
La sconfitta a Palermo ha inguaiato e non poco i giallazzurri che martedì dovranno vincere col Sassuolo per assicurarsi almeno i playout. Al "Barbera" i soliti limiti che hanno segnato una stagione nata sotto la cattiva stella. I numeri dell'ennesima sconfitta
“Tanto tuonò che piovve”, avrebbe sentenziato Socrate di fronte alla seconda sconfitta nelle ultime tre partite giocate dal Frosinone che manca ancora una volta l’appuntamento con i tre punti, nel momento più importante della stagione. Una vittoria assente da 6 partite e 41 lunghissimi giorni, proprio quelli che sarebbero dovuti essere decisivi per rialzare la testa e regalarsi un finale di stagione in controtendenza rispetto all’inizio disastroso. E invece, proprio quei quarantuno giorni di astinenza, rischiano di vanificare gli sforzi fatti da una squadra che, dopo l’arrivo di Bianco, aveva dimostrato di sapersi rialzare, di poter combattere e raggiungere il traguardo. A distanza di otto giornate dall’ultima volta, infatti, il Frosinone si ritrova nuovamente in piena zona rossa ad appena 90′ minuti’ dal termine della stagione.
Quanta sfortuna: 2 gol annullati e il 20° palo

In un primo tempo privo di grandi emozioni e, soprattutto, di scarsa precisione da ambo le parti (14 tiri totali, 1 solo in porta) a spuntarla è il Palermo che capitalizza al massimo con Brunori l’unica conclusione nello specchio della porta di Cerofolini. Per il resto regna l’equilibrio, con 7 tiri a testa e 2 calci d’angolo per parte. Leggermente meglio il Palermo nella fase di possesso palla, con i primi due terzi del match a tinte rosanero che, dopo il gol del vantaggio perde un po’ di campo in favore dei ciociari.
È proprio nell’ultimo quarto d’ora, dopo aver subito il gol dello svantaggio, che il Frosinone prova a prendere in mano il pallino del gioco e provare a reagire, provando per 5 volte la conclusione, senza però trovare mai la porta difesa da Audero. Seconda frazione che parte decisamente con il piede sbagliato per i ciociari che, alla prima azione degli avversari, subiscono il raddoppio con Brunori che raccoglie l’assist di Gomes e riesce a colpire, totalmente indisturbato, con un bellissimo “piattone” al volo che si insacca alle spalle di un incolpevole Cerofolini che, qualche minuto dopo, gli nega la tripletta, respingendo in angolo un clamoroso tiro da metà campo.

Da quel momento in poi il Palermo entra in modalità gestione, abbassando il proprio baricentro di una decina di metri e dimenticandosi completamente della fase offensiva, con i ciociari che, quindi, provano la reazione. Gli uomini di Bianco però, devono arrendersi alla sfortuna: con due gol annullati (il secondo farà discutere e non poco) e un palo colpito da Kvernadze (il ventesimo stagionale), chiudendo il match con 14 tiri all’attivo ma, palo a parte, solo uno in porta, con il gravissimo errore di Pecorino.
Difesa leggera: troppo spazio a Brunori

Bianco prova una soluzione più attendista, con tre centrali di ruolo (Lusuardi, Bettella e Monterisi) e due terzini (Bracaglia e Jeremy Oyono) abili a fare la doppia fase ma con caratteristiche principalmente difensive. La ricerca della densità per non concedere troppo spazio ai pericolosissimi attaccanti rosanero, però, gioca un brutto scherzo alla retroguardia ciociara che, in entrambe le situazioni dei gol, lascia colpevolmente Brunori libero di colpire a rete indisturbato. Le difficoltà si palesano anche nei numeri di Lusuardi che, nonostante la stazza imperiosa, non riesce quasi mai ad avere la meglio sul reparto offensivo avversario, chiudendo il match con appena un duello vinto sui quattro tentati.
Bohinen abbassa la media di passaggi

L’assenza di una mezz’ala si sente eccome con Bianco che lascia fuori Vural a favore di un difensore in più. I ciociari concedono tantissimo a centrocampo, soprattutto in ottica di occupazione degli spazi, con Kone che si fa in tre per contenere la mediana avversaria e cercare di riproporre occasioni in ripartenza. L’ivoriano chiude il match con 76 palloni toccati, un ottimo 93% di passaggi riusciti, due tiri tentati, 8 duelli vinti e ben 4 falli subiti. Non benissimo Bohinen che si interessa più alla fase difensiva che a quella di impostazione, vincendo 7 duelli su 9 ma scendendo sotto l’86% nella voce passaggi riusciti.
Pecorino sciupone, Partipilo e Ambrosino sfortunati

È ancora una volta l’attacco, però, a finire sotto i riflettori delle critiche, con Bianco che rilancia Pecorino dal 1′ minuto, sperando nell’extra motivazione dell’ex Juventus di tornare a giocare nella sua Sicilia. Il centravanti giallazzurro ci prova, lotta e fa il lavoro sporco, sprecando forse troppe energie che non gli permettono al 66′ di essere abbastanza lucido per battere Audero a tu per tu, calciando debolmente sui piedi del portiere rosanero. Prova decisamente incolore per Ghedjemis, che si accende a tratti e prova un’unica conclusione in tutto il match.
Diversa la storia per gli altri tre interpreti lanciati in campo, da titolari o a partita in corso, da Bianco. Partipilo quello che entra meglio in campo, è il più veloce a trovare il pallone respinto dal palo sul tiro di Kvernadze (con il quale condivide il più alto numero di tiri realizzati durante il match, 3) ma viene fermato da un fuorigioco millimetrico che gli nega la gioia del gol.

Ambrosino, invece, prova a sfruttare i venti minuti concessi dal tecnico e, così come Partipilo, riesce a trovare il gol della speranza, vanificato ancora una volta dall’intervento dell’arbitro del match, Dionisi, che ravvede un fallo di Pecorino su Audero, che però perde il pallone un attimo prima del contatto con il centravanti ciociaro. Insomma, un gol annullato che lascia più di qualche dubbio e avrebbe potuto riaccendere le flebili speranze del Frosinone.
La situazione si complica: ecco tutte le combinazioni.

Come detto, il Frosinone si giocherà tutto all’ultima giornata: per sperare almeno nei playout sarà, infatti, obbligatorio battere il Sassuolo dell’ex Grosso (il figlio Filippo a Palermo ha esordito in Serie B). Le chance di salvezza diretta, invece, sono ridotte al lumicino. Il Brescia, attualmente davanti, affronterà in casa una Reggiana già aritmeticamente salva dopo il successo contro la Juve Stabia.
Per centrare l’obiettivo della permanenza senza passare dai play-out servirebbe un passo falso delle Rondinelle oppure una combinazione quasi impossibile: vittorie di Frosinone, Brescia e Sampdoria, unite a una sconfitta del Mantova in casa contro il Catanzaro. In questo scenario, con quattro squadre a quota 43 sarebbero proprio Frosinone e Mantova a festeggiare la salvezza, condannando Brescia e Sampdoria ai playout.

La realtà, però, racconta di un Frosinone che deve guardarsi soprattutto alle spalle. La distanza dalla retrocessione diretta si è nuovamente assottigliata, distando appena un punto, con Salernitana e Cittadella ferme a 39 e pronte a sfidarsi in uno scontro diretto che potrebbe cambiare tutto. Insomma, martedì sera al Mapei di Reggio Emilia sarà come andarsi a giocare una finale nel giorno della festa del Sassuolo, cercando di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Esattamente come un anno fa all’ultima di SerieA, sperando in un epilogo migliore.