Frosinone, i numeri non bastano: la differenza è nei dettagli

[L'ANALISI] Le statistiche premiano la squadra di Alvini, molto più pericolosa della Sampdoria. Ma alla fine il risultato viene deciso dai particolari e dall'imprecisione dei giallazzurri. Resta la prova di un gruppo maturo capace di gestire al meglio una trasferta complicata. Tuttavia per fare il salto serve trasformare la quantità in qualità

Matteo Sansoni

Le storie dietro ai numeri

Un punto che lascia l’amaro in bocca al Frosinone, che al “Ferraris” va avanti con Zilli e si fa riprendere da Coda nella ripresa. Una partita di carattere, letta bene tatticamente da Alvini e giocata con ordine, ma ancora una volta decisa dai dettagli e da un pizzico di imprecisione sotto porta. Il pareggio mantiene i ciociari nei piani alti, ma la sensazione è che questa squadra possa – e debba – raccogliere di più.

I numeri premiano Frosinone

Max Alvini

Le statistiche parlano chiaro: Frosinone più incisivo e pericoloso per larghi tratti. Possesso leggermente inferiore (47% contro 53%), ma volume offensivo superiore, con 16 tiri totali (4 nello specchio) contro i 12 blucerchiati. Il vantaggio firmato Zilli, al 39’ su corner di Calò, premia una prima frazione dominata sul piano dell’intensità e dell’attenzione sulle seconde palle.

Nella ripresa, la Sampdoria alza il baricentro e trova il pareggio con Coda al 70’, approfittando di un’azione insistita sugli sviluppi di una respinta corta. Da segnalare i due rigori assegnati e poi tolti, giustamente, al VAR per i liguri e i 3 legni colpiti dai ciociari con Calvani, Bracaglia e Calò.

Due pali colpiti da una difesa solida ma non perfetta

Nel complesso la linea difensiva, nonostante il forfait di Monterisi, regge l’urto e concede poco. J. Gelli, alla seconda da titolare in campionato, guida il reparto con 9 duelli vinti su 13 e un intervento provvidenziale su Coda nel primo tempo. Bene anche Calvani, che si conferma tra i più affidabili, preciso nelle letture e pericoloso sulle palle inattive con il legno colpito ad inizio match.

Capitan Bracaglia (Foto © Mario Salati)

Sulle fasce A. Oyono, si limita a presidiare la corsia senza incidere troppo davanti (3 contrasti vinti, 8 intercetti) mentre Bracaglia alterna buone chiusure a qualche rischio di troppo: centra la traversa su azione offensiva (chiudendo il match con 3 tiri all’attivo), ma viene salvato dal VAR per un tocco di mano in area non punibile a inizio ripresa. Partita attenta anche per Palmisani, meno impegnato del solito (appena due parate nel corso dei 90′) ma non per questo meno decisive.

Il centrocampo tiene il passo, pesa l’assenza di Kone

La mediana è il reparto più continuo del Frosinone. Calò detta i tempi e firma l’assist per l’1-0 (il terzo stagionale), chiudendo con il 92% di passaggi riusciti e un tiro da fuori nel primo tempo. Koutsoupias lavora in ombra ma è prezioso: 8 duelli vinti, altrettanti palloni recuperati e una presenza costante tra le linee. Meno appariscente Cichella, più concentrato sull’equilibrio che sull’impostazione.

Koutsoupias sempre prezioso

Pesa ancora l’assenza di Kone (che proverà a tornare dopo il turno infrasettimanale). Senza la sua corsa, il Frosinone perde metri in transizione e rinuncia a qualche ripartenza potenzialmente letale. Insomma, un giocatore che negli ultimi due anni si è dimostrato tanto indispensabile quanto fragile a livello fisico. Nel complesso, però, resta la prestazione fatta di grande compattezza: nei 20 metri finali, nonostante il gioco tendi a rallentare, raramente si disunisce.

Dopo due turni di astinenza i ciociari ritrovano il gol

Il Frosinone costruisce ancora una volta tanto, ma capitalizza assai poco. Zilli è, senza alcun dubbio, la nota lieta del sabato pomeriggio. Il centravanti trova il suo primo gol stagionale, segnando con uno stacco imperioso da centravanti vero e tiene costantemente impegnati i centrali doriani che, in ben 3 occasioni, non possono fare a meno di commettere fallo.

Zilli al primo gol stagionale

Kvernadze è la mina vagante: due conclusioni pericolose e diverse situazioni create sull’esterno, anche se tende spesso a isolarsi ed innervosirsi troppo, un lato caratteriale che, fin troppo spesso, gli fa perdere il focus sul match. Non incide Ghedjemis, che chiude il match sostituito al 77’ da Vergani, con appena 21 tocchi del pallone, 0 tiri verso lo specchio e 0 dribbling riusciti.

Vergani entra nel finale e ci prova con una conclusione deviata, chiudendo con un’ammonizione per eccesso di foga. Numeri alla mano, sono 4 le grandi occasioni prodotte, una sola concretizzata. Percentuale realizzativa ancora sotto il 10%: un limite ormai cronico per i giallazzurri.

Un punto che muove la classifica

I ciociari tornano quindi a fare punti dopo due stop consecutivi, un piccolo passo per rimanere attaccati al treno delle migliori. Il pareggio di Marassi, nel complesso, racconta di un Frosinone maturo, capace di gestire una trasferta complicata, almeno per blasone della squadra avversaria e di imporre il proprio ritmo per oltre un’ora.

L’attaccante Kvernadze (Foto © Mario Salati)

Tuttavia, i dati e la sensazione visiva convergono: serve più cattiveria negli ultimi venti metri e maggiore lucidità nel chiudere le partite. Il percorso di crescita è evidente: la struttura tattica funziona, la squadra reagisce e non si scioglie, ma per fare il salto serve trasformare la quantità in qualità. Le occasioni ci sono, ora bisogna capitalizzarle.

Sarà fondamentale, quindi, il prossimo snodo di campionato, con i ciociari impegnati nel turno infrasettimanale di martedì sera, dove ospiteranno la Virtus Entella reduce da appena un punto nelle 4 trasferte fin qui affrontate in campionato, al netto di 2 gol fatti e 7 subiti. Una vittoria sarebbe importante per alimentare l’entusiasmo, in un mese di ottobre non del tutto memorabile fino ad ora.