Grosso insegna calcio: Frosinone in cattedra

La bella prestazione e il pareggio ottenuto con il Parma all'esordio nella stagione numero 11 di serie B del Frosinone, schiude la porta su una nuova éra nella storia del calcio giallazzurro. Piedi ben piantati a terra, le premesse fanno ben sperare

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Ci sarà da divertirsi, tenendo i piedi sempre ben piantati a terra. Non facendosi mai ammaliare dalle sirene. Per il Frosinone post-pandemia si era resa necessaria l’avvio di una sorta di Anno Zero: dentro il serbatoio solo benzina verde miscelata ad una giusta dose di esperienza. A mister Grosso è stato così consegnato un organico molto interessante. Che non obbligatoriamente deve dare subito risultati. E’ quanto il presidente Maurizio Stirpe aveva annunciato nella conferenza stampa dello scorso mese di giugno: il programma del Frosinone sarà triennale, dovremo avere la pazienza di saper soffrire per raccogliere i frutti più avanti. Fu questa la sintesi del suo lungo ed articolato intervento.

Lo stesso tecnico aveva chiesto alla dirigenza più o meno questo: datemi un gruppo (meglio se privo di quelle incrostazioni che avevano minato le due stagioni precedenti, ndr) anche con tanti giovani di belle speranze sul quale poter lavorare in prospettiva. E’ stato accontentato. (Leggi qui Frosinone, Stirpe apre il nuovo nuovo ciclo).

Premessa debita: Grosso è un allenatore che insegna calcio, prima di tutto per il piacere di farlo e chiaramente perché è la sua professione. Il tecnico abruzzese spera ed ha voglia di scalare i gradini del calcio. Grosso insegna calcio con la forza delle proprie idee, con il sorriso e con fermezza. Non è affatto poco per un ragazzo che sul piedistallo non c’è mai salito, pur avendolo titoli per poterlo fare.

MERCATO DA PROTAGONISTI ASSOLUTI

Il nero arrivato Manzari

Ci sarà da divertirsi anche perché in 60 giorni di mercato attivo e almeno altri 30 precedenti di contatti intavolati, il direttore dell’Area Tecnica, Guido Angelozzi e il presidente Maurizio Stirpe hanno prima disegnato e poi elaborato una strategia precisa che ha una sintesi: il Frosinone ha cambiato rotta.

Finora sono arrivati 12 giocatori Under (l’ultimo della serie è l’attaccante esterno Manzari) e tra questi qualche straniero di belle prospettive oltre a 3 giocatori come Garritano, Canotto e Cotali – ex Chievo – sui quali Angelozzi ha lavorato a fari spenti, lontano dalle ribalte dei titoloni che ogni giorno li volevano accasati a qualche ‘big’ in vena di cannibalizzare il mercato.

Il Frosinone tra il mercato in uscita e quello in entrata ha movimentato ben 32 giocatori (compresi i 5 svincolati). Il lavoro di maquillage però non è affatto terminato, si può dire sia appena iniziato. Non si torna indietro. Perché sono il Frosinone e la maglia giallazzurra il bene supremo.

E allora ci sarà da divertirsi – al di là del risultato nudo e crudo che di settimana in settimana uscirà sulla ruota del Frosinone – perché sin dal primo rotolare di palloni già nelle amichevoli, si è visto uno spirito nuovo. Oltre, finalmente, ad una concreta organizzazione di gioco, che sembrava ormai dimenticata in qualche cassetto impolverato dalla Storia giallazzurrea. 

Ci sarà da divertirsi perché adesso finalmente anche i giocatori che vanno in campo e pure quelli che siedono in panchina o che vanno in tribuna, si divertono. Tutti asserviti ad un meccanismo nuovo, mix di mentalità e tattica nuove. Tante individualità funzionali ad un progetto e complementari tra loro.

APPROCCIO, IDEE E MOVIMENTI

In questo contesto si pongono le prime due gare ufficiali della stagione. La Coppa Italia a Venezia e l’eliminazione ai rigori ad oltranza ma comunque una bellissima prova sul neutro di Ferrara.

Preludio alla serata con il Parma, la ‘big’ venuta dal Nord con troppa sicumera nei borsoni. Un Parma con due grandi individualità come Brunetta e Man, un giocatore come Vazquez che deve calarsi nella realtà anche sotto il profilo della tenuta fisica e un campione del mondo, l’immenso Gigi Buffon, che rappresenta una certezza assoluta quando avrà superato il naturale rodaggio. (Leggi qui l’analisi di Salines: Le scelte di mercato pagano ma i meccanismi difensivi vanno oliati)

Per il resto in campo si è visto un buon Frosinone a livello di idee e di movimenti. Un Frosinone non più Giano Bifronte, ci si augura. Quella squadra che per quasi due stagioni concedeva pause. Presto per poter dire dove potrà arrivare questa squadra ma la presenza dei tifosi è uno spartiacque importantissimo.

OLTRE AL FROSINONE

Il goal di Charpentier al Parma

Il Cittadella nell’anticipo di sabato ha battuto 1-0 il Vicenza – prossimo avversario del Frosinone – che può recriminare per un calcio di rigore prima concesso e poi tolto al Var. Incerto il portiere Pizzignacco in occasione del gol-partita di Frare.

Vince, sempre sabato, il Perugia sul campo del Pordenone: a decidere l’attaccante Murano che si era messo in evidenza già in occasione della sfortunata uscita di Coppa Italia a Genoa. I grifoni sono in via di assemblaggio, il Pordenone a sua volta può recriminare su un palo a Chichizola battuto.

La domenica di serie B ha presentato i fuochi d’artificio del ‘Vigorito’ di Benevento dove la matricola Alessandria per due volte in vantaggio alla fine ha dovuto cedere 4-3 ai sanniti. Per Longo qualcosa da registrare dalla cintola in giù.  

Il Crotone presenta Mulattieri in grande spolvero (doppietta) ma la matricola Como strappa il 2-2 e nel finale solo una grande parata di Festa evita il ko. Il Lecce è per ora un equivoco: 3-0 in casa della Cremonese senza appello.

All’Ascoli basta un gol di Bidaoui per battere un Cosenza ancora in fase di costruzione. Tonfo casalingo della Ternana (0-2) col Brescia su un terreno di gioco pieno di insidie, nulla a confronto di quello di Reggio Calabria dove gli amaranto e il Monza fanno 0-0 (l’arbitro Giua ha tenuto in bilico la disputa della gara fino all’ultimo, ndr).

Infine al Pisa basta un gol-lampo dopo 30” di Sibilli per battere una Spal fumosa.