Frosinone, il tesoro di Bianco è sulle fasce

[L'ANALISI] Il gioco sulle corsie laterali uno dei segreti della rinascita della squadra giallazzurra. Il tecnico Bianco ha saputo valorizzare gli esterni protagonisti del filotto di vittorie con gol, assist e giocate

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Destra o sinistra è la stessa cosa. Intanto non stiamo parlando di politica. Il calcio è trasversale. Ed il calcio di Paolo Bianco vanta tra le sue armi principali il gioco sulle fasce tra cross, sovrapposizioni, inserimenti da dietro ed ali col piede invertito pronte a rientrare verso il centro. Terzini ed esterni d’attacco ma anche le mezzali recitano un ruolo fondamentale nel 4-3-3 del tecnico pugliese. Non è un caso che tra i segreti della rimonta del Frosinone ci siano le corsie laterali: gol, assist ed in generale azioni pericolose nascono sulle fasce.

Bianco ha rilanciato gli esterni offensivi trasformati in giocatori finalmente letali e decisivi. Stesso discorso per i terzini in crescita costante. Sabato col Cosenza il gioco sulle fasce potrebbe essere ancora determinante per regalare ai giallazzurri la quinta vittoria di fila ed un altro passo importante verso la salvezza.

La chiave di volta

L’attaccante Partipilo (Foto © Mario Salati

Sin dal suo esordio sulla panchina del Frosinone, Paolo Bianco ha puntato forte sugli esterni. A Salerno ha schierato un tridente con Partipilo e Begic ai lati di Ambrosino. Nel primo tempo la risposta è stata importante con i canarini vivaci e pericolosi. E proprio Partipilo ha segnato il gol del momentaneo vantaggio dopo una combinazione sulla fascia destra con Ambrosino.

La settimana seguente col Mantova la prima vittoria della gestione-Bianco. Il primo gol nasce da una discesa sulla destra del terzino A. Oyono innescato da Partipilo in una combinazione tipica del 4-3-3. Lo stesso Partipilo è stato decisivo in occasione del raddoppio calciando il corner da cui è nata la rete di Lusuardi.

Lo sloveno Begic

Esterni determinanti per il successo col Brescia. Tre punti firmati da Kvernadze e Ghedjemis (assist di A. Oyono), schierati tra l’altro a sorpresa. Anche contro la Sampdoria le fasce sono state decisive. Il secondo gol di Monterisi è scaturito da un cross dalla destra di A. Oyono, spizzato da Lucioni e deviato in rete dal difensore. Il tris invece è stato confezionato dalla coppia Kvernadze-Ghedjemis: il georgiano autore dell’assist dopo un bel contropiede sulla sinistra; il franco-algerino a segno per la seconda gara di fila a seguito di un movimento da destra verso il centro.

I meriti di Bianco

Paolo Bianco

Il tecnico giallazzurro non ha fatto altro che utilizzare il buon senso e la concretezza, valorizzando al massimo la batteria di esterni sacrificata dal suo predecessore per motivi legati al modulo schierato durante il suo percorso. Una batteria di grande qualità che doveva e poteva essere sfruttata meglio. Ancor di più per una formazione in difficoltà sin dall’inizio della stagione.

Insomma Bianco ha cercato soltanto di affidarsi alle caratteristiche dei giocatori della rosa senza inventarsi nulla di strano. Senza troppe alchimie, inutili per una squadra in lotta per la salvezza. Inoltre l’allenatore giallazzurro è un fautore del 4-3-3 e quindi ha colto la palla al balzo.

La crescita dei giocatori

Il georgiano Kvernadze (Foto © Mario Salati)

Gli esterni hanno risposto presente alle chiamate di Bianco. E’ evidente la crescita esponenziale di alcuni giocatori. Alcuni di questi erano finiti ai margini per vari motivi. L’esempio più eclatante è Ghedjemis, salito alla ribalta nelle ultime settimane dopo mesi trascorsi tra panchina e qualche apparizione. Il franco-algerino, schierato a sorpresa nella gara col Brescia, è stato subito decisivo. Ma al di là dell’aspetto tecnico, Fares ha mostrato grande personalità e coinvolgimento.

Stesso discorso per Kvernadze: con Vivarini e Greco ha vissuto un campionato tra alti e bassi, ora grazie a Bianco ha trovato maggiore continuità di rendimento. Anche Partipilo, al netto di qualche acciacco, ha sciorinato prestazioni di alto livello. Bene pure Begic finalmente schierato nel suo ruolo naturale e non adattato a centrocampo.

Antony Oyono (Foto © Mario Salati)

Ma la cura-Bianco ha regalato energie nuove anche ai terzini: A. Oyono è sembrato un altro giocatore rispetto a quello visto per buona parte del torneo. Capitan Marchizza, rientrato dall’infortunio, si è ripreso subito la scena ed in breve tempo è tornato ad essere uno dei punti di forza. Senza dimenticare Di Chiara e J. Oyono che quando sono stati chiamati in causa non hanno deluso.