di GIOVANNI LANZI
Giornalista temporaneamente senza carta
Bardi: tre tiri e altrettanti gol, probabilmente qualcosa la paga in occasione del raddoppio di Coda perché la palla si infila sul palo coperto e lui tocca ma non trattiene. Sul primo gol, palla a mezza costa che cade al limite dell’area piccola un portiere deve mettere il fisico sennò deve sperare che i difensori facciano la loro parte, esattamente come non è stato. Per il resto assiste, senza poter incidere, alla disfatta casalinga.
Voto: 5.5
Crivello: fino a quando resta in campo si vede cambiare di continuo i punti di riferimento, tra infortuni, sostituzioni conseguenti e cambi sul fronte degli avversari. Nelle intenzioni di Marino avrebbe dovuto spingere per cercare di tenere a bada Rosina anche se dalla sua parte nel primo tempo si infilava spesso Busellato. Nel secondo tempo prova a fare sostegno alle speranze offensive, in quei 20 della ripresa prima del raddoppio e nei minuti finali prima del 3-1 è tra i migliori ma non è stato sufficiente.
Voto: 6
(dal 38 st Volpe): entra quando stanno per scorrere i titoli di coda, sarebbe stato interessante vederlo al posto di Cocco. Attaccante per attaccante, altrimenti non serve nemmeno averlo tenuto in organico.
Voto: ng
Brighenti: un errore madornale nel finale ha aperto una carrettera senza ingorghi alla corsa di Coda (attaccante mancato del Frosinone già dalla stagione di serie A ma gli venne preferito Longo, ndr) ma su quell’errore c’è concorso di colpa con Sammarco. Per il resto una partita che ha rispecchiato tutto compreso le difficoltà incontrate dal Frosinone al cospetto di un’avversaria che ha saputo mettere in campo al Comunale tutto la sua sapienza tattica e tecnica probabilmente per la prima volta nella stagione. Non convince, nell’alternanza con Ariaudo che era più deputato alla marcatura di Coda, nella gestione della prima palla in uscita dalla difesa.
Voto: 5
Ariaudo: Coda lo ha preso
per la coda, anzi per il naso con tutto il rispetto per il difensore canarino che trascorre un sabato pomeriggio da mettere nel congelatore dei ricordi peggiori. L’ex del Sassuolo, che si era contraddistinto finora per la freddezza imperiale con la quale aveva tracciato la sua esperienza in maglia giallazzurra, non cambia mai passo, resta avvinghiato dall’abbraccio mefistofelico della eccessiva superficialità e dà modo all’ex attaccante del Parma di vestire i panni del mattatore, ben oltre le due reti e il liscio alla romagnola sul provvisorio 1-1 di Soddimo. Ariaudo entra negativamente anche in occasione dell1-0 di Rosina. Rimandato. E pure rapidamente.
Voto: 4.5
Ciofani: dalla sua parte spadroneggia Vitale più che un irriconoscibile Zito, lui non demerita in maniera inversamente proporzionale ma nemmeno gli riesce di limitare, in coppia con Paganini finché è in campo e poi con Csurko, il piede caldo del granata che Bollini ha rimesso in campo a tutti i costi al Comunale. Colpa anche di un assetto che ha mescolato le idee ai giocatori prima ancora che le carte agli avversari. In assenza del fratello Daniel che soffre in tribuna sotto i cronisti, prova a sostituirsi all’evanescenza dell’attacco giallazzurro troppo posizionato sulle spalle di Dionisi, ma fallisce il 2-2 aprendo il piattone destro a due metri da Terracciano e si vede ribattere un gran tiro al volo dal limite dopo un’azione condita da tre palle-gol di fila e un palo. Sfortunato ma l’allegra fase difensiva la paga anche lui.
Voto: 5,5
Paganini: sfortunato perché la Salernitana lo stava soffrendo. Sfortunato quando, di testa, su palla da calcio d’angolo accarezza il palo alla sinistra di Terracciano impietrito. Sarebbe stato il 2-1. Non è freddo e preciso quando a porta spalancata spara alle stelle il pallone del possibile vantaggio servitogli da Dionisi. Jellato quando 30’ dopo entra in contatto con Zito in copertura e sente il ginocchio girarsi: per il dolore è il primo a chiedere il cambio. Esce con la gamba sinistra rigida, le mani sul volto. A fine partita, cappellino calcato sul viso, aspetta su via Marittima una macchina che lo accompagna a casa. Non dà limpressione di aver subito un infortunio grave ma la gamba sinistra, appena prova a muoversi è rigida, è stata bloccata. Nelle prossime ore la verità sull’infortunio.
Voto: 6
(dal 39 st Frara): partita onesta, pulita, a tratti anche diligente. Ma la mediana giallazzurra sta subendo un processo involutivo dal quale non è esente nemmeno il capitano.
Voto: 5,5
Kragl: parte da interno nel centrocampo che rispolvera il famoso lo famo strano di Verdone. Alita sul collo di Ronaldo che rappresenta la vera fonte del gioco granata, raddoppia su tutti, ringhia, corre. Non lesina tutto quello che ha dentro in un ruolo che non è certamente il suo. L’uscita di Paganini lo porta esterno a sinistra nel 4-5-1 che sarebbe anche un 4-3-3, una posizione leggermente più congeniale ma subisce un processo involutivo, non trova sbocchi e a volte è anche irritante con quei tiri della domenica spostati al
sabato.
Voto: 5
Sammarco: il momento negativo del Frosinone, da tre settimane a questa parte, si sovrappone alle difficoltà che trova il comasco a dettare i tempi del gioco. Soffre maledettamente, troppo monocorde, compassato, scolastico. E induce all’errore Brighenti nel finale, per il 3-1 di Coda.
Voto: 5
Soddimo: un gran gol, quello del pareggio, perché il pallone da calcio dangolo è una lama tagliente. Poi una continua ricerca di spazi giocabili e di palloni dispensabili, tra tocchi e tocchetti che sono fini a se stessi.
Voto: 5,5
Dionisi: si distrugge prima (dell’uscita di Cocco) e dopo. Ed è normale che a venirgli meno è le lucidità. Eppure ad una manciata di minuti dalla fine sfiora il 2-2 con un tiro cross dalla balistica perfetta che si spegna sulla base del palo.
Voto: 6
Cocco: sfortunato nella partita che poteva essere la sua grande occasione. Infortunio da valutare anche per lui nelle prossime ore. Ma non vede mai la palla fino a quando è in campo.
Voto: 5
(dal 28 pt Csurko): ai giovani bisogna sempre voler bene, ai giovani bisogna sempre dare spazio, ai giovani bisogna anche spiegare che nel secondo campionato di calcio italiano non basta saper spingere a manetta il motore nella speranza di non trovare nessuno davanti. In questo caso non ci siamo. Almeno per ora. Anche se ai giovani bisogna sempre dare la speranza. Finché è possibile, però. Gli capitano un paio di palloni d’oro: sul primo si impappina in area, sbagliando il movimento e sul secondo chiude gli occhi al momento del tiro a 10 metri dalla porta.
Voto: 4,5