Gimbo che salta più in alto di tutti: anche del podio che non c’è stato

Il balzo olimpico più basso di sempre, il salto d'orgoglio più alto del mondo che con Tamberi dovrebbe scoprire cosa insegna lo Sport: a mettercela tutta, malgrado tutto. E basta.

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Non ce li fai i calcoli, con i calcoli. Non puoi mettere a regime nulla, della tua macchina mostruosa, quando quelle pietruzze assassine ti strappano i tessuti e con essi la forza per essere quello che sei. Anzi, per confermare quello che sei e farlo a Parigi, dai “franzosi” che chiamiamo cugini ma che poi, a poterli castigare a casa loro uno ci gode sempre come un riccio.

La Parigi olimpica del medagliere italiano grosso, delle polemiche gender a mollo nella fuffa, dei cretini che polarizzano lo sport e dei ratti a mollo nella Senna. La Parigi di Macron che se sei di destra lo devi affondare come una crosta di baguette e se sei di sinistra lo devi fare Cesare dei Cinque Cerchi Prog.

Terzo escluso su 12 in finale

Foto: Filip Bossuyt

Non ce l’ha fatta, Gianmarco Tamberi, a saltare più in alto di tutti. Empiricamente si è fermato a 2,27, una roba che in condizioni normali lui fa quando deve recuperare i gattini in fregola avventuriera sui platani della sua Offagna.

Terzo escluso su 12 finalisti, e grazie tante maledetti sassi assassini di gloria. Grazie per la girandola di scenari: Ce la fa? No, non ce la fa. Ma sì, alla fine ce la farà. Grazie per l’ennesima corsa in ospedale, per le ore con mezza Italia col fiato sospeso. E grazie per il sollievo gigante ed i milioni di petti gonfi di orgoglio quanto su Instagram Tamberi ha scritto: “Ci sarò”.

Sfasciato ma presente. E’ stato lì, in quel momento esatto, che avremmo dovuto capire che Gimbo avrebbe saltato più in alto di tutti. Perché certi salti in alto vanno molto più in alto di quanto non sia possibile saltare. E quando atterri, con la barba rasata ma non “half” a scontornare un viso bimbo-pirata che fa squittire le mamme di gioia, non hai niente che ti brilla in petto. Hai solo un magone grosso che al petto ci sta dentro.

Niente oro, né podio, ma qualcosa in più

Foto: Rawpixel

Non ti ritrovi l’Oro olimpico a batacchiarti su quello sterno da uccello secco ed invasato, su quella campana di gloria guasconeggiante che contiene un cuore biturbo. Non ti ritrovi sul podio di chi è tra i migliori tre del mondo. No, ti ritrovi, a ben vedere, in un posto più alto di tutti, un posto dove il salto in alto è solo una scusa per dire che lo Sport è questo.

E’ quello che ti succede quando non puoi ottenere il massimo ma il massimo lo dai comunque. È quello che vorresti ma non puoi, la missione abortita, il salto loffio. Così loffio che per un po’ ti scordi e ci scordiamo di quanto ti sia costato, arrivare a saltare alle Olimpiadi 4 ore dopo l’ospedale.

Ma solo per un po’, il tempo di capire che Gimbo ha saltato davvero più in alto di tutti. Poi è atterrato ed ha pianto. Lui di rammarico, noi di orgoglio. E ci ha insegnato a copiarlo quando volevamo essere i migliori e ci siamo dimenticati che esserci è già una vittoria. L’oro sul petto di tutti i Gimbo di questo mondo che grazie a loro – quelli che lottano senza necessariamente vincere – è un posto bellissimo. Più di Parigi.