
Esonerato il tecnico abruzzese dopo la quinta sconfitta e l’ultimo posto. Il club s’affida al giovane allenatore che ha guidato la Primavera al primo posto. Ma il presidente non risparmia critiche severe alla squadra ed all’ambiente. Gruppo in ritiro a Castel di Sangro a tempo indeterminato. “Finirà quando avrò notato miglioramenti. Ci saranno regole ben precise”, sostiene il patron
La svolta è maturata nelle prime ore della mattina, per la precisione alle 7.30. Più tardi il sigillo lo ha messo il presidente Maurizio Stirpe nella sala conferenze dello stadio “Stirpe”. Vincenzo Vivarini è stato esonerato, promosso dalla Primavera Leandro Greco che guiderà il Frosinone a partire dalla sfida di domenica contro la capolista Pisa. Come anticipato domenica da alessioporcu.it (leggi qui Frosinone, la disfatta è servita: anche la Reggiana banchetta sul tavolo ciociaro) la decisione era nell’aria già nel post Reggiana ma poi sembrava rientrata con Vivarini destinato ad andare avanti. Ed invece alla fine ha prevalso la linea dell’esonero: il tecnico abruzzese chiude la sua esperienza a Frosinone dopo neanche 4 mesi, 10 partite ufficiali, 1 vittoria, 3 pareggi, 6 sconfitte e l’ultimo posto. Risultati che gli sono stati fatali oltre ad una serie di difficoltà.
Il punto di Stirpe

Il patron ci ha messo la faccia come è sempre capitato nei momenti difficili dei suoi oltre 20 anni di presidenza. L’ultima volta subito dopo la maledetta partita contro l’Udinese. Stirpe prima di annunciare l’avvicendamento tra Vivarini e Greco ha voluto ripercorrere l’avvio di stagione. “Dopo la retrocessione, a giugno abbiamo fissato i traguardi e nessuno ha mai parlato di promozione in Serie A o di un campionato-super – ha esordito Stirpe – Avevamo detto che l’obiettivo era ricominciare con entusiasmo ed evitare disastri. Siamo ripartiti da un allenatore che aveva fatto bene negli ultimi anni ed era ambito anche in Serie A. Abbiamo faticato molto per ingaggiarlo. Quindi mica siamo gli unici folli a pensare che sia un tecnico all’altezza”.

Stirpe ha voluto rispondere alle critiche sul mercato effettuato in ritardo. “Il giorno dopo la retrocessione ho detto ai giocatori che chi aveva ambizioni diverse poteva andare via – ha continuato – Questo percorso non è il mercato delle figurine: ci sono dei tempi e dei meccanismi. Quando si parla di mercato in ritardo, si parte da un ragionamento sbagliato. I calciatori, secondo la vulgata, si dovrebbero prendere prima di cedere, lavorando con irrazionalità. A 66 anni non voglio essere preso per la giacca. Il mercato è stata una conseguenza delle scelte fatte dai nostri giocatori. Non si può fare calcio in modo populista ed ho letto cose che non ho condiviso. Così si è creato un non favorevole”.
Monte-ingaggi superiore all’anno della promozione

Stirpe ha continuato il suo excursus. Precisando che la società non ha lesinato sforzi. “Siamo ripartiti dallo zoccolo duro dei calciatori rimasti a cui abbiamo aggiunto elementi di prospettiva in linea con la politica degli ultimi anni – ha sostenuto il presidente – Il costo del personale di questa squadra è superiore del 15% a quello della rosa che ha vinto il campionato. La società non ha badato a spese, ha portato avanti il suo programma”.
La chiosa: “Il bilancio del Frosinone non può chiudere in perdita e non lo farà fin quando sarò io presidente, soprattutto per rispetto dei tifosi che non possono dipendere dall’umoralità della società. Il principio dell’autofinanziamento è inderogabile per garantire solidità ed un futuro”.
La svolta sofferta

Il presidente quindi arriva al nocciolo della questione: l’esonero di Vivarini e la promozione di Greco. “Non si è creata l’empatia giusta tra il tecnico e la squadra, i risultati sono sotto gli occhi di tutti – ha ammesso Stirpe – Vivarini era nuovo, ha trovato calciatori nuovi. Si sono verificati comportamenti e atteggiamenti che in un momento normale possono essere gestiti. In questo periodo invece ogni accadimento ha sempre delle conseguenze gravi. E’ arrivato per un progetto a lungo termine in un ambiente ancora provato dalla retrocessione. Aveva bisogno di tempo, è stato sfortunato e soprattutto è diventato subito il parafulmine”.
“Ci sono un percorso da ricostruire e un’assunzione di responsabilità di tutti a partire dalla squadra – ha sottolineato ancora il patron – Spesso ho visto sul banco degli imputati l’allenatore, più raramente la rosa. Alcuni calciatori che erano già qui sono irriconoscibili e quindi sono i primi a doversi assumere le responsabilità perché sono loro che hanno scelto di rimanere. Altri pensano che una volta chiamati in nazionale il loro compito sia finito. Ed invece la convocazione deve essere una conseguenza del buon lavoro svolto nel club. C’è una mancata assimilazione dell’obiettivo per cui giocano al Frosinone. Di queste cose ho parlato col capitano ed altri giocatori rappresentativi”.

Poi Stirpe ha parlato della catena di infortuni (l’ultimo Partipilo che resterà fuori per 2 mesi per una frattura la piede destro), che hanno condizionato pesantemente l’andamento del campionato. Un esonero sofferto: Stirpe non è un mangiallenatori, quello di Vivarini è soltanto il settimo cambio in corsa in 21 anni. “Non siamo contenti di aver sollevato dall’incarico Vivarini ma abbiamo voluto togliere qualsiasi alibi”, ha precisato.
Inizia l’era Greco

Stirpe si è affrettato a precisare che Greco è una prima scelta e non un traghettatore. Malgrado la giovane età (38 anni) e la scarsa esperienza. “E’ una decisione non provvisoria e presa estremo giudizio – ha detto – D’altronde su Greco avevamo in mente un progetto di crescita da sviluppare nel corso degli anni. Pensiamo che sia pronto”.
Il tecnico romano avrà l’arduo compito di portare in acque tranquille la navicella giallazzurra. Ora in piena tempesta, all’ultimo posto con 6 punti e reduce da 4 sconfitte nelle ultime 5 gare. Si è messo subito al lavoro nel ritiro di Castel di Sangro. L’esordio sarà difficilissimo: domenica in casa contro la capolista Pisa di cui è anche un ex. “Il ritiro sarà a tempo indeterminato e finirà se avrò notato miglioramenti sul piano dell’entusiasmo e della cattiveria agonistica. Adotteremo delle regole ben precise come l’utilizzo moderato dei telefonini”, ha svelato Stirpe.

Ex centrocampista di varie squadre come Roma, Olympiakos, Verona, Genoa e Livorno, ha avuto esperienze in panchina col Sudtirol e l’Olbia in Serie C. Alla Primavera ha stupito tutti: 4 vittorie di fila, 1 pari, bel gioco e primo posto. Dal punto di vista tattico predilige il 4-2-3-1 o 4-4-2 ma in primis dovrà soprattutto rialzare il morale della squadra e ricostruirla sotto l’aspetto mentale. Con l’arrivo di Greco non è escluso l’inserimento in pianta stabile di alcuni Primavera come Cichero (è stato elogiato dallo stesso Stirpe), Barcella e Grosso.