” di fischi a prescindere dalla prestazione.

Ma al di là del ruolo avuto dai singoli, a fare la differenza sono stati l’affiatamento della difesa, la fermezza e la fantasia del centrocampo, il gioco di squadra del reparto offensivo che finalmente scopre di avere nuovi finalizzatori sui quali fare affidamento.

Frosinone-Empoli © Mario Salati

Per ultimo, ma non meno importante il fattore casa. Un elemento che pesa sul percorso fatto fino ad oggi dal Frosinone che, fuori dallo Stirpe, non è andato oltre il pareggio lasciando così per strada 18 punti dei 21 a disposizione. Non abbastanza per una squadra che punta ad entrare stabilmente nella zona playoff.

In una limpida giornata di novembre, seppur reduce da una sconfitta per molti versi immeritata, la squadra di Nesta si è trovata di fronte uno Stirpe intenzionato, nel numero e nella foga, a credere che la disfatta contro lo Spezia altro non fosse stato che un incidente di percorso.

E se ad oggi “mettere due vittorie di fila” resta l’unico ingranaggio ancora arrugginito, se vincere la prossima sfida esterna contro la Juve Stabia potrebbe davvero rappresentare la svolta per il Frosinone di Alessandro Nesta probabilmente, farsi trovare numerosi sugli spalti dello Stadio Romeo Menti di Castellammare domenica prossima, essere intenzionati ad accoglierli, nel numero e nella foga, come se fossero a casa, questa volta, potrebbe davvero fare la differenza.