Frosinone, la disfatta ai raggi X

I numeri dei ciociari ora mettono a dir poco paura: ultimo posto in classifica, zero vittorie, peggior attacco e peggior difesa. L'analisi della crisi reparto per reparto

Matteo Sansoni

Le storie dietro ai numeri

I numeri del Frosinone in questo inizio stagione mettono a dir poco paura: ultimo posto in classifica, zero vittorie, peggior attacco (4 gol fatti in 6 partite) e peggior difesa del torneo (con 12 gol subiti). La seconda sconfitta consecutiva (terza totale, prima in casa) contro il Bari ha aggravato la crisi dei ciociari che si sono infilati in una sorta di vicolo cieco da cui bisognerà cercare di uscirne quanto prima. Il rischio è di restare in balia di un mare tempestoso (leggasi zona retrocessione) dove questo gruppo non sembra abituato a navigare.

Numeri “bugiardi” se letti e non analizzati nel profondo quelli del Frosinone, soprattutto sotto il punto di vista dei tiri. Con la squadra di Vivarini che chiude il match con 25 tiri contro i 13 del Bari. Peccato però che ben 17 arrivino dopo il 3 a 0 realizzato da Favilli al 67′ (primo gol stagionale all’esordio in maglia barese).

I numeri del match

Ambrosino in azione (Foto © Mario Salati)

Ovviamente, dopo il tris, il Bari si concede il lusso di staccare il piede dall’acceleratore e offre il fianco al Frosinone. Che, nonostante l’assedio confusionario all’area di rigore pugliese, non riesce ad andare oltre i due legni colpiti da Distefano e Tsadjout nel finale.

Male anche il bilancio dei passaggi effettuati, con il Bari che chiude a 488 (contro i 382 del Frosinone), e il possesso palla, nettamente in favore dei pugliesi.

Difesa troppo leggera, il Bari fa quel che vuole

Jeremy Oyono (Foto © Mario Salati)

Ancora una volta bilancio negativo per la retroguardia del Frosinone, con Kalaj (alla prima da titolare in stagione), Monterisi e Marchizza che concedono troppo spazio al reparto offensivo barese. Reparto che converte in gol praticamente tutte le grandi occasioni avute nel match. Insufficiente anche Sorrentino che, nonostante le 5 parate effettuate (di cui 3 da dentro l’area di rigore), risulta colpevole su almeno due dei tre gol del Bari: nel primo, probabilmente coperto dal traffico in area di rigore, è poco reattivo sul tiro di Maita che sblocca il match sul gong del primo tempo, tagliando le gambe agli uomini di Vivarini.

Capitan Marchizza (Foto © Mario Salati)

Male, invece, tutto il reparto in occasione del secondo gol dei biancorossi, con la linea difensiva che si fa imbucare alle spalle da Oliveri (uno dei tredici ex del match) che serve, da esterno ad esterno, il quinto di sinistra Dorval che deve solo accompagnare il pallone in rete. Quasi (incolpevole invece sul gol di Favilli, che fa partire un missile terra-aria da dentro l’area di rigore, che si insacca tra le mani di Sorrentino e la traversa.

Manca il “fisico” a centrocampo

Machin ancora impalpabile (Foto © Mario Salati)

Il reparto centrale, orfano di Darboe squalificato, si dimostra poco fisico e reattivo in confronto a quello del Bari. E con Cichella e Gelli che, nonostante le altissime percentuali di passaggi riusciti (rispettivamente il 100% e il 93%, le più alte del match) non riescono mai, o quasi, a filtrare le azioni avversarie. Per poi ripartire con passaggi in verticale (soltanto 1 in tutto il match del Frosinone).

Prestazione negativa anche per i gemelli Oyono, con Jeremy che, nello specifico, tocca solamente 13 palloni in 45′ minuti di gioco, effettuando 4 passaggi su 7 tentati (con il 57% di precisione).

Attacco non pervenuto, l’astinenza pesa

Il Frosinone aspetta i gol di Partipilo (Foto © Mario Salati)

Numeri analoghi tra palloni toccati e passaggi riusciti anche per Ambrosino (17 palloni toccati con 4 passaggi su 7 riusciti). L’uomo di fiducia di Vivarini tradisce nuovamente le aspettative, restando una presenza quasi invisibile per tutti i 58 minuti in cui il numero 10 è in campo in cui prova per due volte la via della porta, senza però mai centrare lo specchio.

Leggermente meglio Tsadjout, che chiude il match con 5 tiri all’attivo di cui, però, ben 4 nel tempo di recupero del secondo tempo, quando il match era ormai ampiamente in archivio.

Vivarini sconsolato

Vincenzo Vivarini

L’atteggiamento della squadra è nuovamente lo specchio del suo allenatore, quasi sconsolato di fronte agli errori dei suoi. Emblematico il colloquio a fine match con lo staff di fronte al pubblico in contestazione. La palla passa adesso alla società che dovrà fare le dovute valutazioni in ottica dell’imminente futuro che aspetta il Frosinone.

Questo con soli cinque giorni che dividono i ciociari dal match contro il Cittadella, con cui il Frosinone condivide il peggior attacco del campionato (con 4 gol realizzati in 6 giornate). Un altro match, l’ennesimo di questo inizio stagione, da dentro o fuori.