L’amichevole con la Lazio ha chiuso il precampionato e lasciato buone indicazioni in vista degli impegni ufficiali. Peccato per l’infortunio di Begic, si stringe per l’arrivo del terzino Veroli
Aspettando la quadratura della rosa più luci che ombre ad una settimana dall’esordio in Coppa Italia contro il Pisa (lunedì 12, ore 18). E’ ancora un cantiere aperto ma il Frosinone d’estate imbottito di tanti giovani lascia ben sperare e cresce la fiducia. La conferma importante è arrivata dall’amichevole con la Lazio che ha di fatto chiuso il precampionato. Malgrado la sconfitta i giallazzurri non hanno sfigurato: grinta da vendere (fin troppa con Kvernadze ammonito), nessun timore reverenziale, duttilità ed alcune buone trame.
La mano dell’allenatore Vincenzo Vivarini si vede. I suoi concetti iniziano ad esser assimilati da un gruppo al quale non fa difetto l’applicazione. Un Frosinone bravo a rimodellarsi durante la gara con interscambi interessanti tra giocatori. E’ chiaro che c’è ancora tanto lavoro da fare e bisogna completare l’organico (vicino il terzino Veroli del Cagliari, allenato da Vivarini al Catanzaro). Non mancano ovviamente i limiti da eliminare: in primis la scarsa incisività in attacco. “La prestazione comunque è stata all’altezza contro un’avversaria di Serie A”, ha detto Vivarini nel post-gara.
COSA VA
Duttilità, spirito giusto e temperamento
Il Frosinone ha mostrato già una sua fisionomia tenendo presente il momento della stagione ed un organico incompleto. In avvio Vivarini ha disegnato un 4-2-3-1 che può essere letto anche come un 4-4-2 a seconda delle fasi della gara. Il tecnico, sin dalla conferenza stampa di presentazione, ha chiesto una squadra duttile che sappia adattarsi alla partita e cambiare pelle. E così è stato anche con la Lazio.
“Abbiamo modificato 3 volte la struttura della squadra nella stessa partita – ha spiegato Vivarini – Di conseguenza ci modelliamo a seconda delle situazioni in campo. Questa è una qualità che i ragazzi hanno già iniziato ad assimilare molto bene, e che ha messo in difficoltà le pressioni della Lazio. Noi varieremo l’assetto, l’importante è avere le caratteristiche dei giocatori per poterlo fare”.
Malgrado un’avversaria superiore, il Frosinone si è espresso senza paura cercando il fraseggio corto e proponendo giocate interessanti. Sollecitate spesso e volentieri le fasce: molto attivi Kvernadze e Ghedjemis supportati da Oyono e Marchizza. Generosi gli attaccanti, attenta la difesa, il centrocampo dipenderà dal futuro di Brescianini. Lo spirito ed il piglio sono stati giusti. Tutti hanno preso sul serio la sfida mettendo dentro grinta e voglia di battagliare nonostante fosse un’amichevole.
Marchizza, Cittadini ed i giovani
Il terzino romano e neo capitano si è mosso con tanta personalità e dal punto di vista fisico è parso già in palla. L’infortunio sembra un lontano ricordo. Marchizza è tra le note più positive del Frosinone d’estate. Tanto che Vivarini lo ha definito un allenatore in campo. Un vero capitano. “Abbiamo bisogno di certezze – ha sottolineato il tecnico – Penso che lui possa ricoprire questo ruolo, ha l’esperienza e le qualità per gestire lo spogliatoio. E’ un allenatore in campo, è chiaro che si responsabilizzano i giocatori perché dalla panchina si fa fatica a dare sempre delle indicazioni. Se abbiamo elementi che hanno capacità di lettura, bisogna sfruttarli come anche faremo con Gelli”. Nella ripresa Marchizza ha giocato al centro: può essere una soluzione.
Per quanto riguarda la difesa, molto reattivo il neo acquisto Cittadini. In crescita Monterisi rispetto alla seconda parte della scorsa stagione. Buone sensazioni da parte di Jeremy Oyono, gemello in tutti i sensi di Anthony. Cuni è il solito gladiatore ed ha spesso messo in difficoltà Patric. Ma ora deve puntare ad un gioco di maggiore qualità. Bene Ambrosino, vicinissimo al gol con un gran diagonale. Continuano a destare una buona impressione i giovanissimi. Soprattutto i centrocampisti Cichella e Vural. Il primo, figlio d’arte (il papà Luca ha militato nell’Isolaliri promossa in Serie D nel 2003), ha qualità importanti per essere un 2006. Il turco vanta numeri d’alta scuola come ha dimostrato al 39’ della ripresa quando ha mandato in porta Ambrosino. Anche il difensore Bracaglia è stato all’altezza.
COSA NON VA
Scarsa incisività in zona d’attacco
Come ha sottolineato lo stesso Vivarini, il Frosinone deve alzare l’asticella della pericolosità. Contro la Lazio ha costruito poche occasioni da rete malgrado la mole di gioco prodotta. Sono mancate le scelte giuste, la stoccata vincente, il colpo risolutore. E alcune volte si è notata una frenesia eccessiva nella ricerca della giocata. L’inesperienza inoltre ha svolto un ruolo importante considerando la giovane età degli attaccanti giallazzurri.
Ghedjemis e Kvernadze sulle fasce sono stati vivaci ma poco concreti. Sbagliando troppo. Cuni ha svolto tanto lavoro sporco senza tirare mai in porta. Mentre Distefano è ancora in ritardo rispetto ai compagni. “Dobbiamo essere più bravi nella fase offensiva”, non si è nascosto Vivarini.
Condizione e meccanismi da affinare
Fondamentale allineare la forma fisica dei giocatori. Ci sono elementi più avanti ed altri indietro. Effetto del mercato aperto, dell’andirivieni di calciatori e dei differenti metodi di preparazione. Stesso discorso per quanto riguarda l’intesa e alcuni meccanismi tattici. Bisogna migliorare il raccordo tra i reparti e i relativi sincronismi. Contro la Lazio si sono notate sbavature dovute proprio al periodo di rodaggio.
Altra nota negativa l’infortunio dell’attaccante Begic. Arrivato da poche ore a Frosinone ed appena entrato in campo, l’ex Parma si è fatto male alla spalla. Davvero sfortunato. “Ci teneva a mettersi in evidenza e ha tante qualità – ha puntualizzato Vivarini – Gli è uscita la spalla, poi è rientrata. Nei prossimi giorni valuteremo i tempi di recupero”.