Frosinone, quel punto di… vista che non fa discutere (di G.Lanzi)

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

di GIOVANNI LANZI
Giornalista senza carta

 

 

Vincono Verona, Benevento, Cittadella, Perugia e Carpi: il pari di Cesena tiene a bada una muta di cani affamati
Frosinone, quel punto di… vista che non fa discutere
Il gran carattere punto fermo, Mokulu è la nuova carta di… credito. In difesa tre indizi fanno una prova di ‘difetto’: c’è qualcosa da aggiustare

 

Giochi male, razzoli un pareggio sui titoli di coda e allunghi in testa alla classifica: cosa vuoi di più dalla vita? Certamente non un… Amaro Lucano. Perché non c’è nessun ‘rospo’ e nemmeno un pranzo di matrimonio da digerire. Anzi, tutt’altro. Servirebbero lo champagne ben ghiacciato e i pasticcini per glorificare un pareggio che vale platino per classifica e morale. A Cesena la peggiore partita della stagione del Frosinone dopo quella di Vercelli coincide infatti con l’allungo in vetta.

Non male. Unico merito ascrivibile ai giallazzurri e al tecnico Marino –guardando in faccia la realtà dei fatti – il combinato disposto della ‘paperissima’ di Agliardi e la voglia di ‘spaccare tutto’ di Mokulu che in 13′ aveva creato più occasioni dei suoi compagni di reparto nei precedenti 80′. Per il resto il Frosinone, compreso Marino e il suo staff che i problemi li avranno sicuramente intercettati dal fischio d’inizio senza però riuscire a trovare soluzioni immediate, dovrebbero vedere e rivedere il video della partita del ‘Manuzzi’  per capire cosa non si dovrà mai più fare, da qui alla fine della stagione regolare.

 

TRE INDIZI FANNO UNA PROVA DI… DIFETTO – Proviamo ad andare per un attimo controcorrente. Perché esaltare nel momento dell’esaltazione massima è una somma perversa e pure un esercizio sbagliato. Senza nemmeno farci sfiorare dall’idea di rubare il mestiere a Pasquale Marino, qualcosa è apparsa all’occhio. Ad esempio la linea centrale difensiva aperta – con Terranova che lascia il presidio – fa il paio con le dinamiche del gol preso a Bari (1-0 per i pugliesi) e il tris con quello incassato in casa con il Cittadella (1-1). E questo non va bene perché il difetto rischia di essere strutturale e non episodico.

Ripercorriamo il film di quei gol incassati: al Comunale con il Cittadella la zona centrale lasciata senza ‘sentinelle’ sull’azione in uscita di Fiamozzi che perse palla sul campo viscido, poi la sfortuna-errore di Mazzotta fu quella di rinviare e non sparare in angolo. Al ‘San Nicola’ fu Daprelà a tagliare da sinistra a destra indisturbato per il quinto a destra Furlan lasciato libero da Mazzotta. Infine al ‘Manuzzi’ il Frosinone paga invece il doppio movimento attaccante-mezz’ala dei bianconeri, con Ciano che esce e Garritano che si mette in proprio districandosi tra 4 canarini per poi servire al centro, dove la difesa si era già colpevolmente aperta per l’avanzamento di Terranova.

Dettagli che alla fine possono incidere negativamente sull’intero meccanismo e sul risultato, tanto più se un arbitro distratto non concede un rigore nettissimo. E se l’attacco giallazzurro fino all’ingresso dell’ex avellinese non aveva mai mosso le acque troppo calme nella metà campo dei bianconeri, è facile intuire che il piatto stava piangendo lacrime da fame.

 

VERONA SEMPRE ‘PAZZO’, RIECCO LE ‘STREGHE’ – Misteri e miracoli del calcio giocato, al punto di non ritorno è andata di lusso, visto anche come è andata in questo sabato di calcio. Misteri e miracoli di un Frosinone che a livello caratteriale – quando tatticamente qualcosa non funziona e tecnicamente è complicato venirne a capo – ne ha da vendere. Ecco perché se giochi senza indovinarne una – anche il fondo sintetico riveste un ruolo in negativo per una formazione che ama giocare la palla appena lascia le mani di Bardi – e si combinano una  serie di cosette, incrociando le dita può essere davvero l’anno del Leone.

I risultati della 33.a giornata nella giornata di sabato vanno letti con attenzione. Verona, Benevento, Cittadella e Perugia ci sono, anche se distaccati. Il Bari fa ancora flop. Risale il Carpi. Si esaurisce lo Spezia. Vediamo il dettaglio. Il Verona vince a Trapani con il solito Pazzini e poi con la rete di Luppi (2-0): gli scaligeri agganciano la Spal a quota 58 – quindi a -2 dal Frosinone – ma la cosa più importante è che la media al vertice si alza all’improvviso.

La quarta posizione infatti è in condominio tra Benevento e Perugia. I sanniti tornano a vincere e lo fanno in rimonta a La Spezia (1-3 con reti di Piccolo, rigore di Ceravolo, gol di Melara e sigillo di Ciciretti) e salgono a 51, a braccetto il Perugia che batte in casa il Vicenza (1-0, rete di Mustacchio nel finale). La coppia al quarto posto va a a +1 dal Cittadella (47, vittoria esterna dopo 6 mesi) che passa a Latina (0-2, neroazzurri nel dramma, penalizzati di -1 e sconfitti in casa, oggi disputerebbero i playout col Brescia) e a +4 da un’ammucchiata gigante a 47 punti.

C’è il Bari sconfitto a Vercelli (1-0, rete di Emanuello), c’è il Carpi che vince (1-2) ad Ascoli e c’è la Virtus Entella (2-1 con doppio Caputo e gol numero 100 in B per la punta sul campo del Brescia che pareggia grazie a due papere di Iacobucci). Il Novara (1-2 con la Ternana in casa, il baby Palombi in gol, pari di Calderoni e poi ancora Palombi) resta a 46 punti mentre la Salernitana fa sprofondare il Pisa (0-1 per i granata, gol di Rosina) e sale a 45.

 

ATTENTI AL LUPO – C’è poco da festeggiare perché l’Avellino è alle porte. Lunedi sera si torna in campo al Comunale. Gli irpini (privi degli squalificati Paghera, Ardemagni e del tecnico Novellino, nel Frosinone invece appiedato Soddimo) con una prova d’orgoglio hanno battuto una Spal presuntuosa che ora punta tutto sulla gara casalinga del 4 aprile con il Novara.

Il tecnico Semplici ha applicato alla lettera il termine ‘turn over massiccio’ al ‘Partenio’ (otto-undicesimi cambiati rispetto alla gara con il Frosinone) e stavolta la ciambella non gli è riuscita con il buco come gli accadde a Salerno dove cambiò nove-undicesini e vinse 3-1. La conferma che nel calcio due più due non sempre fa quattro. I campani di Novellino (“andiamo a Frosinone senza paura” ha detto il tecnico) si sono portati a quota 43, sarebbero salvi o quasi ma sulla loro testa pende il cosiddetto ‘indice di retrocessione’ valutato dalla Procura Federale in 7 punti, tale è stata la richiesta nel processo Calcioscommesse che riprenderà il 7 aprile.

Morale della favola: attenti al lupo. Lunedi sera – nel prologo ci sarà la consegna da parte del dottor Fabrizio Cristofari del premio intitolato a ‘Giancarlo Tanzi’ al giovane della Primavera, Pietro Tribelli – un altro snodo sulla ‘via maestra’.

 

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