E’ saltata l’elezione del nuovo presidente in un clima di grande tensione e divisione. Per 5 volte l’uscente Balata non ha raggiunto il quorum grazie ad un’opposizione più ampia del previsto. Dossena si è ritirato, pochi riscontri per Veltroni. Tutto rinviato all’8-9 ottobre. Segnale politico sconcertante in vista dell’assemblea Figc
Il segnale politico è a dir poco sconcertante. La Lega di Serie B rischia di presentarsi lacerata e indebolita all’assemblea della Figc del 4 novembre che dovrà riscrivere lo statuto secondo il tanto discusso emendamento Mulè. Non sarà facile per nessuno rimettere insieme i cocci dopo la surreale consultazione elettorale che avrebbe dovuto scegliere il nuovo presidente tra l’uscente Mauro Balata e gli sfidanti Vittorio Veltroni, nipote di Walter e manager e Beppe Dossena, campione del mondo del 1982.
Al termine di 6 ore di polemiche, schermaglie e colpi di scena è arrivato il rinvio dell’assemblea. Sul campo restano le macerie di una Lega che ha gettato la maschera: l’unità d’intenti, i progetti, il cambiamento, le idee progressiste probabilmente sono state di comodo, un bel vestito da indossare nei salotti buoni. Senza parlare della questione dei diritti tv che ha inasprito i rapporti e sballato gli equilibri.
La riunione, tenuta nello storico palazzo di via Rosellini a Milano, ha messo a nudo un’organizzazione spaccata ed un presidente che non ha raccolto la fiducia che sembrava inattaccabile dal 2017. Certo Balata alla terza elezione ha sfiorato la riconferma ma sarebbe stato un presidente dimezzato a causa di una maggioranza risicata. L’assemblea tornerà a riunirsi i primi d’ottobre (8-9). Si parla di un candidato forte alternativo a Balata ma dopo il caos di queste ore ogni previsione sembra azzardata.
Il giovedì nero dei cadetti
L’assemblea è iniziata in un clima di grande tensione. Come anticipato da alcuni giornali e siti d’informazione (leggi qui Veltroni e Dossena sfidano Balata in un’elezione ricca di incognite) 9 società, guidate dalla Sampdoria (tra queste Palermo, Bari, Cremonese e Reggiana), hanno chiesto il rinvio della consultazione. Prima avvisaglia della spaccatura. In disaccordo con la tempistica e le modalità dell’elezione decise da Balata. Una richiesta bocciata tra contestazioni e discussioni. E così è cominciata la girandola di votazioni. Presenti 19 club, assente il Pisa. Dossena si è ritirato quasi subito mentre Veltroni non ha avuto troppi riscontri.
Balata ha provato a resistere ma non ha mai raggiunto il quorum battuto dalle schede bianche di un’opposizione più ampia del previsto. Nei primi 2 turni ha toccato 10 e 11 preferenze (ne sarebbero servite 14). Alla terza tornata il presidente uscente ha sfiorato la rielezione: 10 voti contro gli 11 del quorum, 8 bianche e 1 nulla a questo punto decisiva. La quarta elezione ha dato un risultato di parità (9 Balata, 9 bianche e 1 nulla).
Con il passare del tempo la spaccatura si è acuita e l’assemblea ha imboccato una sorta di vicolo cieco. Dopo un’ora di discussione ed interpretazione dello statuto, la decisione di votare ancora. Ma ormai lo strappo era troppo largo per immaginare soltanto di ricucirlo. I consiglieri hanno ritirato la candidatura, alcuni presidenti (Mirri del Palermo e De Laurentiis del Bari) hanno abbandonato. Per Balata solo 8 voti, tutti a casa, elezione saltata, niente presidente ed una Lega nel caos.
Cosa accadrà?
Si apre una fase di riflessione per cercare di ritrovare compattezza. L’immagine di litigiosità fornita in assemblea non è delle migliori per un campionato che fa della simpatia un punto di forza. La spaccatura comunque è netta e l’opposizione a Balata ha dato dimostrazione di forza potendo contare su 9-10 voti. Le società antagoniste sembrano decise ad andare fino in fondo presentando un candidato credibile che possa vincere.
Per Balata la prossima assemblea sarà fondamentale: se non sarà rieletto potrebbe esserci il rischio commissariamento. Il presidente tenterà sicuramente di convincere gli avversari a tornare sui loro passi per raggiungere il quorum. Ma qualsiasi scenario sembra prematuro. Di sicuro la frattura è un segnale di debolezza in vista dell’assemblea della Figc e potrebbe addirittura rafforzare il presidente Gabriele Gravina messo in discussione dalle 2 Leghe (anche la Serie A è tutt’altro che compatta) che vogliono cambiare la governance.